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Centrella tra saluti e un monito: «Occhio alle truffe, ecco come evitarle»

ISCHIA. Quattro lunghi anni nel corso dei quali l’isola e gli isolani hanno avuto modo di apprezzarne le doti e le qualità, un arco di tempo nel quale ci piace pensare lui abbia avuto piacevole esperienza con una comunità come la nostra pure ricca di contraddizioni. Per Andrea Centrella è arrivato quasi il momento del congedo da una terra come Ischia che lo ha accolto giovanissimo da tenente. Saluterà il prossimo 19 settembre per dirigersi a Firenze, presso la Compagnia Principale del capoluogo toscano. Dalla capitale, invece, sbarcherà ad Ischia il capitano Angelo Pio Mitrione. Qui Centrella ha maturato l’esperienza con il primo comando, qui ha indossato per la prima volta i gradi di capitano. Quanto basta perché questa resti una parentesi di tutto rispetto del suo percorso. Per Ischia ha fatto tanto, ci sarà tempo e modo per spiegare (ove mai ce ne fosse bisogno) quanto e per snocciolare anche un po’ di numeri. Noi intanto cominciamo a farlo in altra parte del giornale. In questa intervista ci soffermiamo a parlare non tanto del suo saluto all’isola, quello diventa quasi marginale. Perché Andrea Centrella è così, per lui il lavoro viene prima di tutto ed allora ecco che la gran parte della nostra chiacchierata finisce con l’essere destinata ad un fenomeno criminoso che sta prendendo piede sulla nostra isola ma che lui ed i suoi uomini hanno stroncato con rapidità e la solita incisività.

Cominciamo parlando delle truffe agli anziani, un reato odioso. Ma è vero che ci sono tante persone che, imbarazzate da quanto accaduto, nemmeno sporgono denuncia alle forze dell’ordine?

«Sicuramente questa è una tipologia di reato che presenta un elevato numero oscuro: in termine tecnico, significa che è sicuramente molto più frequente e abituale rispetto a quanto non venga denunciato. Importante diventa sempre avere un monitoraggio del territorio, come è successo nell’episodio accaduto sull’isola, anche per fare in modo che certi fatti non abbiano a ripetersi».

La vicenda che ha portato in carcere il 46enne napoletano, per come si è sviluppata l’attività investigativa, rende praticamente scontata la presenza di un complice.

«Intanto voglio precisare una cosa: non si tratta tanto di attività investigativa, quanto piuttosto di controllo del territorio, perché semplicemente attraverso una descrizione dettagliata fornita dalle vittime ed una serie di servizi mirati (effettuati anche in concorso e di concerto con le altre forze di polizia, come succede sempre specialmente nel periodo più caldo della stagione estiva) si è riusciti a controllare e pedinare questa persona arrivando a ricostruire a ritroso la sua attività criminosa. Quindi da un lato invitiamo i cittadini a denunciare questi episodi in maniera minuziosa, perché proprio questo ne ha consentito l’individuazione, e dall’altro credo che si possa tranquillamente affermare che a Ischia c’è un buon controllo».

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Gli anziani finiscono nel mirino perché cose del genere vedono sempre come vittime le fasce deboli?

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«Sono sempre le categorie deboli a finire nel mirino, specialmente per questo tipo di reati. Negli atti persecutori, ad esempio, solitamente le vittime sono donne così come nel rapporto di lavoro è sempre il lavoratore dipendente a essere oggetto di quello che noi chiamiamo mobbing. Io mi permetto di dare dei consigli a riguardo alla popolazione, perché specialmente per quanto riguarda le truffe due sono le modalità azione perpetrate dai delinquenti di turno…».

Quali?

«O si presentano come sedicenti appartenenti alle forze di polizia oppure fingendo una telefonata di un ipotetico parente (facendo ovviamente leva su una conoscenza di base del nucleo familiare e dei suoi componenti) fingono di fare arrivare un pacco a casa a mezzo posta – che poi consegnerà un complice – che naturalmente è da pagare e spesso anche con un’ingente somma. E allora io suggerisco sempre la stessa soluzione: se bussa alla vostra porta qualcuno che si presenta come tutore dell’ordine e non indossa l’uniforme, la prima cosa da fare è telefonare subito al 112 o al 113 i cui addetti confermeranno con immediatezza e in tempo reale l’identità della persona che ci si trova di fronte. Per quanto riguarda invece il pacco postale, è difficile che possano arrivare a destinazione oggetti del genere per il quale è richiesto il pagamento di migliaia di euro: ma anche in questo caso, prima di pagare, potete contattare le forze di polizia che invieranno sul posto una pattuglia che verificherà tempestivamente se si tratta di una consegna lecita o di un illecito. Insomma, la chiave vincente resta quella di non avere remore nel chiamare i numeri di pronto intervento ed emergenza».

