LE OPINIONI

Il business degli integratori

Seguire la dieta mediterranea ha un valore assolutamente protettivo, pretendere di sostituirla con i prodotti da banco, molto costosi, non facciamo un buon affare! Gli integratori alimentari sono un business, un affare d’oro che non hanno riscontro dal punto di vista scientifico

C’è una serie di sostanze, che il pubblico conosce come antiossidanti, che permettono all’organismo di proteggersi nei confronti dei danni che progressivamente subisce con l’avanzamento dell’età.

Per esempio, una di queste è l’idrossitirolo che è, uno degli antiossidanti per eccellenza. L’acqua di spremuta dei noccioli d’oliva, trattata con acido citrico ha rivelata un contenuto di polifenoli di 300 volte superiore a quello dell’olio. Tra questi polifenoli è stato isolato l’idrossitirosolo, quello più semplice e più efficace, con enormi capacità antinfiammatorie e antiossidanti, in grado cioè di bloccare i radicali liberi, una delle cause di degenerazione delle cellule e quindi di infinite patologie. Il cioccolato al 90%, frutti di bosco e frutta secca, resveratrolo, l’uva, succo d’uva.

Alimenti che contengono polifenoli

I polifenoli sono composti naturali presenti in frutta (uva, mele, pere, ciliegie e frutti di bosco ne sono particolarmente ricchi), verdura, cereali, legumi secchi, tè, caffè, cioccolato, noci, semi, fiori e vino rosso, e nei condimenti (es. olio extravergine d’oliva).
In particolare:

  • ACIDI FENOLICI – sono contenuti in una varietà di frutta e verdura, come cavoli, cipolle e broccoli. Nelle piante commestibili i composti derivati dell’acido benzoico sono i meno comuni ad eccezione di alcuni frutti rossi, del ravanello nero e delle cipolle (dove possono raggiungere una concentrazione di diverse decine di mg per kg di peso fresco).
  • FLAVONOIDI – sono particolarmente presenti nella buccia della frutta e negli oli essenziali di alcuni agrumi (per es. il mandarino), negli estratti di spinaci, fragole e mirtilli e nei broccoli.
    Le cipolle contengono elevate quantità di quercetina e il tè è invece una buona fonte di catechine.
  • STILBENI (resveratrolo) – presente soprattutto nell’uva e nei suoi derivati (in particolare nel vino rosso, che ne contiene grandi quantità), nelle arachidi e nei frutti rossi.
  • LIGNANI – Particolarmente abbondati nei i semi di lino (che ne contengono fino a 3,7 g/kg di peso secco), nel sesamo e in molti cereali. Elevate concentrazioni di lignani si ritrovano anche nell’olio d’oliva.

Il contenuto di polifenoli negli alimenti di origine vegetale, come frutta, verdura, legumi, vino e tè così come all’interno di uno specifico alimento (per esempio le mele) è molto variabile e può dipendere da numerosi fattori, come la modalità di produzione (biologica o convenzionale), le variazioni climatiche annuali e la lavorazione/conservazione successiva alla raccolta.

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Il business degli integratori

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Abbiamo questi effetti perché nella dieta mediterranea c’è un insieme di queste sostanze, che hanno un dosaggio assolutamente perfetto quando sono nelle forme naturali. Significa che se noi proviamo a prendere queste sostanze come nutrienti in farmacia, non abbiamo lo stesso effetto, per cui, seguire la dieta mediterranea ha un valore assolutamente protettivo, pretendere di sostituirla con i prodotti da banco, molto costosi, non facciamo un buon affare! Gli integratori alimentari sono un business, un affare d’oro che non hanno riscontro dal punto di vista scientifico. Frutta, verdure, semi, bacche, cereali, legumi e pesce invece li hanno. C’è una serie di studi che dicono che chi segue in maniera rigorosa la dieta mediterranea è molto meno esposto all’Alzheimer.

Carboidrati nel mirino

Carboidrati nel mirino, ma la scienza dice il contrario.

Molti guru condannano i cosiddetti carboidrati insulinici, cioè responsabili di aumentare l’insulina, accusati di essere il principale motore dei tumori, che, secondo loro, si nutrono di zuccheri, che noi invece di interrompere continuiamo a fornire con la dieta. Consigliano di eliminare pane, pasta, pizza, ma anche riso, mais e legumi, la dieta mediterranea insomma.

La definizione di carboidrato insulinico non ha senso in medicina.

