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Forio ricomincia da Del Deo: «Mai temuto la sconfitta, adesso continuiamo a lavorare»

FORIO. Si approssima il simbolico traguardo dei primi cento giorni al timone in questo secondo mandato sindacale. E’ possibile tracciare un primo bilancio?

«Guardi, io faccio politica da tanto tempo, e chi conosce la politica e l’azione amministrativa sa bene che è fuorviante oltre che illusorio parlare di bilanci dopo appena tre mesi: si tratterebbe dunque di proclami che possono essere lanciati solo da gente incosciente o che tende a strappare facile consenso. Un mandato dura cinque anni, alcuni obiettivi si realizzano prima, altri dopo, altri ancora sono il risultato di un’azione intrapresa nel mandato precedente. Penso ai lavori per il parcheggio a Panza, frazione  che ci impegneremo a valorizzare; intanto sono stati affidati i lavori al vecchio Municipio, anche se attendiamo una decisione del Consiglio di Stato; quanto prima sarà indetta la gara per i lavori da Santa Lucia fino a via Cava delle Pezze per indirizzare le fognature fino alla centrale di sollevamento; andremo avanti coi lavori per la pluviale Citara-Panza; abbiamo chiesto il finanziamento per mettere in sicurezza il braccio di soprafflutto del porto dopo 20 anni di incuria; a breve inizieranno i lavori nella piazza di Panza, posticipati per non recare danno alle attività commerciali del posto. Abbiamo cercato di non sovrapporre eventi come le Notti Bianche con analoghe iniziative organizzate da altri Comuni come Ischia: meglio allestire eventi differenti nel periodo natalizio e spostare una Notte Bianca in primavera, quando non ci sono eventi del genere nel resto dell’isola.  Abbiamo mantenuto l’impegno elettorale realizzando la Notte Bianca della Vendemmia a Panza, evento che conclude “Andar per cantine”, un abbinamento quanto mai opportuno».

Le elezioni, la vittoria al ballottaggio e i toni ancora altissimi in campagna elettorale: ma perché Forio non trova mai pace?

«Noi non abbiamo usato toni alti, che invece sono stati usati da chi ha perso le elezioni e ha cercato di passare per vittima. Anche in Consiglio comunale essi hanno detto che abbiamo vinto per una manciata di voti, senza però dire che al primo turno la vittoria anticipata ci era sfuggita per una manciata di voti nettamente inferiore (meno di centonovanta). E non hanno detto che al primo turno abbiamo ottenuto quasi il 40% di voti in più. Con questo iniquo sistema elettorale, mi chiedo se la volontà elettorale sia espressa dai tantissimi voti in più ottenuti al primo turno, oppure dai trecento voti in più ottenuti al secondo turno. Quindi è inutile arrampicarsi sugli specchi: bisogna accettare il verdetto degli elettori».

Nemmeno il tempo di ripartire con l’azione amministrativa che Lei è subito finito nel mirino per l’ordinanza sulle emissioni sonore sul corso. Cosa risponde a chi sostiene che l’ha varata per accontentare alcune persone o addirittura per punire un ristoratore che non era un suo elettore?

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«Questo ristoratore vuol passare per vittima, quando sono ben altri le vere vittime della sua attività. È impensabile che su tutto il territorio di Forio debba esserci musica ad alto volume. Sulla zona costiera c’è già una “movida” che è frutto del grande sviluppo che abbiamo conferito alla zona nell’ultimo quinquennio, e che non ha riscontri in altre parti dell’isola, cosa che ci viene riconosciuta anche dai ristoratori della Riva destra. Ovviamente anche lì dovremo apportare una regolamentazione, ma per tornare alla sua domanda, al ristoratore in questione sono tre anni che chiediamo inutilmente di ridurre il volume delle emissioni sonore: l’esasperazione di numerosi cittadini portò a sfiorare una rissa con un suo vicino. Il Centro storico va preservato: una cosa è svolgere determinate manifestazioni, altra cosa è rendere invivibile tutto il territorio. Respingo la vile insinuazione secondo cui si voleva accontentare alcuni o addirittura  punire colui che non è un mio elettore: ci sarebbero stati gli estremi per chiudere tale attività ma noi non ci abbiamo pensato né tantomeno lo abbiamo fatto. Al musicista che suona in quel luogo (non credo che meriti il titolo di Maestro, visto il suo agire) abbiamo dato grande visibilità, visto che a tutti è stata data la possibilità di crescere in questi cinque anni, ma egli non riesce a capirlo. Siamo d’accordo a fare musica dal vivo come a Capri, a Cannes, a Forte dei Marmi, ma la musica è cosa diversa dal rumore di chi fa ricorso a basi di accompagnamento a tutto volume. Tra l’altro, parliamo di un bar storico che è diventato praticamente un ristorante, e tralascio altre opacità. Ora però è venuto il momento di cercare di mettere almeno un po’ di ordine».

