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TERREMOTO: SCONFITTI I BUROCRATI MINISTERIALI E QUANTI REMAVANO CONTRO I COMUNI

Si è parlato e scritto di “silenzi”, colpevoli silenzi dei Sindaci (Castagna, Pascale e Del Deo) sulla prima stesura del decretino gialloverde “salvo intese”. Ma il problema non era evidentemente il silenzio dei Sindaci. E’ proprio l’opposto: il problema era la confusione, la babele di attori in campo, le voci contrastanti, i troppi documenti e documentini circolati, alcuni consegnati direttamente nelle mani dell’avvocato del popolo, premier Conte, che hanno – a primo acchito – dato un ottimo alibi alla burocrazia ministeriale per mettere a punto (copia e incolla, in qualche caso senza copia ma solo incolla) un decreto che lasciava assolutamente le cose come stavano. Non erano state recepite le indicazioni delle uniche quattro persone che valeva la pena ascoltare: gli scienziati Luongo e De Natale e gli esperti di diritto amministrativo ed urbanistico Bruno Molinaro e Sebastiano Conte. Fortunatamente, poi, proprio il lavoro sottotraccia , portato avanti con umiltà dai Sindaci (a dire dell’avvocato Molinaro, in particolare del Sindaco Pascale che aveva sposato in pieno gli emendamenti suggeriti) hanno sortito effetti positivi. Anche se resta molto altro da fare. Come, per esempio, capire se il proprietario di una casa costruita nella legittimità, che sia stata danneggiata dal terremoto, possa comprare un’altra casa già esistente in zona diversa, ottenendo dallo Stato un contributo pari al valore della casa danneggiata. Ma soprattutto bisogna porre mano alla  pianificazione territoriale con l’ausilio della Regione e l’immediato insediamento dell’Ufficio Regionale distaccato ad Ischia, così come richiesto dalla consigliera Di Scala.

Ma per capire meglio tutta la situazione, riparto dal Convegno del P.I.D.A. organizzato a Villa Arbusto venerdì della settimana scorsa da Giovannangelo De Angelis. E’ vero sono passati un po’ di giorni da quell’incontro ,che il Golfo ha puntualmente resocontato con Gianluca Castagna. Ma sono emersi, in quel convegno, indirizzi e divergenze su cui è bene spendere altre parole . Giovannangelo De Angelis è stato encomiabile per l’impegno profuso e per la capacità di coinvolgere tre Università e decine di progettisti; il commissario straordinario all’emergenza, arch. Giuseppe Grimaldi e l’Assessore regionale all’Urbanistica Bruno Discepolo sono sembrati pompieri che dovevano spegnere l’incendio della folla stanca ed arrabbiata. I Sindaci, sballottati tra le pressioni popolari e i tecnicismi dei burocrati ministeriali, sono apparsi in confusione; ingegneri ed architetti erano tutti protesi a dimostrare la potenza della tecnica (materiali indistruttibili, tecniche ultra moderne). Ma, se è vero che la scienza progredisce, è vero altresì che l’incognita è sempre dietro l’angolo, soprattutto quando c’è alle spalle una storia sismica precisa e inequivocabile. E’ un caso che, nello stesso tempo, il filosofo ischitano Raffaele Morelli abbia organizzato un seminario internazionale di filosofia sul rapporto tra l’uomo e la natura? Va bene il progresso, la protopia degli architetti, ma non perdendo di vista mai i possibili “cigni neri” che possiamo trovare sul nostro cammino.

Le donne dei Comitati popolari, feroci verso i Sindaci, sono apparse stranamente entusiaste del governo regionale (ma possono incidere, su tale divaricante giudizio, i soli esempi positivi della dirigente isolana Lucilla Monti e di Maria Grazia Di Scala che si è battuta per un Ufficio Regionale sull’isola per gli interventi di pianificazione territoriale?). Discorso analogo vale per il Meetup Amici di Beppe Grillo, coordinato dall’arch. Caterina Iacono, che ha fatto pervenire al premier un documento nel quale vi è totale delegittimazione dei Sindaci e delle amministrazioni comunali e sperticati elogi alla Regione, a cui avrebbero voluto che il Governo assegnasse poteri straordinari “senza l’ingerenza e l’interferenza talvolta inopportuna di una classe politica locale disabituata al dialogo con i bisogni dei cittadini”. Attenzione, cittadini di Casamicciola e Lacco, siamo i primi a lamentare le insufficienze dei Comuni isolani, ma non facciamoci del male da soli, favorendo lo “svuotamento” delle istituzioni comunali , anche perché – una volta svuotate – gli aspiranti amministratori alternativi non troverebbero più spazi di manovra. Pretendiamo di più, ma non contribuiamo alla loro cancellazione dai centri decisionali! Rischieremmo di dare  l’ultima e decisiva spallata all’intermediazione democratica. Attenzione ancora che quello che ho affermato  non è in contrasto con quanto più volte sostenuto,anche su queste colonne, dall’amico Peppino Mazzella e cioé la necessità di trovare un anello di congiunzione tra legislazioni concorrenti (Stato-Regione). Su questo argomento, il Decreto, all’art. 17 comma 3 prevede che “Il commissario straordinario opera in raccordo con il Presidente della Regione Campania al fine di assicurare la piena efficacia ed operatività degli interventi”.