Ogni tipo di zucchero, da qualunque fonte provenga, produce quell’effetto»,spiega il professor Lorenzo Piemonti, docente di endocrinologia presso l’Università Vita Salute San Raffaele di Milano. «Ma sapete che cosa,più di tutto, accresce l’insulina nel sangue? Le proteine, attraverso gli amminoacidi. Già questo basterebbe per smascherare l’assenza di scientificità dei consigli proposti». Quindi la dieta mediterranea va riabilitata? Certo, perché non è solo pasta, pane e pizza ma un regime equilibrato che prevede carboidrati complessi di origine vegetale, come i legumi o la pasta, meglio se integrale, poco zucchero bianco, molta frutta e verdura, poca carne rossa e dolci saltuariamente. E ci sono decine di studi che sostengono i suoi effetti positivi».

La dieta dei nostri antenati si basava su cereali integrali, frutta, legumi, verdura e pochi grassi. Per colpa dell’industria alimentare, oggi la dieta mediterranea si è trasformata in un concentrato di farine bianche, grassi e zuccheri aggiunti producendo obesità anche tra i più piccoli.

Quando Integrare?

Come ha affermato tempo fa il Presidente dell’Istituto Mario Negri Silvio Garattini, esistono, però, dei casi in cui è necessario integrare, ad esempio:

  • carenze conseguenti a stati patologici, come alterata digestione/assorbimento, un diminuito introito o un’aumentata escrezione, malnutrizione;
  • disturbi alimentari, vomito, degenza ospedaliera (mancata o ridotta sintesi endogena, epatopatia alcolica);
  • carenze conseguenti a scelte etiche (carenza di ferro nei vegetariani, carenza di vit. B12 nei vegani).

In linea generale un’alimentazione corretta ed equilibrata mette al sicuro da rischi di carenza da vitamine idrosolubili. L’utilizzo d’integratori alimentari è limitato alla prevenzione della malnutrizione per difetto. La loro presunta valenza salutistica nel promuovere il benessere fisico, nel ritardare l’invecchiamento e nel ridurre il rischio di sviluppare alcune patologie del benessere (malattie cardiovascolari o metaboliche come anche alcune neoplasie) è da dimostrare. Per questo motivo è importante chiarire che le indicazioni a sostegno dell’utilizzo dei tanti prodotti in commercio oggi non sono quasi mai supportate da adeguate evidenze scientifiche. Basti pensare che l’Autorità per la Sicurezza Alimentare Europea, infatti, ha bocciato ben 406 slogan salutistici su 416 analizzati, solo nel Marzo 2010.

La carenza di vitamine si distingue tra:

Ipovitaminosi, quando la vitamina è presente nell’organismo ma in quantità insufficienti, avitaminosi, quando è totalmente assente, caso molto più raro. L’assunzione di dosi di vitamina tramite l’alimentazione è sufficiente di solito al fabbisogno di un individuo che si alimenta correttamente. In questo senso non richiede l’assunzione d’integratori alimentari. Un uso corretto degli integratori alimentari non può escludere la conoscenza di queste nozioni importanti:

  • non sono farmaci;
  • non sono prodotti appartenenti a diete particolari;
  • è meglio assumere i loro ingredienti per vie naturali, attraverso una dieta equilibrata;
  • chi li usa non migliora il proprio stato di salute;
  • chi non li usa non mette a rischio il proprio stato di salue.

Arrivare a cento anni in salute

Tutte le persone ultranovantenni, sono persone che progressivamente avvicinandosi ai cento anni, hanno tutti le stesse caratteristiche. Mangiano poco e frequentemente, hanno pochissimi fattori di rischio, non sono diabetici, non sono ipertesi, non sono obesi, non fumano e, soprattutto sono persone che per vari motivi, soprattutto dovuti a dove essi risiedono hanno svolto e svolgono, dove è possibile attività fisica. La vita in comune, la vita di relazione aiuta la longevità.

Nell’anziano, farmaci solo quelli strettamente utili

Perché i farmaci sono di per se delle sostanze tossiche. Per esempio, un farmaco che blocca l’acidità e uno che facilita la respirazione, questi due farmaci, messi insieme, possono formare una terza molecola nel nostro organismo che invece può essere tossico. Sono le reazioni avverse dei farmaci che sono presi insieme. Ridurre, nell’anziano il numero dei farmaci a quelli strettamente utili, soprattutto considerando che alcune malattie croniche, vedi l’ipertensione, dura per tutta la vita e l’effetto del farmaco deve essere presente per tutta la vita. Cercare nuovi stimoli crea le motivazioni e riduce la capacità d’inaridimento cerebrale, quindi, nel tempo libero, leggere, dipingere, ascoltare musica, e ben difficilmente si cadrà in depressione. Evitare le soap opera in TV, che sono deprimenti. Leggere un libro è uno stimolo importante che ci permette di rimanere in un contesto sociale e di prevenire e curare le malattie.

  • Tecnico FIDAL – Preparatore Atletico

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