LE OPINIONI

IL COMMENTO Le chiacchiere sul “sistema a tre”

DI ANTIMO PUCA

“Chi il governo non fa, peste lo colga” è il motto dei “benpensanti”. E, per evitare la peste, si suggerirebbe persino di rifare una qualsiasi legge elettorale “crisi pendente”. Da Sergio Mattarella, il più modesto dei nostri presidenti della Repubblica, si pretende tutto ed il contrario di tutto. E costituzionalisti veri (?!) e presunti discettano sul sistema “a tre”, che sarebbe tale da seppellire quello che prevede il governo e opposizione. E intanto, un qualcuno che è incapace di esibire uno straccio di programma che sia un programma per governare, non la “traduzione” dei “vaffa” di un qualche maestro e padrone, vagheggia un provvedimento per “neutralizzare” Berlusconi, la cui “definitiva eliminazione” sarebbe il “sole dell’avvenire” intorno al quale stringere “a coorte, pronti alla morte” tutti gli italiani.

Non è una pazzia pretendere che le Camere si riuniscano e funzionino. Questo significa voler accelerare una qualche catastrofe? Credo che la vera catastrofe della nostra Repubblica sia rappresentata dall’abitudine oramai “accettata” di cambiare regole e prassi costituzionali a seconda della convenienza del momento (o di ciò che sembra esserlo) di chi altro non vede e non sa. L’Italia è in una grave crisi economica ed istituzionale. Si! Ma tutto sembra ridursi all’abolizione di qualche tassa. Anche questo è senz’altro discutibile, ma dietro ci sono motivazioni, sforzi, sacrifici grandissimi di tutti i cittadini. Solo rispetto per loro, studio, intelligenza, sagacia strategica  possono risolvere questi problemi piuttosto che le speculazioni politiche… Pure i programmi, i problemi, le necessità della nostra Ischia sono grandi, ma con una certa arroganza i soliti pochi noti si trovano in Comune a prendere decisioni sull’utilizzo dei fondi (ridotti all’osso) di tutti i cittadini di Ischia. Ma loro, i cittadini, dove vengono lasciati? Sì, sono persone importanti. Ma persone “elette” dai cittadini stessi…

“Llibertà è partecipazione” diceva Gaber. I vincitori sono gli ingegneri e gli operai che ogni giorno tornano nelle loro aziende sapendo che avranno un futuro. Vince chi lavora sulle piattaforme. Traducendo: chi ha a cuore l’ambiente è un delinquente perché attenta al lavoro altrui. Ma il lavoro di pochi e gli interessi economici di pochissimi, valgono una catastrofe ambientale? Pochi agiscono a tutela dei loro territori, dei mari, dei propri cittadini e dei propri ecosistemi. Povera democrazia, che vede gran parte della politica non protesa verso l’inclusione, invitando all’esercizio di un diritto, arginando l’emorragia dei votanti ed il disimpegno, ma dando indicazioni precise per disertare le urne e ridendo di chi, forse ancora immerso nel novecento, alla partecipazione democratica ci crede ancora. Povera divisione dei poteri. La democrazia, per essere vera, valida, richiede intelligenza e generosità, piuttosto che cinismo che rischia di uccidere, sempre con arroganza, la democrazia stessa.

Un’ultima considerazione. La smettano i nostri signori politologi con le loro discettazioni sul “sistema a tre”. Il partito dei somari, degli ignoranti non è e non può essere la “terza gamba” del sistema, di un qualsiasi sistema. Lasciamoli alle loro parolacce, costi quello che costi. E, soprattutto non passi e nessuno per la testa l’idea che sia necessario “sopprimere” in qualche modo, sempre, magari per via giudiziaria, la parte bersaglio preferita dei “vaffa” e della loro traduzione in termini processuali. Certe cose qualcuno deve dirle. E qualcuno dovrà pure ascoltarle.

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