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Quali saranno le priorità di questo suo secondo mandato, i problemi da risolvere per primi a Forio?

«Prima di tutto la gestione dei rifiuti, poi ottenere come stralcio la realizzazione della condotta sottomarina, in attesa del depuratore (per il quale ci vorranno più di cinque anni). L’attuale condotta purtroppo è insufficiente, ecco perché è necessario che il Commissario consenta la costruzione della nuova. Con quella, e con un adeguato grigliaggio a monte, sono convinto che il problema degli scarichi verrà in gran parte risolto: si potranno maggiorare le pompe nella centrale di sollevamento, evitando per sempre l’apertura del famigerato tombino vicino la Cambusa. Altre priorità sono i lavori al vecchio Municipio, l’asilo-nido da zero a tre anni a Panza, dove vogliamo realizzare anche un polo sportivo. E non va dimenticato il progetto per il nuovo waterfront per il quale è stato stanziato circa un milione e ottocentomila euro: si tratta di un’opera che cambierà il volto dell’area da Cava delle Pezze fino ai locali della zona portuale».

Quest’estate non sono mancate polemiche e lamentele per la pulizia delle spiagge non ottimale: soltanto accuse pretestuose o è una situazione da monitorare?

«Sono sicuramente critiche pretestuose: invito tutti a confrontare come erano mantenute le spiagge fino a cinque anni fa e come lo sono state negli ultimi anni. Sono state diffuse  alcune foto che ritraevano altri lidi, altre zone: soliti mezzucci di chi gravita intorno all’attuale opposizione».

Si aspetta dialogo con le minoranze nel consiglio comunale o bisogna aspettarsi un altro quinquennio infuocato?

«Noi siamo aperti a ogni dialogo e a ogni confronto. Ho già ripetuto quello che dichiarai cinque anni fa: questa è un’amministrazione comunale aperta a tutte le forze politiche che siedono in consiglio comunale e che vogliono lavorare per il bene del paese. Forio, lo ripeto sempre, non ha bisogno di maggioranza e opposizione, bensì di una grande maggioranza, nell’interesse di tutto il paese».

Ritorniamo alla campagna elettorale: qual è stato il momento in cui ha pensato di poter perdere, se c’è stato, e quello nel quale invece ha capito che sarebbe stato riconfermato sindaco di Forio?

«Rispondo senza esitazioni: il pensiero di poter perdere non c’è mai stato, né in me né nei componenti della mia coalizione. Eravamo tutti convinti del fatto che avremmo vinto. Sapevamo che al ballottaggio il margine si sarebbe notevolmente ristretto, ma in Italia dove c’erano almeno tre coalizioni si è sempre andati al secondo turno. Nel nostro caso, avevamo cinque coalizioni contro la nostra. Sono andati 75 Comuni al ballottaggio, e solo in 14 casi si sono riconfermati coloro che avevano prevalso al primo turno, cioè soltanto il 20%. E noi eravamo tra questi. D’altra parte questo disastroso sistema tende a premiare il “voto contro” al secondo turno, e in un momento storico difficile per una prolungata crisi economica, che diventa crisi sociale, è anche comprensibile che gran parte della gente per reazione tenda a votare “contro” chi governa, in cerca di risposte. Casi limite si sono verificati ad Avellino e Napoli, dove chi aveva ottenuto dal 40 al 50% al primo turno ha poi perso al ballottaggio contro chi inizialmente aveva avuto poco più del 20%. Stessa cosa a Torino. Ecco perché, data la situazione, la nostra è stata una grande vittoria. Tuttavia da questo momento io non voglio più parlare delle elezioni e del passato, ma del futuro, e ripeto il mio invito alle opposizioni: c’è spazio per tutti, è sufficiente dimostrare di avere la volontà di agire nell’interesse del paese, con proposte costruttive».

