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Mitrione e il lockdown bis: «Serve un sereno senso di responsabilità»

L’isola inizia oggi a vivere la sua seconda “full immersion” in zona rossa: la parola al comandante della Compagnia dei Carabinieri che confida (ed ha pochi dubbi) che ancora una volta la comunità ischitana si dimostrerà ligia alle regole. E c’è anche un primo bilancio del 2020

Cambia tutto, iniziando dal colore che diventa rosso. Anche se come al solito la decisione è arrivata “last minute”. Qualcuno è rimasto sorpreso, qualcun altro disorientato, certo non siete rimasti spiazzati voi che al controllo del territorio siete abituati per vocazione. Ma volevo iniziare chiedendole cosa vuol dire anche per lei e per la Compagnia che dirige questo ritorno al passato?

«Diciamo che si tratta di un ritorno al passato che mi piace “disegnare” come un nuovo obiettivo da raggiungere. Perché una cosa mi sembra chiara, se è stato valutato di inserire la Campania in zona rossa, con le limitazioni che ne conseguono, si vuole operare nell’ottica di prevenire o arginare la diffusione del contagio da covid-19. Si ritorna di fatto alle limitazioni cui eravamo stati abituati nella Fase 1, e dunque nel primo lockdown, con la ripresa di un’attività di controllo più incisiva in determinati aspetti. Ma mi lasci fare una sottolineatura…».

Prego.

«I controlli non devono assolutamente essere interpretati nel senso sanzionatorio o esclusivamente sotto quell’aspetto, ma devono invece essere mirati ad informare la popolazione ed offrire il giusto supporto. Insomma, parliamo di quello che da sempre contraddistingue l’Arma dei carabinieri e che anche nel primo lockdown abbiamo messo in atto».

Il vostro è da sempre un rapporto privilegiato e diretto con i cittadini, lo racconta la storia dell’Arma. E’ chiaro e inevitabile che anche l’approccio del cittadino all’imposizione di una nuova serie di limitazioni non potrà essere lo stesso rispetto alla scorsa primavera. E immagino sia un aspetto da tenere, sia pure partendo dal presupposto che le leggi si rispettano, in debita considerazione.

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«Devo riconoscere che nella prima fase il cittadino ha dimostrato gran senso di responsabilità, e parliamo di un momento in cui oggettivamente il contagio sull’isola era decisamente limitato. Ad oggi credo e sono convinto, conoscendo l’indole della cittadinanza, che quel senso di responsabilità che ho appena citato sia addirittura esponenzialmente aumentato, e le regole saranno osservate in modo ancor più scrupoloso, visto che la diffusione del virus “corre” anche sul territorio locale».

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C’è anche chi ha sostenuto, forse in maniera cinica ma anche estremamente pratica, che se proprio nuovo lockdown doveva esserci, sull’isola non poteva capitare in un momento migliore, visto che il periodo tra novembre e dicembre è quello in cui Ischia viaggia “a rilento”.

«Questo lo baso anche sui riscontri dell’esperienza già passata a Ischia negli inverni precedenti, quando l’attività turistica e tutto quanto ad essa connesso scema in maniera decisa. Dunque è stato forse, mi permetterete il termine, favorevole che il periodo di stop arrivi nel pieno dell’inverno».

Considerato morfologia del territorio, abitudini della popolazione e altri parametri del caso, quali sono le infrazioni nelle quali i nostri concittadini più di altre devono fare attenzione a non incorrere?

«Il fatto di passare in zona rossa innanzitutto pone una limitazione prioritaria, che è quella di non uscire dalla propria abitazione se non per motivi di necessità, salute e lavoro. Motivi che poi devono essere attestati nell’autocertificazione che il cittadino esibisce nel caso di controllo delle forze dell’ordine e che può tranquillamente essere compilata anche in quel momento. Per le limitazioni bisogna ricordare che il punto di riferimento non deve essere il Comune di residenza, ma l’abitazione presso la quale si dimora».

Anche perché c’è chi osserva e fa osservare che se ci sono le comprovate esigenze cui lei faceva riferimento, ci si può spostare anche al di là dei confini munciipali…

«Certo, nel caso in cui siano presenti quei parametri non c’è nessun problema. Faccio un esempio semplice: è chiaro che una persona che risiede a Ischia ma lavora a Forio può tranquillamente superare i confini comunali, appare chiaro. Ma anche in caso di comprovate esigenze di salute, tanto per dire, ci si può spostare anche all’interno dell’intero territorio regionale».

