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Maxifrode sui carburanti: arrestato Alberto Coppola, ex socio della Ambrosino

Sono state eseguite ieri mattina, a cura dei Nuclei di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Ancona e di Macerata, sei ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari emesse dal Gip del Tribunale di Macerata, su richiesta della locale Procura della Repubblica, mentre sono 25 le persone complessivamente finite nel registro degli indagati.

Accertata una frode fiscale di circa 120 milioni di euro e disposto il sequestro di beni per quasi 22 milioni di euro. L’operazione, condotta congiuntamente dai Nuclei di Polizia Economico-Finanziaria di Ancona e di Macerata, è stata coordinata dal Procuratore della Repubblica di Macerata, Giovanni Giorgio, e da uno dei Sostituti Procuratori facenti parte del gruppo che si occupa di delitti in materia tributaria. E’ stata così smantellata un’organizzazione criminale specializzata in frodi nel commercio di carburanti. Alle prime ore dell’alba le Fiamme Gialle, con l’impiego di oltre 60 militari, tratti da 12 Reparti del Corpo dislocati in diverse Regioni, hanno dato esecuzione ai provvedimenti restrittivi della libertà personale, con i quali sono stati posti agli arresti domiciliari sei dei venticinque indagati: due nelle Marche, uno in Puglia, uno in Campania e due coniugi domiciliati a Roma, tutti operanti nella commercializzazione dei prodotti petroliferi.

 

L’inchiesta, partita nell’estate del 2015, ha portato all’esecuzione di decine di perquisizioni e conseguenti sequestri documentali nelle sedi societarie e presso le abitazioni delle persone a vario titolo coinvolte, tra cui anche in Campania. La complessa ramificazione societaria, costituita ad hoc per ostacolare l’accertamento della frode, con la compartecipazione di un elevato numero di persone (in totale sono 25 le persone iscritte dal P.M. nel Registro degli indagati). aveva base decisionale a San Severino Marche, in provincia di Macerata.

A capo dell’associazione per delinquere, Marco Colotti, risultato il dominus assoluto, cioè colui che ha promosso e coordinato il sodalizio criminoso. Le indagini, hanno permesso di svelare il sistema di frode utilizzato e di delineare compiutamente il quadro complessivo delle responsabilità di ciascun compartecipe al sodalizio criminale, risultato operante su gran parte del territorio nazionale.

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Le altre ordinanze di custodia cautelare sono state emesse a carico di Felice D’Agostino (altro vertice dell’organizzazione), Gergana Myhalova, Giada Montefiori, Gabriele Morricone e Alberto Coppola, quest’ultimo è noto a Ischia per essere stato socio fino a pochi mesi fa con una società della Ambrosino Petroli di cui il rag. Antonio Pinto è amministratore. Il Golfo, su questa vicenda, ha svolto un’inchiesta pubblicando vari articoli ed anche un’intervista allo stesso Coppola (che inizialmente voleva denunciare malefatte ischitane riguardanti la distribuzione di Carburante sull’isola ma, poi in ultimo, con nostra grande sorpresa, si tirò indietro non prima di aver ricordato nell’intervista di cui sopra che proprio Pinto lo aveva truffato.

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Lo schema della gigantesca frode fiscale, una delle più ampie e articolate mai scoperte negli ultimi anni nel settore dei prodotti petroliferi, prevedeva, infatti, che il carburante effettuasse due “viaggi” differenti.

Un “viaggio fisico”, con cui il prodotto, partendo dall’estero a mezzo di autobotti raggiungeva direttamente i depositi di stoccaggio per poi essere velocemente inviata presso i distributori stradali e un “viaggio cartolare”, molto più “tortuoso” di quello fisico, ma fiscalmente (indebitamente) vantaggioso.

Il carburante, infatti, veniva cartolarmente ceduto, dapprima, a 3 società “cartiere” formalmente ubicate in Bulgaria e nella Repubblica Ceca, ma gestite dai membri dell’organizzazione criminale, per poi essere fatturato a società “cartiere” italiane (complessivamente 7 società italiane più una società svizzera avente domicilio fiscale in Italia), le quali non versavano l’imposta dovuta, pur incassandola dai clienti finali.

Infine, il carburante veniva venduto a distributori stradali per lo più “pompe bianche” cioè senza insegne di grandi società petrolifere, alcuni dei quali collegati direttamente ai membri dell’organizzazione.

L’imponente frode fiscale ha interessato oltre 133 milioni di litri di carburante, proveniente essenzialmente dalla Slovenia. Il fine perseguito era quello di abbassare artificiosamente il prezzo, attraverso la creazione di società “irregolari” che sistematicamente omettevano gli obblighi dichiarativi e il versamento delle imposte all’Erario.

L’evasione di iva avveniva tramite aziende che esistevano solo sulla carta e pertanto permetteva l’acquisto del carburante a prezzi decisamente interessanti per avere ulteriori grandi vantaggi economici.

Sembra che ci siano anche collegamenti locali in quanto le indagini sono state avviate nel 2015 e, ci sono collegamenti dove anche la Procura di Napoli starebbe indagando grazie ad un lavoro certosino e approfondito della Guardi di Finanza. Nei prossimi giorni tutti i dettagli di un’inchiesta che ha dell’incredibile.

Corrado Roveda

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