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La ricetta di Monti: «Il traffico si combatte con la mobilità alternativa»

Nostra intervista al comandante della polizia municipale di Lacco Ameno, che fa il punto sulla vera piaga isolana e poi si sofferma su una serie di aspetti legati a viabilità e non solo

La stagione è andata in archivio, con l’isola che si è regalata centinaia di migliaia di presenze, ma anche l’arrivo di un numero spropositato di autovetture e motoveicoli. Quanto è stata dura gestire un traffico molto più caotico di quello invernale?

«Personalmente ritengo che siamo stati in grado di gestire questa ondata di veicoli durante l’estate senza difficoltà, poiché il personale a disposizione era sufficiente. Inoltre l’organizzazione delle varie fasce orarie delle ztl a Lacco Ameno ci ha consentito di preservare il centro storico dal traffico delle auto>>.

Dunque il miglioramento della qualità della vita dei residenti e dei turisti è stato garantito proprio dalla presenza e dall’incremento delle zone a traffico limitato?

«Non lo definirei un miglioramento, ma sicuramente una tutela. Il disagio è stato fronteggiato grazie alla divisione in diverse fasce orarie della ztl che ha conseguentemente ridotto e limitato la circolazione dei veicoli all’interno del centro abitato>>.

In tutta l’isola si fa spesso ricorso, soprattutto durante la stagione estiva, all’istituzione di vigili stagionali. Non ci sono comandi che sono obiettivamente carenti in termini di organico? E come si può andare avanti con una lacuna di questo tipo?

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«Per quanto riguarda Lacco Ameno ritengo che la dotazione non sia carente, in quanto nell’arco degli ultimi due anni è stata nuovamente organizzata secondo i criteri e i limiti imposti dalla normativa nazionale sul numero ed il rapporto tra vigili e abitanti. Dunque per quanto riguarda il mio comando la dotazione organica nel periodo invernale è più che sufficiente. In estate abbiamo naturalmente avuto un incremento di tre unità per fronteggiare le fasce orarie più larghe e complesse>>.

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«Per limitare l’utilizzo di auto serve un incremento dei servizi pubblici e soprattutto con una radicale trasformazione del servizio taxi “da piazza” con l’avvio, ad esempio, dei taxi collettivi. Senza questi cambiamenti però le zone periferiche verrebbero messe in seria difficoltà»

Una ricerca dell’Istat ha invece evidenziato la presenza di circa 65000 veicoli sull’isola. Non è una follia?

«Indubbiamente è un numero elevato. Tuttavia ci sono diversi fattori da considerare. Molte persone, ad esempio, sono proprietarie di una seconda casa sull’isola e avendo qui la residenza rientrano erroneamente nelle statistiche tra coloro che sono residenti intestatari di veicoli, nonostante siano effettivamente presenti sull’isola soltanto per pochi mesi all’anno. Bisognerebbe dunque constatare il numero reale di veicoli circolanti, poiché i dati forniti dall’ACI riguardano tutti i residenti intestatari di veicoli senza tener conto di queste differenze>>.

Targhe alterne o un unico veicolo per famiglia: quale dispositivo considererebbe più efficace?

«Questo è un argomento molto complesso. Le varie prospettive osservabili nell’affrontare il problema fanno emergere varie criticità sia riguardo la possibilità delle targhe alterne sia di un unico veicolo per famiglia. Bisognerebbe anche effettuare una valutazione sul territorio dopo un’attenta indagine conoscitiva del reale parco auto, dei veicoli appartenenti ai residenti e ai nuclei familiari. Non è sicuramente una risposta semplice da trovare».

«Gli automobilisti ischitani sono molto disciplinati nell’utilizzo dei dispositivi di sicurezza come il casco e la cintura, ma molto indisciplinati nell’utilizzo improprio del cellulare e nel rispetto della segnaletica. Spesso se non c’è una transenna, si infrangono i divieti senza troppe esitazioni».

L’isola, nella sua opinione, è pronta per una mobilità alternativa degna di tale nome in grado di disincentivare, o almeno ridurre, l’utilizzo della macchina?

«Penso che sia possibile con un incremento dei servizi pubblici e soprattutto con una radicale trasformazione del servizio taxi “da piazza” con l’avvio, ad esempio, dei taxi collettivi. Senza questi cambiamenti però le zone periferiche verrebbero messe in seria difficoltà».

Per un territorio più vivibile è giusto o necessario iniziare una campagna di sensibilizzazione sin dall’età scolastica?

«Certamente, è importantissimo incominciare dall’età scolastica ad educare i futuri automobilisti».

I numerosi anni di servizio ci permettono di porle una domanda: in che cosa l’automobilista ischitano medio è più disciplinato ed in cosa lascia maggiormente a desiderare?

«Generalmente gli automobilisti ischitani sono molto disciplinati nell’utilizzo dei dispositivi di sicurezza come il casco e la cintura, ma molto indisciplinati nell’utilizzo improprio del cellulare e nel rispetto della segnaletica. Spesso se non c’è una transenna a rendere impossibile il passaggio, l’automobilista ischitano infrange il divieto senza troppe esitazioni».

Più volte si è parlato di un corpo di pulizia municipale unico per tutti i sei comuni ischitani. Quella di un’unica cabina di regia è, a suo avviso, una strada percorribile?

«Sarebbe percorribile qualora gli interessi di tutte le sei municipalità coincidessero. Alcuni interessi come la tutela della quiete pubblica o la limitazione del traffico potrebbero essere diversi per i comuni costieri rispetto ad altri. L’esperienza dei colleghi del continente mi ha mostrato che la soluzione di un’amministrazione unica non sempre funziona. Determinati servizi però, all’interno della polizia municipale, andrebbero centralizzati».

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