Geologia e multimedialità, nuove sale del Museo inaugurate a Villa Arbusto
La storia naturale dell’isola e il racconto di Pithekoussai in versione digitale grazie a un progetto di rete territoriale per un’offerta culturale più ampia e articolata. Le due sezioni intitolate alla memoria dell’archeologo Giorgio Buchner e del professore Vincenzo Mennella
Per il ventennale del Museo Archeologico Pithecusae a Villa
Arbusto non uno, ma due tagli del nastro. Con l’inaugurazione di un’area multimediale
e di una sala geologica intitolate rispettivamente alla memoria del Prof.
Vincenzo Mennella e del Prof. Giorgio Buchner, il complesso museale si
arricchisce di due preziosi tasselli della storia dell’isola d’Ischia. Un
importante obiettivo culturale raggiunto attraverso un progetto di rete
territoriale che ha unito la Regione Campania, il Comune di
Lacco Ameno, la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio dell’area
metropolitana di Napoli, l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia
(INGV) e il Dipartimento di scienze della terra, dell’ambiente e delle risorse
(DISTAR) della Federico II. Operatori culturali, economici ed istituzionali per
un fine comune: potenziare l’offerta del Museo alla luce dei nuovi
linguaggi multimediali e approfondire la dinamica dell’evoluzione geologica
dell’isola. I visitatori potranno finalmente vedere i prodotti delle varie
eruzioni ischitane, dalle più antiche alle più recenti, le rocce sedimentarie e
la collezione di fossili e microfossili rinvenuti nei sedimenti marini e
dislocati a varie quote dalle rapide deformazioni vulcano-tettoniche.
Grande partecipazione, da parte di giovani e meno giovani, ha fatto da cornice
all’inaugurazione di queste due nuove sezioni, preceduta dai consueti discorsi
di rito e dall’esibizione musicale dell’orchestra dell’IC. “V. Mennella” di
Lacco Ameno. Da molti anni, e da più
direzioni, il suggerimento è sempre quello: trasformare il museo da semplice
contenitore a luogo vivo di aggregazione, in grado di indurre affezione al
pubblico, anche quello apparentemente più distratto. Il cuore pulsante di una
comunità, in altri termini; ma anche formidabile attrattore di quel segmento, sulla
carta assai appetibile, di turismo culturale e internazionale. Se guardiamo ai
numeri, tuttavia, il Museo Pithecusae a Villa Arbusto non è mai decollato. Malgrado
l’alto valore storico e archeologico del patrimonio che custodisce e che
dovrebbe rappresentare espressione simbiotica d’eccellenza tra comunità, visitatori
e cultura dei luoghi.
«È necessario rilanciare tutto il patrimonio dei beni culturali dell’isola» ha affermato il sindaco di Lacco Ameno Giacomo Pascale. «Dal sito sottomarino di Cartaromana al Museo degli Scavi di Santa Restituta, dalla Colombaia di Luchino Visconti al Parco termale di Nitrodi. Da nessuna altra parte esistono tante attrattive così concentrate. Esiste invece una nicchia di mercato turistico, nemmeno così trascurabile, che è fortemente interessata a qualcosa di diverso rispetto a quello che storicamente pubblicizziamo, cioè mare e terme. Come sindaco di questa comunità – ha continuato Pascale – sono grato al lavoro straordinario del Prof. Giorgio Buchner e all’intuizione amministrativa del Prof. Vincenzo Mennella. Ma anche al senatore Domenico De Siano, che nel 1999, proprio 20 anni, con il pragmatismo che lo contraddistingue, rese concreta la realtà di un Museo archeologico dell’isola d’Ischia. Noi continueremo in questa direzione per il rilancio dei beni culturali, con la collaborazione del mondo scientifico e in pieno accordo con la Soprintendenza, con cui non c’è mai stato un rapporto istituzionale così leale, così sensibile, come quello di questi anni. Io spero che la Dott.ssa Cinquantaquattro presti ancora la giusta attenzione allo sviluppo e alla riqualificazione di Villa Arbusto. Quando c’è sinergia, i risultati arrivano.»
Con la rivoluzione digitale, oggi i musei possono offrire
intense esperienze immersive e interattive, senza perdere la centralità delle
loro collezioni. Anche se non è sempre facile trovare il giusto equilibrio tra
tecnologia e poli museali storici. «Contano le competenze», ha commentato la
soprintendente Cinquattraquattro, «fornire i contenuti che siano quanto più
precisi e fondati sulla conoscenza storica delle cose che vengono rappresentate.