Che reazione si aspetta dalla comunità isolana che nella prima ondata, al netto di qualche episodio a metà tra il comico e il surreale, ha risposto con grande senso civico? E poi, non ha anche lei la percezione che l’isola mentalmente fosse già preparata ormai da un paio di settimane al lockdown?

«Mi aspetto dalla moltitudine un notevole senso di responsabilità. Nella cosiddetta Fase 1 oggettivamente ci sono stati alcuni casi eclatanti che non a caso hanno richiamato anche l’attenzione della stampa nazionale: mi riferisco ad esempio ad una persona che andava perennemente in giro con la busta della spesa. Si potrebbe pensare che adesso la tensione possa in parte allentarsi, magari sarebbe anche nell’ordine naturale delle cose, ma io confido nella comunità ischitana che in primavera ha dimostrato attenzione massima».

Essere a metà novembre significa poter fare anche un primo bilancio di quello che è stato questo travagliato anno solare. Nell’ambito dei risultati ottenuti credo sia doveroso rimarcare tre aspetti: il fenomeno delle affittanze abusive sembrerebbe in calo o ci si pensa due volte sopra prima di infrangere le regole, rispetto al passato; si è notevolmente implementata l’attività di contrasto a consumo e spaccio di stupefacenti; l’ordine pubblico è stato gestito senza intoppi per quanto l’isola in alta stagione si fosse riempita come un uovo.

«Il 2020 è stato un anno decisamente sui generis e la particolarità è stata dettata dai tempi e dalle dinamiche del coronavirus, che hanno prodotto rallentamenti e riprese che per fortuna hanno consentito che ci fosse una stagionalità turistica, per quanto compressa. Questo, ovviamente, ha portato a concentrare una massa di persone in un arco temporale più ristretto rispetto ad un passato anche recente. Il dispositivo della protezione, anche grazie alla collaborazione e sinergia con le altre forze dell’ordine (che è stato eccellente), ha funzionato molto bene. Mai come quest’anno nel corso dell’estate sono state presidiate costantemente tutte le arterie principali, nelle fasce orarie giuste, insomma seguivamo gli spostamenti delle masse spostandoci ad esempio dalle spiagge ai luoghi della movida. Per quanto riguarda il fenomeno delle affittanze, occorre invece fare una precisazione. E’ vero che il fenomeno ha registrato un decremento, ma questo calo non ha riguardato il periodo ferragostano dove invece c’è stata una decisa crescita. Nella settimana più “calda” dell’anno, in particolare, riscontriamo che arginare questo malcostume diventa davvero un qualcosa di complesso. Evidentemente in quell’arco temporale andranno fatte azioni di contrasto ancor più mirate, e nei prossimi anni ci regoleremo di conseguenza. Ma il fatto che i numeri globalmente siano in calo è comunque un risultato di cui essere soddisfatti».

Per quanto attiene il contrasto agli stupefacenti?

«Il settore è e rimane sempre fiorente, ma questo accade in tutta Italia. Ad Ischia, per fortuna, non abbiamo piazze di spaccio ma piccoli pusher che si organizzano ed esercitano l’attività delittuosa. A volte lo fanno anche in maniera proficua e diversificata, potendo contare su una rete di clienti abbastanza numerosa, e quel che preoccupa soprattutto di età giovanile. Le operazioni eseguite nel corso dell’anno evidenziato che il fenomeno esiste, poi che sul territorio girano varietà di stupefacenti anche abbastanza pesanti come la cocaina e il crack: però mi piace sottolineare che l’attività dei carabinieri è stata a mio avviso molto efficiente perché il numero dei sequestri e soprattutto il quantitativo di droga posto sotto sequestro è stato davvero considerevole. Lo dimostra l’ultimo sequestro in ordine cronologico di oltre due chili di marijuana operato dalla Stazione di Barano, ma anche precedenti operazioni del Nucleo Operativo con oltre un chilo di stupefacenti anche variegati. Insomma, il fenomeno esiste e ci sono più soggetti che si organizzano sempre meglio e mirano prevalentemente al mercato giovanile».

Chiudiamo con quello che, ahinoi, è l’argomento del giorno, della settimana, del mese e dell’anno. Se più che un messaggio dovesse lanciare uno slogan agli ischitani, che ormai conosce bene, per far sì che si crei un clima di collaborazione e rispetto delle regole?

«Beh, lo slogan potrebbe essere semplice e immediato. Serve un sereno e fiducioso senso di responsabilità. Sereno perché bisogna vivere in maniera tranquilla ma rispettando le misure adottate dalle autorità competenti ed avere fiducia nelle istituzioni».

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