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La teoria del “complotto” …

 

 

Di Mauro Iovino

È opinione comune, dominante, che la nostra isola sia dal punto di vista naturalistico e paesaggistico, meravigliosa! Un dato di fatto incontestabile che trova tutti d’accordo. Un po’meno quando invece si va a discutere degli abitanti di quest’isola, gli ischitani. Il quadro peggiore me lo dipinse anni fa l’ex dirigente del commissariato di Ischia, poi Questore, Vincenzo Mauro che disse: quest’isola è un “covo di vipere”. Se lo diceva lui che aveva ben chiaro il quadro della situazione, pensai io che all’epoca avevo poco più di 19 anni, sarà così. Col tempo ho imparato a studiare, conoscere e “comprendere” gli ischitani che a volte danno prova di grande sensibilità e umanità con manifestazioni di solidarietà incommensurabili, altre volte, soprattutto nel campo giuridico, danno il peggio di sé! Da un anno a questa parte sono scoppiati una serie di scandali che hanno investito la pubblica amministrazione e ne abbiamo letto di cotte e di crude. In tutte queste inchieste c’è un minimo comun denominatore: il fattore “complotto”!

I soggetti indagati, molti dei quali sono diventati imputati nel corso dei mesi trascorsi, ogni volta, invece di tentare di scardinare l’accusa e di parlare del merito hanno avanzato – innanzitutto – la teoria del complotto contro se stessi!

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Il caso emblematico, rappresentativo di questa teoria fu riaffermata sin da subito dal Sindaco di Ischia Giosi Ferrandino il quale, dalla casa circondariale di Poggioreale dove era rinchiuso esternava sul complotto contro se stesso. Tesi che tentò di riaffermare con forza uno dei suoi difensori che voleva tentare di convincermi del complotto posto in essere. Cosa affermavano Giosi e il suo avvocato?

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Che tutta la storia della Cpl Concordia era stata ordita dai servizi segreti in combutta con il pubblico ministero Henry John Woodcock il quale mirava a colpire il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, avendolo intercettato mentre era al telefono con il Generale Adinolfi. In sintesi: tramite Giosi Ferrandino che era del Pd ed aveva rapporti telefonici con Guerini della segreteria nazionale del Partito democratico l’obiettivo prìncipe era Renzi e perché Woodcock potesse continuare ad operare gli serviva la “competenza territoriale”. Ecco perché – secondo la teoria del complotto di stampo Giosiano – venne arrestato il sindaco di Ischia. In pratica: veniva utilizzato per avere la competenza territoriale e quindi come trampolino di lancio per colpire il Governo! Tutto questo invece di pensare a discutere del merito o meno delle accuse rivolte sul contratto fatto con l’hotel Le Querce e non con un altro albergo dell’isola. Tutto questo invece di dire all’opinione pubblica perché la Cpl Concordia tra tanti e tanti avvocati presenti a Roma si avvalesse invece della collaborazione, corposamente retribuita, a Massimo Ferrandino, fratello del sindaco di Ischia…

Quando Giosi Ferrandino tornò in libertà centellinò i suoi incontri con i giornalisti ischitani fornendo ad ognuno un pezzetto della sua verità, facendo attenzione a chi fosse il suo interlocutore.

A qualche collega venne fornita la tesi del complotto di Stato e questi abboccò come un pesce e quando scrisse il suo pezzo per un noto quotidiano ci rimase male che a Napoli ci avessero messo pochi minuti per gettarlo nel cestino…

Poi ad ottobre è venuta la volta di Stanziola che sin dalle prime concitate fasi dell’arresto ha parlato della tesi del complotto contro se stesso. Un complotto che sarebbe stato ordito dal Comandante della stazione dei carabinieri di Barano (per non si sa quale motivo) che avrebbe tramato contro Stanziola. Agli amici che ipotizzavano tale scenario prima feci una grossa risata e poi spiegai che il Maresciallo Bonavoglia è persona seria e onesta e che non era sua abitudine lavorare complottando contro questi e quello, ammesso che i vertici dell’Arma glielo facessero fare.

Poi è stata la stessa Di Scala che sempre nell’ambito dell’inchiesta “Free market” nel corso di una telefonata intercettata dai carabinieri parlava con un suo amico di un complotto da parte “dei carabinieri da un lato e dell’avvocato Elena Nonno dall’altro” …

Su questa linea si è mantenuto sin dall’inizio dell’inchiesta l’ex comandante della Polizia Municipale di Procida, Trotta, che sentiva puzza di complotti alle sue spalle, orditi dall’Arma dei Carabinieri. La verità storica e processuale poi ha dimostrato che non c’era alcun complotto ma ben altro!

Lunedì scorso, la comunità isolana ha appreso, come un fulmine a ciel sereno, dell’arresto del Maresciallo della Guardia Costiera di Ischia, Vanni Ferrandino. Se in pochi si sono spesi sull’arresto dell’altro soggetto indagato, D’Abundo, diversamente è stato per Vanni Ferrandino. Di fronte ad un quadro indiziario schiacciante anche in questo caso c’è stato qualcuno che si è affacciato alla finestra tentando di ipotizzare la “teoria del complotto” da parte di qualche collega o componente dell’Arma. I sostenitori di tale tesi sono però andati a sbattere contro un muro di “cemento armato” quando hanno appreso che tale tesi era inverosimile ed insostenibile visto che le indagini erano state svolte in via del tutto esclusiva dal solo Comandante della compagnia carabinieri di Ischia e che nessun altro era a conoscenza di tale inchiesta.

Per concludere: ogni volta che ci imbattiamo in questioni giudiziarie nella pubblica amministrazione in cui vengono coinvolte personalità che si sono ritenute sino ad allora intoccabili invece di difendersi dal merito delle accuse viene tirata in ballo l’ipotesi della “teoria del complotto” e meglio se a dar man forte arriva il cretino di turno che ha la disponibilità di usare un organo di stampa, cartaceo o on line che sia!

OGGI TUTTI AL VOTO

Oggi si vota il referendum popolare relativo all’abrogazione della previsione che le attività di coltivazione di idrocarburi relative a provvedimenti concessori già rilasciati in zone di mare entro dodici miglia marine hanno durata pari alla vita utile del giacimento.

 In sintesi: i sostenitori del referendum chiedono che sia abrogata la norma che prevede per le multinazionali la possibilità di svuotare il giacimento petrolifero o di gas e che debbano fermarsi alla scadenza della concessione prevista dallo Stato. Smontare l’impianto e lasciare il mare in santa pace.

Si può essere o meno d’accordo sul quesito referendario e per questo la nostra Costituzione ci offre la scelta di votare SI o NO, l’importante è andare al seggio ed esprimere civilmente la propria preferenza. Chi ha paura del voto dei cittadini italiani ha qualcosa da nascondere…

mauroilgolfo@gmail.com

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