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Coronavirus, se la psicosi frenerà il turismo

Il rischio concreto che la paura di viaggiare possa danneggiare anche l’isola e la sua economia: le opinioni degli addetti ai lavori di casa nostra: e le previsioni sono discordanti

Il Coronavirus potrebbe dar vita ad un’altra emergenza oltre quella sanitaria: un’emergenza legata al turismo.  L’impatto del turismo cinese in Italia, infatti, non è affatto trascurabile. L’Italia, infatti, è la meta turistica europea preferita dai cinesi davanti a Francia, Germania e Spagna. E non sarebbero solo i turisti cinesi a non viaggiare. Secondo gli esperti, infatti, sarebbe tutto il settore turistico a poter subire una contrazione.  L’emergenza coronavirus potrebbe generare un segno negativo per il turismo italiano, con una contrazione della spesa turistica nel 2020 di ben 4,5 miliardi di euro, una cifra pari a circa il 5% per cento del prodotto interno lordo del settore. Questo quanto emerso da uno studio dell’Istituto Demoskopika che ha tracciato una mappa dei possibili effetti sul turismo italiano a seguito dell’allerta coronavirus. Sull’isola di Ischia però il turismo è prevalentemente made in Italy. Al momento, infatti, il 70% di chi viene ad Ischia proviene dall’Italia e solo il 30% da Paesi esteri ed i cinesi, ancora non hanno inserito l’isola tra le mete da visitare.  

«Il numero crescente di disdette di prenotazioni che in queste ore stanno denunciando moltissimi operatori turistici, anche attraverso le associazioni di categoria, – dichiara il presidente dell’Istituto Demoskopika, Raffaele Rio – non lascia presagire alcunché di buono per la stagione turistica in corso nel nostro paese. La sindrome da contagio, alimentata anche da scarsa e inadeguata informazione, rischia di produrre ricadute devastanti su gran parte dei sistemi turistici regionali. Non è un caso che a rischiare maggiormente sarebbero, ovviamente, le destinazioni turistiche strutturalmente più apprezzate dai turisti internazionali, primi fra tutti cinesi, americani tedeschi e inglesi». 

L’indagine – continua Rio– stima che «il maggior numero di defezioni potrebbero provenire prioritariamente da queste realtà che, più di altri, hanno la tendenza a manifestare, come in altre emergenze passate, un maggiore livello di rinuncia al viaggio per ridurre le probabilità di eventuale contagio. Le ultime notizie provenienti dal Laboratorio di Virologia dello Spallanzani lasciano presupporre che l’emergenza si possa dissolvere nel più breve tempo possibile. In caso contrario,  le regioni i cui sistemi turistici risultassero maggiormente fiaccati dall’emergenza, reclamino lo stato di calamità turistica chiedendo al governo l’inserimento, a consuntivo di stagione, di un sostegno economico per assistere gli operatori turistici, alimentare le strategie di promo-commercializzazione nei mercati internazionali “più sensibili” e incentivare politiche di scontistica dei vettori aerei per rilanciare gli spostamenti dei viaggiatori verso le nostre destinazioni turistiche regionali». E sull’isola di Ischia che cosa potrebbe succedere? Il Coronavirus potrebbe portare ad una contrazione di turisti stranieri ed una crescita di italiani? Lo abbiamo chiesto agli operatori del settore ischitani. «A livello nazionale ci sono delle grandi perdite che indirettamente potrebbero colpire anche la nostra isola. Al momento, però, è ancora presto per fare delle previsioni». Così Luca D’Ambra, presidente di Federalberghi Ischia commenta. «Ischia non ha investito sul mercato asiatico. Ed in questo momento direi, fortunatamente. Non abbiamo, infatti, turistici asiatici sulla nostra isola”. Nessuna perdita, quindi, al momento registra l’isola di Ischia in termini di possibili presenze per la prossima stagione. Discorso diverso, invece, a Sorrento, dove sono già molteplici le disdette. «Al momento ipotizzare – continua il numero uno di Federalberghi Ischia – un incremento dei turisti italiani sulla nostra isola non è possibile. Nel corso di ogni stagione turistica ci sono molteplici variabili che al momento non ci possono consentire di fare previsioni se e come l’emergenza Coronavirus possa incidere sulla presenza di turisti a Ischia nel corso della prossima stagione».

Diversa, invece, la posizione di Luigi Polito di Imperatore travel. «Attualmente c’è uno stato di preoccupazione generale. Anche gli italiani hanno paura a viaggiare per non andare negli aeroporti con il timore di poter incontrare asiatici, ad esempio. E ciò, inevitabilmente, sta creando una contrazione nel settore turistico». Ma potrebbero esserci dei risvolti che riguarderebbero anche l’isola di Ischia. «Il turista italiano per la prossima stagione – spiega Polito – potrebbe rinunciare alla vacanza all’estero scegliendo il Belpaese. E da ciò potrebbe trarne beneficio anche la nostra isola. Il turismo, però, è molto sensibile a queste situazioni che possono portare dei danni ed un’alterazione del mercato. Siamo, però, ancora a febbraio e c’è ancora un po’ di tempo prima che si possa entrare nel vivo delle prenotazioni». Al momento, infatti, sono perlopiù gli stranieri a prenotare ed approfittare degli sconti della prenotazione anticipata. Gli italiani sono più orientati, come sempre, sul last minute. «Speriamo – conclude Luigi Polito – che l’isola di Ischia possa incrementare la presenza di turisti per la prossima stagione al di là del Coronavirus che, comunque, mi auguro possa presto risolversi».  

