CRONACAPRIMO PIANO

Coltellate al vocalist, arrivano le “scintille” social

Dopo il j’accuse del consigliere regionale Francesco Borrelli ecco le parole del legale del 20enne Giuseppe Pirro, tuttora ristretto a Poggioreale. Ma l’esponente politico non ci sta e replica senza mezze misure

Continua a far discutere il fatto di cronaca che ha scosso l’isola, accaduto in un noto locale. Come si ricorderà, un vocalist era stato accoltellato perché si era rifiutato di dedicare una canzone a lui e suo padre. Il 20enne, poi costituitosi, è gravemente indiziato di tentato omicidio. Tuttavia, il consigliere regionale di Europa Verde, Francesco Emilio Borrelli, aveva fatto notare che la famiglia, genitori e sorella, celebrano il 20enne sui social come se fosse un eroe, con foto e video che lo ritraggono tra locali e vita lussuosa, con champagne e Rolex in quegli atteggiamenti che sembrano tipici della mentalità malavitosa, come è già è stato riscontrato numerose altre volte. «Molti ragazzi si stanno unendo contro queste persone…hanno creato un gruppo affinché questa gente venga cacciata dalla isola attaccando anche i politici ischitani per aver dato residenze a questi soggetti che avrebbero portato ad Ischia solo giro di violenza», aveva scritto una cittadina ischitana rivolgendosi al Consigliere Regionale.

A strettissimo giro è arrivato l’intervento dell’avvocato Nicola Nicolella, legale del giovane indagato, tuttora ristretto nel carcere di Poggioreale. Il noto penalista ha infatti usato il noto social network facebook tramite il profilo del padre del ragazzo, per rivolgersi a Borrelli: «Buongiorno, chiedo scusa, ho provato anche a contattarla ma non ho avuto risposta. Sono l’Avvocato Nicolella, difensore di fiducia di Pirro Giuseppe che lei, a detta dei familiari apostrofa come un camorrista. Voglio significarle che il nucleo familiare del Pirro si è trasferito ad Ischia da molti anni e non appartiene a nessun clan camorristico. Infatti Ischia è un’isola e fortunatamente non risiedono alcun clan o esponenti degli stessi. Il Pirro è stato attore di un episodio per il quale vi sono delle indagini in corso ma nella contestazione non vi sono reati di criminalità organizzata o con modalità camorristiche. Proprio per il lungo tempo che la famiglia del ragazzo è residente ad Ischia se fosse appartenuta ad un clan le forze dell’Ordine sicuramente gli avrebbe contestato o segnalato alla Procura la commissione del reato di cui all’art. 416 bis c.p. Pertanto affermare apoditticamente che il ragazzo è un camorrista o appartenga ad una famiglia di camorristi, significa commettere un reato di diffamazione che per un personaggio pubblico è un reato molto grave per la risonanza che può comportare la notizia per i molti lettori dei blog appartenenti al personaggio stesso. Tra l’altro il ragazzo è un diciannovenne che lavora sodo in modo onesto. Non voglio entrare nella dinamica dei fatti e nella loro qualificazione giuridica in quanto per questo lo farò dinanzi l’Autorità Giudiziaria competente ma l’eventuale reato di cui vi sono indagini è sicuramente ordinario e non si appartiene alla criminalità organizzata. Nella mia attività forense di reati più efferati sull’isola d’Ischia ne ho visti tanti e credo che allo stato mandare alla gogna mediatica un ragazzo che sta subendo un procedimento penale non si appartiene ad una società fondata sulla democrazia e sul principio di non colpevolezza fino ad una sentenza di condanna passata in giudicato (vale a dire dopo tutti i gradi di giudizio)».

A distanza di poche ore è arrivata la replica del consigliere regionale, che gli ha risposto privatamente con questo messaggio: «Non abbiamo scritto da nessuna parte che è un camorrista ma che celebrare pubblicamente con video e post che solitamente mettono in rete i criminali una persona accusata di un’azione così grave non è una cosa bella. Se il ragazzo che lavora in modo sodo ed è onesto ha accoltellato un dj per futili motivi questo è inaccettabile e ingiustificabile. La comunità ischitana afferma che questa come altre famiglie stanno portando sull’isola comportamenti inaccettabili. Mi arrivano tanti messaggi di sdegno in questo senso. Purtroppo oramai si tende a giustificare e solidarizzare con i carnefici anche da parte di una parte del mondo della politica e dell’avvocatura mentre le vittime vengono abbandonate a sé stesse. Conosco bene lo stato di diritto e anche il senso della misura e della decenza che sono certo appartengono anche a lei. Forse potrebbe consigliare ai familiari del ragazzo di evitare di pubblicare certi post e certi video e chiedere casomai scusa per quello che è successo».

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