CULTURA & SOCIETA'

Gli anni dei ricordi 1948-1952: dopo il pranzo della festa tutti allo stadio delle alghe per la storica partita “pro conigli “ contro “pescicani”

QUANDO LA STORIA POPOLARE NON SI DIMENTICA / I ricordi di un evento sportivo al largo spiazzo delle Alghe davanti al Castello fra òe barche dei pescatori di Ischia Ponte in un primo pomeriggio di una giornata particolare vissuta e goduta in nome di San Giovan Giuseppe della Croce

Dal 1945 al 1950 gli ischitani di Ischia Ponte e di Villa dei Bagni al Porto, festeggiavano questo giorno 5 Marzo, dedicato al Santo Concittadino Giovan Giuseppe della Croce, con un avvenimento sportivo davvero singolare che richiamava nelle prime ore pomeridiane, appena dopo pranzo, più gente possibile, giù al largo spiazzo delle alghe, poi battezzato lo “stadio delle alghe” per la strana quanto divertente partita di pallone, dove i gol segnati venivano contati col pallottoliere, fra le risate spensierate dei numerosi spettatori accorsi, forse ancora col…boccone in bocca. Questi erano gli stessi che al mattino,siamo nell’anno 1948, vestiti con l’abito della festa, avevano assistito, come anche negli anni precedenti, al pontificale del Vescovo di Ischia Mons. Ernesto De Laurentiis delle ore 9,00 ed alla messa di mezzogiorno del parroco Don Agostino d’Arco nella vicina chiesa dello Spirito Santo dove per l’appunto, si venerava e si venera, la settecentesca statua del Santo protettore. Lo si vedeva, l’entusiasmo era a mille, anche perchè quel singolare avvenimento sportivo-teatrale era stato annunciato qualche giorno prima con uno scoppiettante manifesto, si fa per dire, scritto a mano e partorito dalla fervida fantasia, del compianto Sparaspilli, al secolo Giovanni Lauro. Il manifesto-annuncio recitava così: “Cittadini e paesani attenzione ! sabato 5 marzo alle ore 3 del dopo mangiato allo stadio delle alghe grande incontro di “calci” PROCONIGLI e PESCICANI – qui seguono le formazioni. Per arbitro Andrea dei Monti , Guardialinee Gino Cacciapuoti e Scisciò Morandi. Giudice di campo Zio Tito. Supervisore Giannino Messina. E, in fondo al manifesto si leggeva: entrata gratis (non c’erano porte, era tutto aperto ndr). Elenco giocatori: Nerone, Scipione, Zembrone, Ricchiella, Cartusciello, Ngiulella, Zizzimbò, Mangiazoccole, Scugnato, Pellegrino, Raustaro, Cazzillo, Pannazzaro, Taliano, Sarzano, Ricchiulillo, Perrillo, Bacchittone, Panzone, Girepitt”.

Un paio di giorni prima di quel 5 marzo del 1948, il banditore Tore ‘e Carretta, a voce alta per tutte le strade del paese, lanciava a suo modo l’importante proclama alla popolazione con le seguenti parole:”Popolo, sentite, sentite, sentite, sabato 5 marzo c’è la grande sfida del pallone, i Proconigli si scontrano con i pescicani”. E così fino al giorno della partita, dove la gente rispose compatta e si ritrovò, gomito a gomito a seguir quello storico incontro, che non era il primo, e nemmeno l’ultimo, almeno fino al 1951 ed anche 1952. Le formazioni in campo si identificavano con due nomi improvvisati: “Bomba Atomica” e “ Texas” e venivano accompagnati in campo da una spettacolare sfilata che partiva dal palazzo dell’Orologio fino al terreno di gioco dove due sedicenti tenori, Mastu Giorgio Sorice e Francisco u’ Sargente prima della partita cantavano insieme la nota canzone napoletana “’O surdato Nammurato”. Alla sfilata vi prendeva parte anche la Ndrezzata che con le sua esibizione al centro del campo delle Alghe e con lo sparo degli immancabili tric trac, si dava l’avvio alla partita-spettacolo. E che spettacolo, se si tiene conto della cornice di pubblico festante che circondava l’arena, sistemato, con il folto gruppo dei seminaristi in testa, sul muraglione, dietro le porte, sulle case e sul terrazzino centrale che fungeva da tribuna d’onore,ove vi prendevano posto il Vescovo De Laurentiis, il parroco dello Spirito Santo Don Agostino D’Arco, il parroco della Cattedrale don Vincenzo Cenatiempo, il canonico Polito, Mons. Onofrio Buonocore, il Gerarca Tallarico, il Sindaco di Ischia Vincenzo Telese, il Generale Efisio Marrasi, Capo di Stato Maggiore dell’esercito italiano, il Comandante del Palazzo Reale e quello della Capitaneria di Porto. Il tutto condito dalla presenza della banda musicale Città di Ischia che diretta dal maestro Sasà Tabor intonò la musica della canzone “Addo sta Zazà”. Quei giocatori in campo, dai noni indefinibili, ormai in età matura, erano le vecchie glorie da un passato sportivo notevole, prima con la forte squadra del Littorio e poi con la prima A.S. Ischia. Costoro si costituirono in due circoli sportivi, la Pro Ischia con sede a Villa Bagni, ossia Porto d’Ischia e la Robur a Ischia Ponte. I loro veri nomi vale la pena ricordarmi, e cioè: Commitante, De Simone, Ferrandino, Trani, Terzuoli, Nino D’Amico, Sorrentino, Ungaro, Calise, Mattera, Cigliano, Di Meglio, Di Massa, Salzano, Pilato, Filiberto, Scipione, Califano, Barile, Lauro, Migliaccio, Prota, Mattera, Messina. Tutta gente bene inserita nel tessuto sociale locale, chi con mestieri e chi con professioni di successo. A riportarli in campo, sebbene col fiato corto e pancetta prospiciente, fu proprio Sparaspilli che oltre a coniare i nomi delle due squadre contro, ideò la festa con tutti i suoi contorni, dentro e fuori del campo da giocatore protagonista e da inimitabile mattatore. Sparaspilli,fino al 21 settembre de 2014 passato, giorno della sua scomparsa alla veneranda età di 94 anni, è stato finche era in vita, l’ ultimo superstite, di una brigata di giovanotti del tempo,che a modo loro seppero scrivere una bella pagina di storia. “A partita terminata, ci raccontava Sparaspilli, i gol non venivano mai contati. Si applicava la regola del passato col vecchio detto “chi ha avute avuto e chi ha dato ha dato”. Cosi si festeggiava il 5 marzo, giorno del Santo Concittadino e della certezza di poter accogliere una primavera che stava per arrivare.

michelelubrano@yahoo.it

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