Poi tocca al comunicatore renderle gradevoli e accattivanti per un pubblico quanto
più vario possibile. Individuare il giusto codice di comunicazione per tutte le
diverse fasce di utenza. Nella nuova area multimediale che abbiamo inaugurato,
un posto centrale occupa la Coppa di Nestore. Il collegamento più immediato,
più diretto, con il mondo omerico e quello greco. Una testimonianza che ci
rivela come l’insediamento di Pithekoussai, il più antico d’Occidente, abbia da
sempre funzionato come crocevia di popoli, genti e culture.» Così come lo
studio della geologia, la morfologia dei luoghi, bacino delle risorse e delle
materie prime, serve per capire come si è sviluppato l’insediamento umano. «Oggi
completiamo l’idea originaria di Buchner – ha sottolineato la Cinquattaquattro –
un precursore straordinario, con un occhio attento a tutti gli aspetti che
riguardavano la geologia dell’isola d’Ischia. Questo lo aiutò moltissimo nelle
sue ricerche archeologiche riuscendo a capire anche il perché di alcune scelte,
perché insediarsi in una zona piuttosto che in altre, comprendere come si sono
evolute, o individuare le tecniche delle produzioni artigianali così strettamente
legate alla natura dei luoghi.»
Sui prossimi prestiti del Museo «bisogna selezionare le iniziative, privilegiando
quelle che hanno un fondamento culturale ben solido, tenendo conto della
fragilità dei reperti concessi in prestito. Gli scambi sono importanti anche
per tenere sempre viva l’attenzione su quelli che sono contesti, è il caso di
Ischia un po’ più periferici ferisce rispetto ad altri.» E sulla sorte del
Museo degli Scavi di Santa Restituta? «Con la Diocesi e il Comune di Lacco
Ameno stiamo ragionando tutti assieme su un progetto che consenta la risistemazione
dell’area archeologica e quindi la sua riapertura.»
Sul nuovo spazio geologico del Museo Pithecusae è intervenuta anche Francesca Bianco, Direttrice dell’Osservatorio Vesuviano, che ne ha sottolineato la connotazione divulgativa. «E’ una sezione importante non solo per la contestualizzazione di quello che è accaduto e di come viene raccontato il prezioso lavoro di raccolta e studio di Buchner, ma per la sua funzione di vero e proprio info-point di vulcanologia dell’isola d’Ischia. Notizie estremamente importanti sull’attività e la pericolosità vulcanica del territorio utili alla mitigazione del rischio. Una mitigazione che si può ottenere anche aumentando la propria consapevolezza e conoscenza dei fenomeni vulcanici. Spero sia il primo di altri info-point da realizzare sull’isola.»
Ed è il ricercatore Sandro De Vita, che ha curato l’allestimento della Sala insieme al collega Mauro Di Vito, a guidare il folto pubblico intervenuto in questo viaggio nella storia geologica di Ischia, tra i reperti custoditi dal Buchner oggi finalmente esposti nelle teche della sala. «E’ la sintesi della storia sulle interazioni tra i fenomeni naturali e la vita dell’uomo, anche se parte da molto prima dell’arrivo dell’uomo sull’isola. Siamo partiti dalla collezione di rocce e di fossili perchè rappresentative di tutte le evoluzioni geologiche dell’isola. Abbiamo deciso di esporli secondo un ordine cronologico, in base all’età di formazione delle singole rocce, per condurre il visitatore attraverso la storia naturale dell’isola. Fino ad arrivare al momento dell’arrivo dell’uomo, il quale ha interagito inevitabilmente con questi fenomeni. A corredo della semplice esposizione dei campioni, abbiamo utilizzato anche strumenti più moderni: in ogni vetrina abbiamo sistemato delle cornici digitali che spiegano il significato dei campioni esposti, ne mostrano l’area geografica di affioramento e il meccanismo di formazione. Così il video posto alla fine del percorso spiega tutti i meccanismi vulcanici che determinano la formazione delle rocce esposte: dalle semplici colate di lava alle più violente eruzioni esplosive. Particolare importanza – ha aggiunto il ricercatore INGV – hanno le conchiglie nella ricostruzione degli ambienti in cui si sono formate. Sono state rivenute a quote molto più alte (fino a 500mt) del livello del mare, per effetto delle spinte geodinamiche e dei processi deformativi che hanno interessato l’isola nel corso dei millenni.»
Alla mattinata a Villa Arbusto erano presenti oltre al sindaco Pascale e al senatore De Siano numerose autorità civili e militari: l’assessore alla cultura Cecilia Prota, il sindaco di Ischia Enzo Ferrandino, il sindaco di Forio Francesco Del Deo, il Comandante della Guardia Costiera di Ischia Andrea Meloni, il professor Giuseppe Luongo, ex direttore dell’Osservatorio Vesuviano, la funzionaria della Soprintendenza dott.ssa Costanza Gialanella, la professoressa Assunta Barbieri, preside dell’IC. V Mennella, e il professor Domenico Mennella, che ha personalmente tagliato il nastro per inaugurare l’area multimediale dedicata alla memoria di suo padre.
Foto Tommaso Monti