CULTURA & SOCIETA'

L’ultimo saluto a don Vincenzo, il prete degli ultimi

Il funerale del sacerdote 89enne è stato celebrato dal Vescovo della diocesi di Ischia monsignor Pietro Lagnese: «Rendiamo omaggio a un uomo e un cristiano che tanto ha fatto per la sua terra»

Una bara semplice, come era lui. Su di essa solo il Vangelo e la mantelletta da Canonico. Così don Vincenzo Avallone è stato accolto per l’ultimo saluto presso Chiesa Parrocchiale di San Leonardo Abate a Panza. Ex alunni, familiari, parrocchiani, amici, fedeli e cittadini comuni. In tantissimi hanno affollato la piccola chiesa per l’ultimo saluto al “prete buono”, come amano ricordarlo tutti. Tanti anche i sacerdoti del clero ischitano che hanno concelebrato con il vescovo della diocesi di Ischia monsignor Pietro Lagnese la Messa. La celebrazione è stata quella dell’’Ottava di Pasqua e non una celebrazione funebre anche perché “stiamo celebrando la Pasqua di don Vincenzo”, ha sottolineato il vescovo.  

“Siamo tutti qui presenti come comunità cristiana per rendere grazie al Signore per il dono di don Vincenzo. Un uomo, un cristiano, un presbitero che ha fatto tanto per la nostra isola”, ha sottolineato ancora il presule. “Siete così tanti – ha detto ancora il vescovo – perché avete amato don Vincenzo e soprattutto perché siete stati amati da lui”. La commozione è tanta. Dalla notizia della morte del sacerdote sono stati tantissimi a voler esprimere il proprio cordoglio. Tanti i ricordi per don Vincenzo. Un uomo di fede sincera, reale ed efficace, in lui si intravedeva la spontaneità della vera fede cristiana semplice e fresca come acqua di fonte. “Ringrazio Dio di averlo incontrato lungo il cammino della mia vita”, sussurra un uomo. C’è anche il racconto di un ex alunno di don Vincenzo quando insegnava all’Istituto Nautico di Forio.  “Ci ha insegnato tanto e ha preparato alla vita, noi, i giovani di allora, con argomenti che ancora oggi avrebbero fatto scandalo. Come me, tutti quelli che sono stati suoi allievi, sono sicuro che lo ricordano con affetto. Oggi lo ringraziamo per tutte le ore che ci teneva inchiodati ai banchi senza fiatare per ascoltar le lezioni che lui teneva (trascritte sui ciclostili che poi distribuiva a tutti). Dal mio cuore nasce spontanea una preghiera per lui; grande uomo prima di essere un umile parroco al servizio di nostro Signore Iddio”.

Nel corso dell’omelia il vescovo monsignor Lagnese ha ricordato don Vincenzo come sacerdote da 65 anni e parroco, per oltre quarant’anni, della parrocchia di Santa Maria Maddalena a Casamicciola. Ed è stato proprio un passo del Vangelo sulla Maddalena ad accompagnare “don Vincenzo all’incontro con il Risorto”. “Chissà quante volte – ha detto il vescovo – con la sua voce robusta, alta e suadente ha letto e commentato questo passo del Vangelo”. Il vescovo Lagnese ha anche ricordato “don Vincenzo come successore alla guida della parrocchia di Santa Maria Maddalena del venerabile Giuseppe Morgera”. Don Vincenzo Avallone ed il venerabile Giuseppe Morgera hanno avuto in Comune anche di aver vissuto un sisma a Casamicciola. Il venerabile, durante il disastroso terremoto del 28 luglio 1883 che colpì Casamicciola, si adoperò al limite delle sue forze per soccorrere i superstiti, toccando le vette più alte dell’eroismo nella carità.

Ferito, fu ricoverato in ospedale a Napoli e quando sbarcò a Casamicciola si dedicò eroicamente alla ricostruzione spirituale e materiale del territorio della sua parrocchia. Nel 2017 don Vincenzo, alla veneranda età di 87 anni, “nella sua somma incoscienza, due giorni dopo il sisma alle sette del mattino, partito da Panza, è stato bloccato al Fango dai mezzi della Protezione Civile senza poter arrivare vicino alla sua gente. E forse è stato meglio così. Ma…in questa tremenda occasione, di una cosa mi sono ancora più convinto: quando le pietre si scollano, le persone si riuniscono… i fili umani, che il benessere allenta o spezza, si riuniscono di nuovo, si ricuciono. Si mettono al sicuro i genitori vecchi, i bambini vengono affidati a parenti, altri vengono ospitati presso parenti e amici sull’isola”. In quei tristi giorni le parole di don Vincenzo rincuorarono tutti: “Miei fratelli e sorelle di Casamicciola, Coraggio! Rialziamoci! La mano nella mano: omnia vincit amor. L’amore, cioè i rapporti umani vincono sempre, anche sui terremoti”.

Ricordi toccanti anche dei sindaci di Forio e Casamicciola. “Accorreva per aiutare tutti, per predicare il Vangelo ed aiutare gli altri”, ha detto Francesco de Deo. Con voce commossa Giovan Battista Castagna ha sottolineato come “La scomparsa di don Vincenzo Avallone è una perdita dolorosa per l’intera comunità di Casamicciola, di cui l’amato parroco ha contribuito a scrivere quarant’anni di storia caratterizzata dalla vicinanza ai deboli e agli ultimi, ai quali si è sempre profondamente e incondizionatamente donato”. Ed ancora: “Hai voluto darci l’ultimo insegnamento, dicendoci in maniera chiara: Casamicciola!  in ogni cosa che fai e che farai poni davanti a te il Signore, e il tuo cuore gioirà. Dobbiamo necessariamente seguire il tuo insegnamento, percorrere la strada che ci hai indicato.  Perché la ricostruzione non è solo ricostruire materialmente un fabbricato, o una strada ma è soprattutto la prova tangibile di un popolo unito e rinnovato nello spirito con la gioia di portare nel cuore il Signore”. Tra gli applausi della folla commossa, la bara di don Vincenzo, portata a spalla dai confratelli sacerdoti, ha lasciato la chiesa di Panza chiudendo la parentesi terrena di un prete il cui ricordo resterà indelebile nella mente degli ischitani per “aver vissuto sempre al fianco dei più deboli e dei più poveri, muovendosi passo dopo passo nel pieno esempio del Vangelo.

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Foto Franco Trani

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Michael in Via

Sulla bara non c’è nessuna mantelletta, ma una mozzetta. Indegno e abusivo l’uso del parato bianco! Mala tempora currunt…

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