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Liquami fognari, l’EVI fa un pretrattamento spinto

Una lunga, dettagliata e doverosa precisazione dell’Evi dopo le dichiarazioni rese al nostro giornale in un’intervista dal patron del Regina Isabella, Giancarlo Carriero

Gentile Direttore,

Leggendo l’intervista a Giancarlo Carriero, patron del prestigioso albergo “Regina Isabella”, sulle problematiche che affliggono l’isola d’Ischia, specie in chiave turistica e d’immagine, pubblicata dal “Golfo” in data 1 settembre, sono letteralmente trasecolato quando ho incrociato quest’affermazione fatta dall’imprenditore: “(…) sversiamo i liquami a mare senza nemmeno un pretrattamento iniziale”.

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Sono davvero sorpreso che una persona attenta come il dott. Carriero non abbia conoscenza (benché la circostanza sia stata più volte sottolineata anche dai mass media locali e dal “Golfo”) del fatto che è vero proprio il contrario! Ad Ischia non esistono (ancora) i depuratori fognari e, quindi, non c’è (ancora) una depurazione intesa secondo la stretta osservanza delle normative ambientali, ma non è assolutamente vero che i liquami arrivino a mare “tal quali”! Non è assolutamente possibile che quello che viene buttato nel gabinetto arrivi a mare identico, specie se si tratta di oggetti solidi come cotton fioc, assorbenti, pannolini e via discorrendo, ammesso che esista ancora qualcuno che getti nel water queste cose.

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L’EVI gestisce una complessa e lunghissima rete fognaria, che recapita in diverse condotte sottomarine a notevoli profondità e distanze dalla costa. A monte di queste condotte ci sono altrettante centrali di sollevamento e pretrattamento. I liquami che arrivano in centrale dalle utenze vanno incontro ad una serie di complessi processi: grigliatura, dissabbiamento, disoleatura, aerazione e trattamento con enzimi. Quello che viene immesso in condotta ed arriva a mare è composto, sostanzialmente, quasi esclusivamente da prodotti organici, oltre ad una quota di detersivi (peraltro quelli non biodegradabili sono vietati da ordinanze di tutti i Comuni dell’isola). È impossibile, come detto, che a mare arrivino assorbenti, pannolini ed altri oggetti solidi.

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L’EVI spende ogni anno cifre enormi per far funzionare questo sistema ed impedire che avvenga quello di cui parla, a sproposito, il dott. Carriero. Assolutamente nulla finisce a mare direttamente.

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Le somme che l’EVI spende sono superiori agli introiti derivanti dalla tariffa idrica, e questo fa capire lo sforzo anche finanziario che il gestore deve sostenere proprio per tutelare il nostro mare ed assicurare il corretto funzionamento del settore fognario.

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A questa lettera allego (nel caso il giornale voglia pubblicarle) quattro fatture prese a caso: due per il 2018 e due per il 2019. Solo nei giorni 17 e 20 luglio 2018 l’EVI, per rimuovere dalla centrale di “San Pietro”, ad Ischia, i fanghi e le sostanze che residuano dai processi di pretrattamento spinto che vengono effettuati, ha speso rispettivamente 30mila 500 euro e 29mila 707 euro; il primo maggio di quest’anno, cioè a stagione turistica ancora non decollata e dunque con la presenza di pochi turisti, l’EVI ha ricevuto una fattura di ben 48mila 190 euro per smaltire i fanghi della sola centrale fognaria “Cristoforo Colombo” di Forio; ed a Lacco Ameno, dove sorge l’albergo “Regina Isabella”, sempre il primo maggio 2019 l’EVI ha ricevuto una fattura di 12mila 200 euro per la pulizia della centrale “Capitello”; e per questo 2019, fino al 30 agosto, ancora per Lacco Ameno, l’EVI ha già dovuto spendere complessivamente 64mila euro!

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Nel solo anno 2018, per manutenzione, smaltimento di fanghi, sostituzione e/o riparazione di elettropompe ed altri meccanismi, per riparazione delle condotte sottomarine, energia elettrica ed analisi chimiche (facciamo analizzare la composizione batterica e chimica dei flussi fognari in entrata ed in uscita, oltre al materiale da portare in discarica) l’EVI ha speso 1 milione 866mila 455 euro, avendo ricavato dalla tariffa idrica 1 milione 531mila 319 euro; lavorando, quindi, in perdita per oltre 300mila euro, ma continuando doverosamente a farlo per salvare la qualità del mare e l’immagine turistica dell’isola d’Ischia, come del resto indirettamente riconosciuto dall’Arpac, che ha attestato l’elevatissima qualità del mare ischitano anche in questa estate 2019.

Quindi, rassicuro il dott. Carriero: c’è un’organizzazione enorme e complessa che si occupa di trattare i liquami prima che vengano immessi in mare.

Diverso è il discorso degli alvei naturali non gestiti dall’EVI (come, ad esempio, il Rio Corbore), dove alcuni cittadini hanno abusivamente immesso le loro condotte fognarie private: in quel caso, in occasione di nubifragi, può arrivare a mare veramente di tutto. Però, per fortuna, siamo di fronte a casi eclatanti, indubbiamente, ma sporadici ed eccezionali.

Grazie per l’ospitalità.

dott. Massimo Coppa

Resp.le Ufficio Stampa

e Relazioni Esterne EVI spa

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