C’è il rischio che sull’isola siano state commesse altre truffe a danno degli anziani che però magari sono rimaste “oscure” causa l’assenza di denunce? State lavorando anche su questo?

«Intanto stiamo lavorando sulle denunce presentate, ma mi pare ovvio che ci sarà un numero “X” ignoto di fatti non oggetto di denunce. Invitiamo sempre a farlo, ma questo lo facciamo con costanza. Conoscere che in un paese avvengono dei reati, anche se magari non torna sempre utile a reprimere, è importante ai fini preventivi anche perché i servizi vengono disposti con la finalità di fare in modo che certi reati non vengano perpetrati o reiterati».

Le denuncie pervenute presso le forze dell’ordine, e relative alle truffe agli anziani, evidenziano un aumento di questa tipologia di reato negli ultimi anni o i numeri sono rimasti stazionari?

«Siamo rimasti su numeri standard ma qui è opportuno fare una serie di precisazioni. Bisogna capire con attenzione il modo in cui ci si pone dinanzi allo studio statistico dei reati: non è detto che laddove aumenti il numero delle denunce cresca il fenomeno. Anzi, spesso l’aumento delle denunce stesse può essere interpretato in chiave positiva. Faccio un esempio chiaro: se prima su dieci episodi ne venivano denunciati due ed adesso sei è ovvio che non si può che essere soddisfatti. Insomma, i dati vanno sempre contestualizzati. In zone ad alto rischio di criminalità organizzata, tanto per fare un altro esempio, l’aumento delle denunce per estorsione è un fatto da accogliere con estremo favore perché significa che è cresciuta la fiducia verso le forze dell’ordine. Diversamente, uno scarso numero di segnalazione di fenomeni estorsivi laddove questa pratica è oggettivamente radicata e addirittura endemica, va accolto negativamente».

Quella che stiamo vivendo è anche un’estate in cui molti turisti “indesiderati” hanno scelto altri lidi invece che riversarsi ad Ischia e lo si nota ad occhio nudo e peraltro lo evidenzia anche l’attività delle forze dell’ordine. Ormai siamo a ferragosto, il trend mi sembra attendibile. E’ giusto dire che dipende soprattutto dai serratissimi controlli sulle affittanze posti in essere negli ultimi anni?

«Parto da un presupposto, meglio parlare a stagione estiva conclusa, vediamo prima che succede fino a fine mese. Detto questo, i fattori che hanno contribuito sono due: in primis sicuramente i controlli, ma ha avuto poi una sua influenza anche il terremoto dello scorso anno. Speriamo che questa inversione di tendenza possa servire anche a migliorare la qualità del turismo, l’isola lo merita davvero».

E adesso parliamo dell’avvicendamento. Dopo quattro anni di permanenza sull’isola è arrivato il momento di prepararsi ai saluti. Avremo tempo, numeri alla mano, per sviscerare quello che Centrella lascia al nostro territorio. Ischia, invece, cosa le lascia dal punto di vista professionale e umano?

«Dal punto di vista professionale, Ischia è un Comando distaccato e dunque è chiaro che mi ha consentito di acquisire una forte esperienza perché ci si trova a gestire tutto a trecentosessanta gradi. Sono stati, peraltro, anni abbastanza duri che hanno avuto il loro suggello in eventi come il sisma del 21 agosto 2017 e , il G7 dei Ministri dell’Interno. Da un punto di vista personale, posso dire che faccio quasi fatica a trattenere una certa emozione così come a descrivere i miei sentimenti: lascio dei legami ed anche dei rapporti di amicizia costruiti con il tempo. Ischia, insomma, è una terra magica al pari della sua gente, un’isola alla quale resterò legato per sempre».

La sostituirà il capitano Angelo Pio Mitrione. Qual è il primo consiglio, da conoscitore dell’isola, che gli darà al suo arrivo a Ischia?

«Lascerò l’isola per Firenze il prossimo 19 settembre. Il consiglio che gli darò? Beh, magari fare quello che non sono riuscito a fare io, e cioè cercare di godersi nei limiti delle oggettive possibilità (perché il nostro resta pur sempre un lavoro molto particolare…) l’isola e le sue bellezze. Questo è il mio maggiore rammarico, per il resto gli auguro di vivere al meglio quella che sarà un’esperienza intensa. Ma il collega saprà cogliere da solo questi aspetti. Conosco Mitrione, ha una notevole esperienza investigativa e sono certo che non potrà fare che bene».

Centrella tornerà ad Ischia da turista magari per godersela come non è riuscito a fare da comandante della Compagnia dei Carabinieri?

«Tornerò di sicuro in vacanza, perché l’isola è splendida. E soprattutto tornerò a far visita a quelle persone con cui in questi anni ho avuto un legame significativo e che resta indelebile».

Gaetano Ferrandino

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