CULTURA & SOCIETA'

Quando la “Sinistra” italiana cantò Bella Ciao

25 aprile, Festa della Liberazione. Tutti insieme per ricordare la sconfitta del nazifascismo e il sacrificio di tanti Italiani, che combatterono per la Libertà. Polemiche sempre accese per le formazioni partigiane che non erano soltanto comuniste. Il Canto patriottico più conteso è un patrimonio di tutti.

Non sarà un 25 aprile “facile” da celebrare quest’anno, perché già infuriano le polemiche su patrimoni patriottici di Sinistra e di “Tutti gli Altri”: una divaricazione sulla Festa della Liberazione che dura da anni, ma è rinfocolata dalla Destra (e Lega) al Governo e da sortite non sempre conciliative, ma che acuiscono maggiormente le divergenze degli schieramenti politici in campo. Il PD non rinuncia a cavalcare l’emblema della Resistenza come lascito del comunismo storico di matrice sovietica, mentre la Destra meloniana non arretra di un centimetro (La Russa, Gasparri) sul terreno di un’ambiguità fascistoide, che si rivela in tutte le sue opache sfaccettature quando si tratta di abiurare ad un passato di militanza politica nel Movimento Sociale Italiano e in Alleanza Nazionale dichiaratamente neofascista!

La celebrazione del 25 aprile dovrebbe accomunare tutti gli Italiani, al di la delle posizioni ideologiche- perché è ormai storicamente acclarato che la Seconda Guerra Mondiale ebbe origine da una proditoria aggressione ai Paesi confinanti con la Germania da parte di Hitler, mentre l’Italia fascista si preparava ad allearsi con i Nazisti stante un’affinità di dottrina dittatoriale, ma anche un comune obiettivo di conquiste territoriali perseguite con l’invasione dei Sudeti e le campagne coloniali.

Non è certo facile mettere insieme i nostalgici di ambedue le “fazioni” italiane (Sinistra e Destra) perché il tempo trascorso dal 25 aprile 1945 non è ancora ritenuto sufficiente per placare gli antagonismi (se non gli odii) trasmessi in eredità dai protagonisti di quegli anni infausti, che videro contrapposti Italiani contro Italiani, ferocemente impegnati nell’eliminazione fisica vicendevole!

PERCHE’ IL 25 APRILE

Dobbiamo risalire a quell’anno per giustificare la scelta di una data storica che rappresenti gli accadimenti decisivi che portarono alla resa dei nazifascisti e alla liberazione delle città dell’Alta Italia. Infatti il 25 aprile del 1945 il Comitato di Liberazione Nazionale proclamò l’insurrezione generale che costrinse i tedeschi e i repubblichini ad abbandonare Torino e Milano e raggiungere Como per rientrare in Germania. Questa data ebbe un iter abbastanza travagliato perché partì come proposta celebrativa da Alcide De Gasperi, che non era certo benvoluto dai comunisti. De Gasperi (primo governo repubblicano e ultimo del Regno d’Italia) prese tutti quanti alla sprovvista adottando un provvedimento legislativo che fissava al 25 aprile la Festa della Liberazione Nazionale. Molti malumori, qualche protesta, ma infine tutti i gruppi parlamentari si accordarono su quella data, ma pretesero l’adozione di una Legge votata dall’intero Parlamento! Con la n. 269 del maggio 1949 finalmente ci fu il varo della Legge presa all’unanimità!

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A questo punto occorre dire che la guerra non finì il 25 aprile, ma per l’esattezza ai principi di maggio del 1945 perché per alcuni giorni si fronteggiarono ancora in armi i nazifascisti e i partigiani in molte città dell’Emilia Romagna, della Valtellina e nei paeselli del lago di Como. In questi luoghi fu catturato Mussolini (28 aprile), scovato dai partigiani in un camion tedesco travestito da caporale della Wermacht. Il gruppo di fedelissimi dell’ex duce , armati di tutto punto e con al seguito il famoso oro di Dongo, fu giustiziato da un plotone di esecuzione sulla sponda del lago di Como, mentre Mussolini, insieme a Claretta Petacci, ricevette una scarica di mitra dal partigiano comunista, “colonnello Valerio,” su ordine del Comitato Nazionale, in un viottolo di Giulino di Mezzegra.

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LE ORIGINI DI “BELLA CIAO”

Nel corso dei combattimenti partigiani, fiorì un canto popolare patriottico che attraversò i paesi e le montagne dell’Alta Italia, infervorando gli animi dei giovani impegnati nelle rischiose operazioni militari contro i nazisti e i fascisti della Repubblica di Salò. Non si tratta di inno prettamente “comunista”, perché “Bella ciao” ha origini abruzzesi e veniva cantata dalle popolazioni locali e successivamente dai partigiani della Brigata “Maiella”. In seguito il canto fu fatto conoscere nel nord Italia, nelle zone di Reggio Emilia, nell’alto bolognese e sulle Alpi Apuane. A differenza di “Fischia il vento” (A conquistar la Rossa primavera/dove sorge il sol dell’Avvenir) con connotati politici ben delineati, “Bella ciao” in origine veniva cantata da combattenti di diversa estrazione politica; poi prevalse l’adozione comunista insieme a “Bandiera Rossa, Trionferà”,

Per molti “commentatori” si tratta di una violenza etica che mirerebbe ad escludere “Tutti gli Altri” perfino dalla lotta partigiana, ritenuta dai comunisti dok patrimonio esclusivo delle formazioni partigiani Rosse che si ispiravano alla Rivoluzione Russa d’Ottobre e ai modelli politici dell’Unione Sovietica! Tuta questa rivendicazione di un primato comunista nell’organizzazione partigiana e nel canto dei suoi militanti, ha fatto sì, che con il trascorrere degli anni, i “moderati”, la Lega, la Destra e perfino i socialisti abbiano rifiutato di cantare “Bella ciao” nelle pubbliche manifestazioni, creando in tal modo una divaricazione insanabile fra gruppi politici spesso ritrovatisi insieme per celebrare gli Anniversari della Repubblica Italiana!

COSA INSEGNA IL 25 APRILE

La Festa della Liberazione non evoca soltanto la vittoria della Libertà e della Democrazia sugli spietati regimi dittatoriali e un momento di unità, di concordia e di riscatto morale degli Italiani, quanto gli anni di una tragedia collettiva, eternata per sempre nella memoria della nostra Nazione. Occorre sottolineare -sottraendoci ad una facile demagogia- che i germi velenosi di dottrine disumane e cervellotiche, serpeggino ancora oggi in Germania e in Italia, spesso camuffati da una professione di libertà e democrazia soltanto apparente! Tocca alle nuove generazioni far tesoro della grande lezione che proviene dal 25 aprile, dai protagonisti delle Giornate di Napoli e Milano e dai Movimenti partigiani e impegnarsi -anche politicamente- affinchè i valori della Resistenza Italiana vengano alimentati da linfa nuova e da costante “vigilanza sociale”. Servono a tale scopo, principalmente, la militanza della gioventù nelle formazioni politiche (oggi c’è un totale disimpegno che favorisce persone innominabili al potere!) e la giusta scelta di Candidati meritevoli di fiducia nelle Elezioni locali, regionali, nazionali ed europee.

Il 2024 è l’anno di Giacomo Matteotti. Il Centenario della morte dell’antifascista per eccellenza e del martire per la Libertà. Sia esso altissimo esempio per tutti noi.

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