LE OPINIONI

IL COMMENTO L’isola e il turismo nell’era post covid

DI MARCO BOTTIGLIERI

Quali scenari si delineano all’orizzonte per la Campania e in particolare per l’isola d’Ischia relativamente all’auspicata ripresa della filiera turistica? Tra tanti interrogativi esiste una sola ed indubitabile certezza: il mondo dell’ospitalità cambierà profondamente, e forse in modo definitivo, nell’era del post-Covid. Sarà senz’altro diverso da quello che abbiamo conosciuto finora e – come in tutte le rivoluzioni – si apre uno scenario di trasformazioni che saprà premiare attori e destinazioni che avranno la capacità di cogliere gli spazi di opportunità. E del resto non è un caso che nella bella lingua giapponese i due ideogrammi che rappresentano la parola “crisi” siano traducibili in italiano con le due parole “pericolo” e “opportunità”. Una crisi può e deve essere anche l’occasione di una ripartenza. E il turismo non è un’attività che si possa improvvisare, come talvolta accaduto nel passato recente, ma necessita piuttosto di una strategia chiara e definita.

Ora, l’isola d’Ischia è certamente una delle mete turistiche italiane e internazionali più interessanti, in virtù della varietà dell’offerta, che non si trova facilmente in località competitor. Al punto che anche solo rappresentarne la bellezza in termini di marketing e comunicazione risulta, spesso, complicato. Ischia è un’isola in cui paesaggio, cultura, storia ed enogastronomia concorrono a creare una sorta di “unicum”.
Parte della storia di Ischia dipende dalla sua formazione geologica e dalle centinaia di sorgenti che, con le loro acque, presentano straordinarie capacità benefiche e curative. Tra gli altri ne scrissero, in passato, Plinio e Strabone. Non mancano, dunque, spunti, citazioni e storie in grado di esaltare l’appeal turistico della destinazione e di inorgoglire gli abitanti, suggerendo loro di condividere il privilegio di abitare un’isola del genere con persone che siano in grado di apprezzarlo. C’è quindi una prima questione legata alla rappresentazione del plusvalore di Ischia, di ciò che più di tutto è in grado – oggi – di lasciarla preferire a località che siano in competizione, e che magari possano essere anche economicamente più vantaggiose. Per farlo ritengo necessario privilegiare turisti e imprenditori in grado di condividere, riconoscere, valorizzare e preservare ciò che la natura e la storia ci hanno tramandato. Abbiamo bisogno di valorizzare e tutelare il patrimonio e le risorse dell’isola. Prendendocene cura, giorno per giorno. Per farlo, ritengo indispensabile – più di tutto – destinare i proventi della tassa di soggiorno di alberghi e strutture ricettive nel settore turistico. Sembrerà un paradosso, ma spesso – se non sempre – il gettito di questa risorsa, destinato sulla carta a finanziare interventi in materia di turismo, di promozione, di manutenzione e recupero dei beni culturali e ambientali – viene utilizzato in altri settori, risolvendo problemi alle casse comunali e, nel peggiore dei casi, alimentando basse clientele politiche.
Investire nella cultura e nella valorizzazione del patrimonio materiale e immateriale dell’isola, puntando sull’innovazione, è  la strada maestra per creare occupazione nel settore turistico. Si potrebbero aprire fronti ancora inesplorati di occupazione e attrarre finalmente imprenditori e turisti in grado di sviluppare al meglio la nostra isola, preservarne storia, cultura e tradizioni, lavorare sull’identità, che rischia di perdersi nei meandri della globalizzazione.


Per questo, anche per questo, con il Presidente Vincenzo Schiavo e attraverso Assoturismo Confesercenti abbiamo avviato alcuni progetti – anche in collaborazione  con le amministrazioni locali e regionali – lavorando sulla digitalizzazione, sulla valorizzazione dei siti culturali e sulla promozione in ambito nazionale ed internazionale.
Abbiamo particolarmente chiare le potenzialità del prodotto-Ischia. Sappiamo quanto possa essere redditizio puntare, con le logiche del marketing attuale contemporaneo, su simboli come la Coppa di Nestore, un reperto  che risale all’VIII secolo avanti Cristo e riporta una delle più antiche iscrizioni in versi in lingua greca ad oggi note: gira il mondo (è stata di recente al British Museum), ma non viene adeguatamente valorizzata e raccontata a Ischia, per quanto possa apparire incredibile, nel Museo di Villa Arbusto.Paradossale che, con un turismo culturale in forte crescita e con l’esempio, a noi vicinissimo, di Procida Capitale della Cultura 2022, Ischia non abbia ancora trovato il modo per pianificare una strategia comunicativa efficace, in grado di rivolgersi a un mercato turistico complesso e sempre più competitivo, guardando i bisogni del nuovo consumatore, tenendo anche conto delle nuove esigenze. Come?Per esempio trasformando il messaggio legato al suo termalismo, ancora forse ingabbiato in schemi desueti e poco al passo coi tempi, mentre altrove wellness e Spa sono efficaci richiami anche per le nuove generazioni.


E ancora: Ischia è un sistema turistico complesso, caratterizzato da un numero forse eccessivo di posti letto, per il quale sarebbe certamente utile una nuova regolamentazione che stabilisca – in modo più chiaro e trasparente – l’assegnazione delle stelle e dei relativi servizi, e che disciplini le strategie del “low-cost”, che oggi generano flussi incontrollati del cosiddetto turismo di massa, che molto impatta sul territorio e che poco, in termini di benefici economici sull’indotto, sembra garantire.
Anche per questo uno degli obiettivi che con Assoturismo Confesercenti stiamo portando avanti è il confronto tra gli addetti ai lavori del comparto turistico, che qui sono tradizionalmente poco propensi al dialogo e che oggi, proprio in virtù dell’occasione di ripartenza legata al post-pandemia, hanno il dovere di ragionare all’unisono, condividendo strategie e riflessioni e scongiurando l’ipotesi di un riassetto inefficace e disordinato, come già capitato in passato dopo crisi analoghe.
Siamo certi che l’occasione è imperdibile, per Ischia e per molte realtà che oggi si trovano di fronte a un bivio: la crisi congiunturale accelererà processi decisionali che noi siamo pronti a incanalare nella giusta direzione, purché ci sia la collaborazione fattiva delle istituzioni e la piena disponibilità dei singoli operatori. Sarebbe un peccato non cogliere l’opportunità.

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