Per quanto riguarda il resto dell’isola, non voglio qui ripercorrere il ginepraio di vincoli e norme che hanno fatto di Ischia il territorio teoricamente più inviolabile d’Italia (con l’unica conseguenza che è stato di fatto più volte violato, in mancanza di sbocco legale). Ci limitiamo a dire che riconoscere, anche a chi ha costruito abusivamente, il diritto di essere aiutato dallo Stato ad avere un’abitazione decente in luogo di quella abusiva se va abbattuta, è un atto di solidarietà e di giustizia sociale niente affatto scandaloso e non è provvedimento “di destra”, anzi è la sinistra che dovrebbe battersi per questo riconoscimento. Sì, housing sociale, co-housing, da destinare a chi dovrà vedere abbattuta una casa abusiva e non sa dove andare ad abitare né ha altri soldi propri per acquistare una casa regolare. Bisogna anche avere il coraggio, come io faccio in questo momento, che non è vero che non esiste altra ipotesi al di fuori di una ricostruzione lì dove erano le case danneggiate dal terremoto. E’ vero che zone come il Maio costituivano, in passato, il centro socio economico di Casamicciola (basta guardare il quadro di Ary Renan) ma è anche vero che l’isola d’Ischia è talmente bella ed accogliente che una diversa ubicazione, nello stesso Comune o in altri dell’isola, non sarebbe un trauma. Certo, abbiamo esempi, come quello dell’Aquila, dove l’idea di costruire, fuori dal centro storico, una new town è fallito e ha portato una dispersione e un disorientamento umano. Ma noi siamo un’isola storicamente abituata a subire eventi esterni (alluvioni, eruzioni, terremoti, attacchi barbarici o di eserciti nemici) che ci facevano ritirare o espandere secondo le esigenze, spostare o sostare a seconda della convenienza. Il mare che  ci circonda può farci paura, non i confini dei 6 Comuni o del piccolo – per quanto storico – rione. Noi non siamo centro storico circondato dal nulla periferico. Ischia è un gioiello globale! Ho detto che non sarei entrato nei tecnicismi normativi, preferendo considerazioni di carattere umano e sociale.

Tuttavia non posso non rilevare che voci autorevoli, come quella dell’avv. Bruno Molinaro e, per aspetti specifici, del prof. Sebastiano Conte, hanno contribuito a sbrogliare la matassa. La burocrazia ministeriale era apparsa sorda ed attenta a perpetuare se stessa e a soggiogare politici nazionali impreparati, senza esperienza e senza la necessaria cultura di governo. Ma Molinaro e Conte (Sebastiano, non il premier) hanno supportato i Comuni di Casamicciola, Lacco e Forio, con l’ausilio del ricorso contemporaneamente al terzo condono e ai capi IV e V della L. 47/85 e successive modifiche introdotte dalla L. 724/94, per le quali la sanabilità delle opere può prescindere dalla doppia conformità urbanistica. Fortunatamente il “salvo intese” si è sciolto positivamente in un’opportuna rivisitazione degli artt. 24 e 36, che riguardano la risarcibilità dei danni alle case danneggiate e alle imprese che abbiano registrato un decremento degli incassi superiore al 30% della media degli ultimi tre anni. Certo, questo provvedimento, che dà la possibilità solo alle case terremotate, di usufruire del terzo condono, crea delle sperequazioni. Chi, anche a breve distanza dalla zona delimitata, ha una casa che non è rientrata nel terzo condono, continuerà a non poterne usufruire, a differenza di quelle danneggiate. E’ un paradosso, ma obiettivamente, il risultato ottenuto sembra il massimo, stante l’attuale situazione politica ed economica. Né mi sembra sostenibile una battaglia per correggere ulteriormente il Decreto, estendendone i benefici all’intera isola. Bisognava e bisogna tutelare chi non ha un tetto sopra la testa. I riverberi economici negativi nel resto dell’isola possono considerarsi parte delle incognite cui vanno incontro gli imprenditori. Fa parte del rischio d’impresa. E poi, si consideri che, se tale decreto filerà liscio per la trafila parlamentare e dei possibili ricorsi, avrà segnato un solco importante per l’isola d’Ischia. Sarà stato sfatato il tabù del “ non possumus” del limite invalicabile segnato dai precedenti giurisprudenziali in tema di abusivismo edilizio. Sarà stato provato che il Parlamento è sovrano, che il popolo è sovrano e che, quando c’è la volontà politica, tutto può cambiare.

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Franco Borgogna

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