CRONACAPRIMO PIANO

UNA “MAGIA” DA 590.000 EURO

La guardia di finanza di Ischia ha denunciato per frode ai danni dell’Agenzia delle Entrate l’avvocato Silvio Trani e tre suoi assistiti, che avrebbero ottenuto illegalmente l’ingente somma facendosi rimborsare 6 volte cartelle esattoriali a seguito di altrettanti ricorsi. Al professionisti sequestrati soldi sui conti correnti, agli altri indagati beni mobili e immobili

Un vero e proprio fulmine a ciel sereno, anche se in realtà il fuoco covava sotto la cenere e da parecchio visto che l’attività investigativa aveva avuto inizio circa due anni fa ed era stata lunga, complessa e minuziosa visto che i riscontri da recuperare erano nient’affatto scontati considerata la vicenda in oggetto di cui ci apprestiamo a raccontare. Un avvocato ischitano, Silvio Trani (noto anche come il “mago” per il suo passato che lo portò ad essere anche decisamente popolare sull’isola, come quando guidò sulla Litoranea bendato riuscendo a stabilire un primato non da tutti) e tre suoi clienti sono stati denunciati in stato di libertà all’autorità giudiziaria dalla Guardia di Finanza di Ischia – guidata dal capitano Antonio Giglio – con l’accusa di truffa ai danni dell’Agenzia delle Entrate. Il meccanismo con il quale sarebbe stata perpetrata la truffa (usiamo in ogni caso il condizionale ricordando che gli indagati sono da ritenersi innocenti fino ad eventuale sentenza passata in giudicato) da una parte sembra come dicevamo complesso, dall’altra invece è abbastanza semplice da estrinsecare nel dettaglio. E questo, sotto certi aspetti, rend quasi surreali e difficilmente credibili i contorni attraverso i quali questa vicenda è riuscita incredibilmente a snodarsi.

Partiamo da un presupposto: i finanzieri hanno proceduto a porre sotto sequestro la somma tutt’altro che irrilevante di 590.000 euro tra denaro contante, beni mobili e immobili. E adesso passiamo alla ricostruzione. Tutto ha avuto inizio quando il professionista aveva contestato dinanzi alla Commissione Tributaria Provinciale una serie di emolumenti richiesti ai suoi clienti dall’Agenzia delle Entrate. La commissione aveva accolto il predetto ricorso disponendo la restituzione di una determinata somma di denaro ma è qui che sarebbe scattata la truffa. Secondo il teorema accusatorio i quattro sotto la regia dell’avvocato, in un periodo di tempo compreso tra il 2016 e il2019 avevano richiesto per ben sei volte il rimborso delle stesse cartelle esattoriali presentando diversi ricorsi che poi venivano puntualmente accolti. Non è chiaro comprendere quali artifizi siano stati utilizzati per non far capire a chi poi pagava le somme richieste che si trattava di “remake” di procedimenti di fatto già evasi e dunque archiviati, fatto sta che il gioco è riuscito alla perfezione: anche perché, stando alle scarne indiscrezioni trapelate, le somme venivano erogate in diverse tranche e dunque evidentemente gli importi erano tali da non far scattare mai il classico “alert”. Qualcosa però inizia a muoversi nel 2021 quando fu proprio il nuovo direttore dell’Agenzia delle Entrate anotare una serie di operazioni quantomeno sospette ed anomale, fatto che lo indusse a presentare un dettagliato esposto alla Procura della Repubblica di Napoli, con l’interrogativo principale che era quello di una costante fuoriuscita ed erogazione di denaro a carico sempre degli stessi soggetti. L’autorità giudiziaria delegò per le indagini del caso la Compagnia delle Fiamme Gialle di Ischia. I militari guidati dal capitano Giglio hanno acquisito faldoni su faldoni, un materiale davvero imponente visionato ai raggi X in ogni minimo dettaglio per comprendere se e quali anomalie si riscontrassero ma soprattutto per capire senza possibilità di errore quale fosse il ruolo dell’avvocato Silvio Trani. Poi si è arrivato all’epilogo – ovviamente parziale, in attesa che l’iter giudiziario faccia eventualmente il suo corso – con il sequestro di 590.000 euro. Per la cronaca, al professionista è stata bloccata la somma di 237.000 euro sui conti correnti, agli altri tre indagati posti sotto sequestro beni mobili o immobili per il valore di 88.000 euro per ciascuno di loro. Attenzione, però, perché l’indagine potrebbe non essere ancora conclusa: se sul versante ischitano gli inquirenti non hanno dubbi sui soggetti coinvolti e sulle responsabilità da ipotizzare a loro carico, non si può escludere che un filone successivo possa essere chiamato a fare luce sul corretto svolgimento delle proprie funzioni di chi operava all’interno dell’Agenzia delle Entrate. Perché la presunta truffa sarà stata anche ordita in maniera geniale, ma pensare che si possa rimborsare con tanta facilità la stessa somma per ben 6 volte qualche perplessità la lascia. Nel migliore dei casi si sarà trattato di superficialità, e naturalmente è quello che ci auguriamo tutti.

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