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La California, l’isola e il suo futuro

Chiunque sia stato in una spiaggia della California o di altre località centro americane che poggiano le proprie economie sull’indotto del turismo, avrà notato una perfezione e una cura quasi maniacali nei servizi offerti. Anche troppo, al punto da riuscire a fiutare un pizzico di posticcio artefatto. Impossibile, soprattutto se si sono frequentate le meravigliose coste italiane, poi non comparare le situazioni. Prendiamo Ischia ad esempio: ho ancora negli occhi la suggestiva immagine di qualche giorno fa: un arcobaleno è spuntato improvvisamente nel cielo grigio del primo pomeriggio, fermandosi alle spalle del Castello aragonese in una rapida tregua dal maltempo che stava imperversando nel golfo di Napoli durante la prima settimana di febbraio. Sembrava che quel portento naturale volesse inchinarsi e rendere omaggio alla beltà ischitana. Ma poi lo stesso giorno le cronache ci hanno resi edotti su circa 1000 «furbetti delle residenze» che la mettevano fittizia nelle isole del Golfo solamente per evadere le tasse.

Da un lato la bellezza dirompente della natura in un luogo che, da solo, rappresenta il 50% del turismo in Campania, dall’altro la mancanza di un senso civico in alcuni. Ischia ha bisogno di tutto; dalla buona politica alla buona cittadinanza, che rispetti le regole e le leggi, che ami e nutra il proprio territorio. In occasione del terremoto abbiamo visto che questa zona, tanto bella quanto travagliata, sia stata vittima due volte: prima del sistema di informazione che ha annunciato una catastrofe che non era tale e dopo, quando si è preso atto delle dimensioni modeste del sisma, dell’abbandono di quasi tutti i politici, con poche eccezioni. Dopo sei mesi tante, troppe persone sono ancora per strada. E senza certezze. Non è stato stanziato un euro se non quello che, grazie a un forcing nella legge di stabilità, alcuni parlamentari, vicini al territorio, hanno ottenuto. Soprattutto non si può mettere mano alla ricostruzione per un groviglio burocratico che il Governo non è stato capace di affrontare. Non servono contributi a fondo perduto, ma misure “intelligenti” come l’esenzione triennale dell’Iva. Così, senza mettere le mani in tasca ai cittadini, potrebbero ripartire i consumi nell’Isola. Perché non serve, come in California, alle Bahamas o alle Maldive, curare maniacalmente i servizi da offrire i turisti. Basta riceverli in strutture accoglienti e raccomandargli solamente di guardarsi intorno.

PANZER

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