Meno ottimista, invece, è Giancarlo Carriero, patròn del Regina Isabella e presidente della sezione turismo dell’Unione Industriali di Napoli. «Non c’è un diretto rapporto tra turismo cinese e l’isola di Ischia, temo che possa esserci una piccola contrazione anche sulla nostra isola». E spiega: «Credo che il turismo sia un po’ come dei vasi comunicanti. Se si liberano delle località che erano meta del turismo cinese, magari alcune persone che venivano da noi adesso potrebbero optare per quelle mete. In pratica potrebbe esserci una ridistribuzione globale che potrebbe coinvolgere, in negativo, la nostra isola». Per Carriero, quindi l’isola di Ischia «Rischia più una flessione che un incremento per gli effetti delle paure legate al Coronavirus». Ma assicura: «Sono sicuro, in ogni caso, che l’effetto sia transitorio». E chiosa: «Speriamo che, comunque, presto sia trovato un vaccino in modo che fino all’inizio della stagione turistica questo periodo possa essere solo un ‘lontano ricordo’». 

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IL CORONAVIRUS E IL TURISMO IN ITALIA

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Il coronavirus può mettere in ginocchio il settore turistico italiano, punto nevralgico dell’economia: a presentare il conto è il presidente di Assoturismo Confesercenti, Vittorio Messina: «La paura del virus rischia di costare al settore almeno 1,6 miliardi di euro e oltre 13 milioni di presenze», ha detto, a margine dell’incontro di giovedì mattina con il sottosegretario al Turismo Lorenza Bonaccorsi e i rappresentanti delle imprese del settore. La stima del danno, che è stata elaborata dal Centro Studi Turistici di Firenze per Assoturismo, si basa sull’ipotesi (ottimistica) di un calo del 30% delle presenze turistiche cinesi (circa 1,6 milioni in meno) e del 6% degli altri turisti stranieri (-11,6 milioni), per una perdita totale di 13,2 milioni di presenze turistiche, con un danno diretto per il turismo italiano di 1,6 miliardi di euro di spesa per «servizi turistici in meno». Le regioni più colpite saranno il Lazio, la Toscana, il Veneto e la Lombardia, che insieme intercettano oltre l’80% dei pernottamenti dei turisti cinesi.

CINQUE MILIONI PRONTI A EVITARE L’ITALIA

Potrebbero essere poco meno di 5 milioni i turisti che per ridurre i rischi di contagio rinuncerebbero all’Italia come destinazione turistica per la loro vacanza nel 2020 generando una contrazione complessiva di 14,6 milioni di pernottamenti. La stima dell’Istituto Demoskopika si è concentrata esclusivamente sui paesi che, ad oggi, hanno fatto registrare casi confermati di coronavirus così come costantemente monitorati dalla Johns Hopkins University. 

In particolare, analizzando il quadro per singolo paese emerge che il rischio di contrazione più rilevante si registrerebbe dalla Cina: – 1,3 milioni di arrivi e – 2,1 milioni di presenze. A seguire la Germania con una contrazione pari a 1,3 milioni di arrivi e di 5,9 di presenze; gli Stati Uniti con una contrazione pari a 566 mila arrivi e a 1,5 milioni di presenze. Rilevanti anche le possibili rinunce alla vacanza italiana per francesi e inglesi quantificabili rispettivamente in 474 mila arrivi e 1,4 milioni di presenze per i primi e in 378 mila arrivi e 1,4 milioni di presenze per i secondi. 

UN CALO DEL 5% DEL PIL TURISTICO ITALIANO

Nel 2020, l’emergenza coronavirus potrebbe generare un segno negativo per l’incoming turistico italiano, con una contrazione della spesa turistica di ben 4,5 miliardi di euro, pari a circa il 5% per cento del prodotto interno lordo settoriale italiano. L’analisi per paese colloca, anche per questo indicatore macroeconomico, la Repubblica Popolare Cinese in testa con un possibile decremento della spesa turistica pari a 2.011 milioni di euro, circa la metà dell’intera contrazione stimata. Seguono Stati Uniti con 693 milioni di euro (15,4%), Germania con 551 milioni di euro (12,3%), Giappone con 243 milioni di euro (5,4%) e Regno Unito con 223 milioni di euro (5,5%). 

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christel Ianuschewa

Dr Tourismus wird durch die unsägliche verkehrsbedingte Situation auf der Insel intergehen!!! Nicht durch Panikmache vor einem chinesischen Virus. Der Untergang des Tourismus auf Ischia ist hausgemacht, seit vielen Jahren hingenommen. Und nun? Dürfen keine Chinesen mehr die Insel betreten? Sucht doch einmal die Ursachen bei euch, bei den Insulanern. Schlechter Linienbusverkehr, Investitionsstau in Hotels der 70er und 80er Jahre, zu viele Pkws auf Strassen und in den Altstädten, auf Marktplätzen, Innenstadt-Straßen. DieTouristen von heute, hauptsächlich Rentner, werden wohl nicht durch ihre Enkel ersetzt werden. Die Menschen auf Ischia müssen sich hauptsächlich darüber Gedanken machen, nicht über ein Virus aus dem fernen China. Tun wir, hiet in Berlin auch nicht! Sehen zu, wie wir den Tourismus weitet ausbauen und an das 21. Jahrhundert anpassen können. Liebe Grüße aus det Hauptstadt Berlin an die schönste Insel im Mittelmeer. Wir, mein Mann und ich, kommen in diesem Jahr wenigstens noch 2x zu euch. Erstmals am 23.2., dann wieder im Mai. Wir lieben Ischia, würden gerne für den Rest unseres Lebens zwischen und mit euch leben. Suchen eine Wohnung, 3 Zimmer, möglichst un- odet teilmöbliert, gerne in Forio/Panza. Meldet euch unter jan2607@t-online.de
Ciao Chris e Ian

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