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Vatoliere, spunta il nuovo “complesso parrocchiale”

DI CORRADO ROVEDA

BARANO. Dionigi Gaudioso candida pure Sant’Alfonso. Pare che pur di vincere le elezioni con un plebiscito bulgaro, il probabile successore di Paolino Buono alla guida del comune di Barano sia disposto veramente a tutto, anche a calpestare la laicità dello Stato. Avete presente quando il sagrestano, personaggio della Tosca di Puccini, rimprovera il pittore Mario Cavaradossi con l’ormai celebre “scherza con i fanti ma lascia stare i santi”? Ebbene, o l’ammonimento lo hanno preso dannatamente sul serio, oppure nel comune collinare puntano ad ottenere il record di comune con la più alta densità di chiese per metro quadrato. 

Martedì 29 l’amministrazione di Barano ha riunito in fretta e furia la Giunta per una presa d’atto: quella relativa alla nota presentata da don Agostino Iovene, vicario generale della Diocesi di Ischia. Oggetto: la realizzazione di un «complesso parrocchiale» che sostituisca la chiesa di Sant’Alfonso, al Vatoliere. 

Prima di addentrarci nell’argomento, rispondiamo subito a due domane che vi staranno sicuramente balenando per la mente. La prima: sì, la nota è stata presentata il 21 novembre e acquisita agli atti il 23. La presa d’atto della Giunta è del 29. In otto giorni hanno fatto tutto. Fosse sempre così, Barano sembrerebbe la Svezia. La seconda: sì, i due assessori che non hanno partecipato alla Giunta – Alessandro Vacca e Di Iorio Maria Rosaria – hanno (guarda caso) un consistente bacino elettorale al Vatoliere. Intelligenti pauca. 

Ritorniamo a don Agostino. Il vicario generale della Diocesi spiega che il progetto del nuovo complesso al Vatoliere è voluto fortemente dal Vescovo Pietro Lagnese, che il progetto prevede la costruzione di Chiesa, Canonica e locali di Ministero Pastorale (salone e aule per il catechismo) e che l’opera sarà finanziata con il contributo dell’otto per mille come da schema già approvato dalla Conferenza Episcopale Italiana.

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Un laico impertinente direbbe che con i soldi dell’otto per mille si potrebbe realizzare qualche progetto più significativo per l’umanità di una chiesa al Vatoliere, come un pozzo d’acqua in Somalia, una scuola in Vietnam, un ospedale in Bolivia. Ma visto che non siamo impertinenti, ci soffermiamo sulle motivazioni con le quali la Giunta che fa capo a Paolino Buono ha “benedetto” l’iniziativa. «Si ritiene – scrivono Paolino Buono, Dionigi Gaudioso e Sergio Buono – fondamentale offrire alla comunità cattolica e in special modo ai giovani la possibilità di usufruire di idonee strutture». Qui sì che possiamo andarci giù duro e ricordare agli amministratori del comune di Barano alcune cose.

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Per cominciare: a Barano attualmente ci sono 10 chiese. Di queste, almeno due vengono aperte solo in occasione della celebrazione del Santo Patrono cui sono intitolate. Quindi, senza voler togliere nulla alla comunità cattolica, di «fondamentale» in questo progetto c’è davvero poco. Al massimo, c’è qualche interesse particolare, di quelli che potrebbero stuzzicare l’opposizione, se a Barano esistesse una opposizione.  Ancora: da una amministrazione che ha davvero a cuore i giovani ed il loro futuro ci aspetteremmo l’edificazione di un teatro comunale, di una casa del popolo, di un centro studi, di una biblioteca o di un qualsiasi edificio che possa restituire l’idea di una comunità che si impegna giorno dopo giorno per elevare se stessa, per progredire, per offrire prospettive e visuali diverse sul mondo e sulle sue trasformazioni.

Infine: come riportava il collega Balestrieri, a Barano il commercio sta morendo. I negozi chiudono per la presenza dei troppi supermercati, altra concessione dell’amministrazione a logiche che non rispondono esattamente al “bene collettivo”. Non risulta che sia stata fatta nessuna delibera, presa d’atto o iniziativa di solidarietà in tal senso. Il sindaco ed i suoi, a dire il vero, non hanno speso nemmeno una parola per i tanti, troppi commercianti che si stanno trasferendo altrove.  Quei commercianti o sono giovani oppure hanno figli che studiano e/o lavorano. Al loro futuro l’amministrazione di Barano ha mai pensato con qualche azione concreta? La domanda, ovviamente, è retorica.  

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