LE OPINIONI

Sotto Tiro di Mizar Schiaffi in faccia

Da quando Facebook avvicina i popoli riceviamo dagli emigrati ischitani sparsi per il mondo una serie di schiaffi in faccia. Gli ultimi arrivano dalla colonia ischitana di San Pedro in California. Figli di ischitani o addirittura ex giovani, emigrati nel dopoguerra, si rammaricano delle condizioni in cui i politici, a loro dire, hanno ridotta l’isola. E la cosa più bella è che esortano gli ischitani residenti a ribellarsi ai politici. Bisogna dare ragione a queste persone perché gli ischitani siamo diventati un mucchio di pecore. L’idea di ribellarsi a suon di bombe non esiste più, per fortuna, nel nostro modo di vivere, ma che non riusciamo neanche a reagire in modo democratico questo per gli ischitani all’estero e per alcuni di noi è intollerabile. La serie enorme di provvedimenti che rasentano la demenza, presi dagli amministratori isolani, aumenta giorno dopo giorno.

La maggior parte, a partire dai concorsi per assumere personale nei posti pubblici o per mettere su una iniziativa per tentare di risolvere qualche problema, mostrano sempre un aspetto clientelare. Osservando si nota sempre in qualsiasi progetto il fine di favorire qualcuno. Ciò appare agli occhi della gente anche quando in effetti questo obbiettivo non esiste nella mente dell’amministratore.

Nel Comune di Ischia, la voglia matta di fare qualcosa di buono da parte del Sindaco Enzo Ferrandino, viene vanificata dall’improvvisazione dei provvedimenti e dal conseguente ritorno sui propri passi perché il progetto non è stato studiato bene fino in fondo. Dispiace constatare che la bella operazione di voler regolare gli imbarchi al Porto cozzi contro elementari regole.

Voler dare ad una sola società il parcheggio ex Guerra e poi far gestire l’operazione successiva, da questa società, in forma privatistica, non è delle più logiche.

E poi perché attribuire una buvette, indispensabile in quel posto come servizio agli utenti che imbarcano, in forma diretta e non permettere anche ai bar che stanno sul porto che subiscono un danno reale di partecipare, magari in forma di cooperativa, alla gara? Può un Ente aver paura di un privato, che si è visto sottrarre il posteggio, accettare un compromesso? Il parcheggio con quali armi legali è stato sottratto ai privati? E se sono state seguite le regole perché aver paura di affrontare un giudizio? La democrazia che vige a San Pedro di California perché è diversa da quella di Porto d’Ischia? Forse i miei amici di San Pedro hanno ragione a stigmatizzare sulla rovina di Ischia?

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Io mi prendo una cosa tua e ti do una cosa mia, vabbè le cose sono NOSTRE. si chiama baratto caro Mizar

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