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Sopraelevata, è allarme per il ponte e le sue crepe

ISCHIA. Per vocazione non amiamo il sensazionalismo, e questo crediamo che i nostri lettori (fatto salva qualche eccezione, ma il mondo è bello perché è vario) ce lo riconoscono. E dunque non vogliamo sparare nemmeno in prima pagina titoloni a effetto o che lancino chissà quale allarme. Perché non c’è dubbio che da quando si è verificato il crollo del Ponte Morandi a Genova – tragedia immane che è costata la vita a ben 43 persone che hanno avuto la sventura di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato – lungo tutto lo Stivale, da nord a sud, sia scoppiata una sorta di dilagante psicosi. E’ come se all’improvviso tutti ci fossimo accorti che in Italia non ci sia un solo ponte, cavalcavia o strada ad alto rischio che presenti criticità di svariata natura o che addirittura possa crollare da un momento all’altro. Inevitabile, si chiama effetto domino e ci sta pure se vogliamo riflettere sulla nostra psiche. Ecco perché non si può non rimanere interdetti di fronte ad un’immagine che è ritornata prepotentemente sul web e che mostra una vistosa crepa sotto al ponte che nella zona di via Morgioni e via delle Vigne, per intenderci, regge di fatto la famosa Sopraelevata di Ischia. Un’immagine che vista così è a dir poco inquietante e che ad un occhio profano lascerebbe quasi intendere come se la struttura in cemento armato si stesse letteralmente spaccando in due. Roba da allarme rosso, insomma, ma in realtà le cose non starebbero propriamente così.

A quanto sembra non c’è nel tratto in questione un distacco strutturale – che sarebbe un qualcosa di drammatico – ma semplicemente delle fodera esterna dei mattoni. Che a dirla tutta, in ogni caso, significa magari che il ponte non corre rischi ma che se dovesse staccarsi qualcosa mentre un passante si trovasse a transitare in una zona comunque impervia e poco popolata, ci sarebbe poco da stare allegri. Alcuni testimoni riferiscono che fino a un mese fa la crepa era abbastanza (anche se non completamente visibile) anche guardando dal distributore di benzina o dall’ingresso del Polifunzionale, poi però la rigogliosa crescita di vegetazione l’ha maggiormente nascosta all’occhio umano. Inutile dire che è quantomeno auspicabile che i tecnici comunali – prima ancora di chiamare in causa le autorità competenti e dunque chi ha titolarità sulla strada – si portino sul posto ed effettuino un sopralluogo atto a scongiurare quello che tutti noi immaginiamo e di cui vogliamo essere assolutamente certi, e cioè che non c’è alcun pericolo. Ma di una cosa siamo sicuri: pur non essendo ingegneri, sul posto abbiamo provveduto a scattare qualche altra istantanea e come vedete non ci vuole tanto a capire che almeno sotto l’aspetto puramente “estetico” le strutture che reggono la nota Superstrada di Ischia non sono certamente il massimo della vita. Poi si potrà obiettare che la forma è una cosa e la sostanza è l’altra, ma certamente ad una prima occhiata l’incuria dell’uomo appare un qualcosa di evidente.

Dunque mettiamola così, dare un’occhiata e capire se serve anche qualche semplice intervento di “restyling” certamente non sarebbe una cattiva idea. Ed anche in questo caso il destinatario della richiesta di intervento è presto detto. In seguito al decreto legislativo n. 112 del 1998, dal 17 ottobre 2001 la gestione della Sopraelevata è passata dall’ANAS alla Regione Campania, che nella stessa data ha ulteriormente devoluto le competenze alla ex Provincia di Napoli, dal 2015 divenuta poi Città Metropolitana. Insomma, una bella lettera al sindaco Luigi De Magistris, magari corredata da queste foto che vedete in pagina, crediamo sarà più che sufficiente a far mettere in movimento qualche sopralluogo. Che, e lo ripetiamo ancora una volta a scanso di equivoci, non dovrà servire ad altro che a ribadire che possiamo stare tranquilli.

Gaetano Ferrandino

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