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Procida, tutte le magagne del trasporto pubblico

Continuiamo il nostro viaggio nel nuovo dispositivo del trasporto pubblico locale entrato in vigore. Oggi ci soffermiamo sui disagi per i pendolari e per gli abitanti delle zone periferiche. Un lavoratore, studente o pendolare che sia e che deve prendere il bus a Solchiaro o alle Centane e che fino ad oggi doveva sperare solo di non incontrare qualche difficoltà lungo il percorso per  prendere il primo aliscafo o il primo traghetto per Napoli,  da oggi in poi deve sperare di arrivare a S. Antonio per le 6,20 o per le 6,50 e augurarsi che nel frattempo non sia già sopraggiunto l’ L1 previsto a tabella in transito sempre per le 6,20 o per le 6,50. Immagino che in mancanza di ogni assistenza busserà alla porta della sig.ra di fronte per chiedere lumi sull’ eventuale passaggio del L1,  dopodichè di avvierà a piedi al porto,  rassegnato ad aver perso l’aliscafo o il traghetto ma augurandosi di prendere almeno il successivo e, soprattutto, ripromettendosi di scendere con un mezzo privato a partire dal giorno seguente.
Al rientro da Napoli, dopo una giornata di lavoro, con l’aliscafo delle 18,15 o delle 19,00, lo stesso pendolare, mentre oggi poteva contare di rientrare a casa dopo 20 minuti dall’arrivo, oggi avrà a disposizione un nuova sorpresa. Se arriva con l’aliscafo delle 19,00, ad esempio, con arrivo a Marina Grande alle 19,40, mentre fino ad ora poteva affidarsi al passaggio del L2 delle 19,40, ora dovrà attendere l’L1 delle 20,00, scendere a S. Antonio e salire sul L2 delle 20,20 sperando di essere a casa dopo 50/55 minuti dall’arrivo al Porto. La situazione descritta, a titolo di esempio, si ripete nel corso della giornata anche per altre corse, garantendo, secondo

i nostri amministratori,  a pendolari, lavoratori, studenti un servizio di trasporto frequente, comodo e puntuale. E siccome un servizio caratterizzato da tale efficienza bisogna pur pagarlo, il biglietto per questa utenza da ora in poi costerà 1,50 euro, cioè il 25% in più rispetto a prima, compreso l’addizionale giostra e l’effetto suspence. Ma l’Amministrazione ci propaganda che il servizio, così come concepito, viene incrementato di alcune corse, come ad esempio quelle sulla linea L2 che serve l’utenza diretta presso la struttura ospedaliera di Procida. Ma i nostri amministratori si sono resi conto che un utente di Terra Murata piuttosto che di S. Rocco per raggiungere l’ospedale di Procida da oggi in avanti deve prendere ben tre BUS: uno che lo porta a Piazza della Repubblica, un altro che lo porta fino a S.Antonio ed un terzo da S. Antonio all’Ospedale. Lo stesso calvario dovrà sopportare per auspicare un ritorno a casa per il pranzo, dopo aver assolto le incombenze ospedaliere.

Ben SEI pulmann e, tra attese e percorsi in andata e ritorno, una spesa di ben 100 minuti della propria giornata passata per fare 5KM in andata e ritorno.  Se si può essere fieri di aver voluto tutto questo vuol dire che allora io mi sono bevuto il cervello ed altri hanno la mente illuminata da impianti LED di ultima generazione. Da non trascurare il discorso riguardo il rincaro del costo del biglietto per gli abitanti delle zone di Terra Murata, Solchiaro,  Ciraccio. Assolutamente inaccettabile far pagare a questa utenza un rincaro del 25% sul biglietto solo perchè hanno il privilegio di salire su due o tre bus, fare qualche attesa all’aperto a S.Antonio o a Piazza della Repubblica, prima di raggiungere la meta. Eppure validi esempi di trasporto di terra e di aria dimostrano che più la linea è diretta più si paga. Più è veloce e si arriva prima e più costa. A Procida,, invece, anche il disagio ha un costo ed una corsa dal Porto a Madonna delle Grazie vale più di una corsa dal Porto alla Chiaiolella.
Ma io dico, proviamo o no imbarazzo nel vedere un anziano che con il sole o la pioggia o il vento è costretto a salire e scendere da un bus per aspettarne un altro, per fare per necessità  2 o 3 Km pur di non farsi accompagnare in macchina da un familiare o da un conoscente. Proviamo o no imbarazzo nel vedere turisti che hanno pagato 30 euro di biglietto A/R e al porto dobbiamo spiegargli che per andare a Terra Murata per visitare il Borgo piuttosto che alla spiaggia del postino per farsi un bagno dovrà tentare di fare 800 metri con un bus, contendendoselo con altre decine di persone, scendere ed aspettarne un altro, prospettandogli, con onestà,  forti dubbi sulla possibilità di rientro al porto, nel pomeriggio.
Proviamo o no imbarazzo quando vediamo un pendolare che dopo una giornata di lavoro è costretto a perdere ulteriori 50 minuti per tornare a casa oppure al mattino anticiparsi di mezz’ora per timore di perdere l’aliscafo. Io, oltre a questo imbarazzo, provo seri dubbi per un servizio di trasporto che per recuperare qualche corsa spezzetta i percorsi degli autobus e diminuisce le corse sull’asse principale. Come provo reale perplessità quando propagandano una maggiore puntualità del trasporto. Evidentemente avranno immaginato che nel momento in cui un cittadino decide di prendere un bus si ferma l’orologio, visto che con questa organizzazione diventa complicato ammettere un recupero di tempi negli spostamenti. E non mi propagandassero neanche che prima il servizio non funzionava, perchè non è così. La configurazione del servizio non è stata messa mai in discussione in oltre un quarto di secolo da nessuna delle 7 amministrazioni succedutesi, da nessun tecnico o professionista che si sia accostato al tema mobilità territoriale, nè da nessun cittadino e da alcun turista. Il servizio ha bisogno certamente di mezzi adeguati e di un aumento delle corse rispetto ad alcune esigenze estive e invernali. Ma per questo bastava puntare i piedi a terra in Regione, chiedere un riammodernamento del parco bus ed un aumento del Kilometraggio attribuito, facendo capire che il cambiamento passava anche per il raggiungimento di questi risultati.

Voglio ancora precisare che non c’è nessun pregiudizio verso le scelte amministrative che riguardano la vita di una comunità. Anzi ho sempre partecipato a battaglie per il progresso civile e sociale della mia isola, guardando avanti e mai indietro.  E posso dire con estrema franchezza che è la prima volta che inizio una battaglia per difendere il passato e chiedere un passo indietro rispetto ad una presunta innovazione che rappresenta solo sacrifici e disagi per i procidani, disservizi per i turisti, danni per alcuni operatori del territorio. Nè riesco a comprendere quali riflessi positivi possa avere sulla limitazione del traffico privato un’organizzazione del trasporto pubblico cosi immaginata. Ecco perchè la nostra attenzione sul problema continuerà in modo incessante. Nei prossimi giorni chiederemo l’adesione al nostro comitato di forze politiche, sindacali, sociali e vi informeremo sulle iniziative a sostegno di questa battaglia che vedrà certamente l’organizzazione di alcuni flash mob, un’assemblea pubblica sul tema, la richiesta di un incontro in Regione ed in Prefettura e l’avvio di una grande petizione popolare per chiedere il rispristino della precedente organizzazione.

 

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