L’anno prossimo sono in programma le elezioni europee e quelle amministrative a Casamicciola. Da politico di lungo corso, quali scenari prevede?

«Lo ha detto Lei: proprio perché sono un politico “di lungo corso”, credo che al momento non sia possibile lanciare pronostici in tal senso. È come una mano di poker, e siccome io non sono un giocatore, non azzardo simili previsioni. Per le “europee”, bisognerà valutare il gradimento e la credibilità di cui il Governo godrà l’anno prossimo. Per Casamicciola, ho ascoltato alcune lamentele nei confronti dell’attuale sindaco, però devo anche dire che nei suoi panni io non vorrei esserci nemmeno come pulce: Castagna sta affrontando una situazione difficilissima, che sta provando a gestire al meglio delle sue possibilità. Fra l’altro, per gestire situazioni come questa ci vogliono pieni poteri, ma questi solo il Governo può darli. In altri Paesi tali poteri vengono dati al sindaco, non ai vari “commissari” che ci mettono tempo per capire una parte dei problemi del luogo. Qui, purtroppo, la burocrazia rallenta paurosamente ogni procedimento, anche nel caso di un sisma di limitate dimensioni come il nostro, pur se vanno dimenticate le due vittime e il dolore dei loro familiari a cui va sempre il nostro commosso pensiero. In Italia siamo bravi nelle emergenze, ma poi la burocrazia soffoca lo sviluppo e l’economia. Servono le riforme che ci chiede l’Europa: la giustizia, la sburocratizzazione, e l’alleggerimento della eccessiva pressione fiscale (al 43% di cui si parla, si arriva a oltre il 70% di pressione effettiva col pagamento delle numerose imposte sui servizi).

Un commento su questo nuovo governo…

«È presto per dare un vero giudizio. Il Governo non può pensare solo alla questione dei migranti, e ora deve  focalizzarsi su molti altri problemi  come quelli prima accennati, a cui aggiungo l’enorme tasso di disoccupazione giovanile. Diciamo che l’inizio non è stato negativo, ma ripeto: ci vorrà ancora tempo per un giudizio articolato».

È ancora presto per parlarne, ma tra cinque anni Lei non potrà più ricandidarsi: nella sua squadra ci sono figure pronte a succedere a Francesco Del Deo?

«Certo che ci sono. Già nella precedente consiliatura erano presenti numerosi elementi adatti, anche se poi si è preferito rinforzare la formazione già esistente. Fra l’altro, come Lei ricorderà, sin dal giorno successivo alla mia elezione cinque anni fa sono stato oggetto di offese e volgari calunnie riportate dalla stampa, dai social, indignando anche i componenti della mia squadra, che hanno consolidato la convinzione a riproporre la nostra formazione anche alle recenti elezioni, anche per una questione di principio».

Dove e come vorrebbe lasciare Forio nel 2023?

«Vorrei lasciare Forio facendo sì che i giovani si trovino nella condizione di poter realizzare i loro sogni. La popolazione italiana sta invecchiando, e così anche quella dell’isola d’Ischia, e siccome i giovani sono il futuro del paese, bisogna proteggere le loro speranze e le loro aspettative, dimostrando che esse hanno possibilità di materializzarsi. È questo l’obiettivo finale dei prossimi cinque anni, al di là della realizzazione delle infrastrutture: queste ultime sono realizzate dagli uomini, quindi dobbiamo aiutare i giovani a mettersi in gioco. Dobbiamo riavvicinarli alla politica, dopo le disillusioni degli ultimi due decenni che hanno spinto molti quarantenni all’antipolitica, e rimettere i giovani al centro della società».

Francesco Ferrandino

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