Tante colpe, nessun colpevole: il paradosso del Celario
La richiesta di archiviazione dei pubblici ministeri Canale e Castaldo a relativamente all’alluvione del 26 novembre 2022 evidenzia una serie di condotte omissive e superficiali di una serie di soggetti ma non bastano in ogni caso a poter formulare responsabilità di natura penale. I drammatici allarmi lanciati dalle zone di Casamicciola alta in quella drammatica alba con la furia devastatrice della natura che causò distruzione e morter

Una richiesta di archiviazione che è anche un racconto, a tratti un drammatico romanzo. Perché rievoca e riporta indietro a quel 26 novembre 2022, a quando in piena notte iniziano ad arrivare le prime telefonate di allarme alle forze dell’ordine, quando qualcuno intuisce che sta succedendo qualcosa di preoccupante ma forse non riesce ancora a focalizzare bene di cosa si tratti. Eppure dal documento redatto dai pubblici ministeri Canale e Castaldo, ma di questo si è già discusso, emerge anche un paradosso: sembra che di colpe, omissioni e quant’altro ce ne siano diverse, ma che queste non bastino per arrivare a identificare eventuali responsabilità e responsabili. Nell’atto indirizzato al gip si riavvolge il nastro di quella maledetta mattina: “Quindi, seguivano poi le chiamate di soccorso che, provenienti da Casamicciola Tenne, in particolare via Celario\località Rarone, facevano evidentemente riferimento ad un evento unico, di enormi dimensioni e che stava gettando la popolazione nello sconforto e nel terrore, oltre che porla in condizioni di estremo e immediato pericolo”, si legge e poi si prosegue: Gli autori di alcune delle telefonate registrate facevano riferimento, a vario titolo, al fatto che: avevano udito un forte boato; si era verificata una frana; vi era la presenza di una colata di lava che corre dietro il Cavone che si era portata via tutte le macchine. Riscontri sui tempi e sulla drammaticità dell’avanzamento della colata di fango e detriti venivano dalle immagini fotografiche e video che il personale operante acquisiva agli atti. Alle ore 5.15 al servizio 115 perveniva, in particolare, la chiamata di Monti Ignazio, responsabile della società Eav Bus,il quale riferiva della caduta di un costone a Casamicciola e della disponibilità di diverse fotografie e video realizzati dai dipendenti. Anche la Guardia di Finanza forniva files video raccolti dalla Compagnia di Ischia e circa 60 gb di dati raccolti dal Reparto Aeronavale Operativo; lo stato dei luoghi era ripreso dal 7°Nucleo Elicotteri dei Carabinieri di Pontecagnano nei giorni 27 e 28novembre 2022”.
QUELLA DEVASTAZIONE RIPRESA DALLE TELECAMERE DEL “RARONE”
I pubblici ministeri evidenziano ancora: “Utili sono state anche le immagini estrapolate dal parcheggio comunale Rarone. Da esse si evinceva che già dalle ore 4:24 erano in atto pesanti precipitazioni e una ingente quantità di acqua scendeva dal versante montuoso, aumentando incessantemente e progressivamente crescendo di volume fino a che un’onda di acqua, fango e detriti piombava con violenza nel parcheggio: seguiva la interruzione delle immagini. Da quanto sin qui riportato, ma altre analoghe risultanze sono in atti, emerge in maniera evidente la tragicità dell’evento e la percezione dello stesso da parte della popolazione. Non sono mancati casi in cui, tuttavia, le immediate operazioni di soccorso hanno portato a preservare la vita umana. La percezione da parte della popolazione dell’evento va accompagnata dalla lettura scientifica dello stesso. Nell’elaborato di consulenza collegiale in atti si ricostruiscono molteplici aspetti di carattere tecnico scientifico relativi ali’evento del 26 novembre 2022, con una doverosa premessa sul contesto geologico e geomorfologico dei luoghi. Non appare qui necessario ed opportuno riportare passi dell’elaborato. Quel che, invece, appare opportuno segnalare è la peculiarità di Cava Celario ovvero del luogo massimamente investito dall’evento e nel quale si sono verificate le morti”.
LO STATO DELL’ARTE DELLA CAVA DEL CELARIO
Ed è proprio su questo che si soffermano Castaldo e Canale in un altro passaggio della loro richiesta: “”E‘ opportuno sottolineare che Cava Celario ha avuto, almeno in epoca storica, una Evoluzione geomorfologica differente dalle Cave vicine. Non sono infatti state rinvenute notizie di frane e/o eventi alluvionali ma esclusivamente depositi di frane antiche che ricoprono il substrato e, a luoghi, depositi di frane preistoriche. Se si osserva la Carta Topografica dell’Isola d’Ischia a scala 1:10.000 (con levata 1890), mentre tutte le altre Cave sono rappresentate con incisioni evidenti lungo tutto il loro corso, cava Celario è cartografata con una incisione solo dalla quota 240 m s.l.m. circa a scendere. Nelle immagini del 1955 anche un secondo tratto è stato rettificato e canalizzato. Una briglia semidistrutta è stata rinvenuta poco a monte delle prime case del piano morfologico del Celario e dalla fattezza è da considerarsi coeva con questo secondo stralcio di opere”. Inoltre, lungo tutta Cava Celario vi era ”l’abbondante presenza di ‘massi di tufo verde’, staccatisi dalla vetta del Monte Epomeo durante eventi gravitativi pregressi”. Quanto tragicamente avvenuto ha visto, dal punto di vista naturalistico, ”la concomitanza e la concatenazione di processi di versante governati dalla gravità e di processi alluvionali governati dalle acque correnti superficiali.” Con un unico fattore scatenante che è stato individuato nelle copiose piogge cadute a partire dalla tarda serata del 25 novembre 2022. I processi gravitativi hanno determinato il distacco di un centinaio di frane di diversa tipologia e dimensione sia dalla sommità del Monte Epomeo sia dai fianchi dei valloni che vanno da Est a Ovest del versante settentrionale dell’isola: Cava Pozzillo, Cava Fasaniello, Cava Sinigallia, Cava Celario, Cava Cuccufriddo e Cava Del Monaco”.
NESSUNA COLPA PER I FABBRICATI, IL RUOLO DEL PIANO DI PROTEZIONE CIVILE


Nella loro richiesta di archiviazione, i pm toccano altri due punti significativi sui quali si esprimono così, in maniera decisamente chiara: “Non rientra tra le cause dell’evento naturalistico, la presenza di manufatti o fabbricati, indipendentemente dall’epoca di costruzione e dal fatto che fossero assentiti o abusivi, ancorché la stessa abbia avuto un’importanza decisiva nel determinare le conseguenze dell’evento. Un ruolo fondamentale e centrale in tema di protezione civile lo ha da sempre il Piano di Protezione Civile Comunale… Il Piano di Protezione Civile Comunale è documento sulla cui complessità, sia dal punto di vista progettuale che dal punto di vista attuativo, non appare necessario soffermarsi. E‘ un documento che potremmo definire dinamico perché deve essere continuamente aggiornato sia in relazione al divenire dei rischi ed al mutare del territorio sia in relazione ai soggetti che sono chiamati ad attuarlo. Basti pensare al possibile pensionamento o alla prematura fine di uno degli attori dell’emergenza ai cui recapiti potrebbe essere necessario rivolgersi. Consapevole della complessità di tale docun1ento la Regione Campania ha messo a disposizione dei Comuni, spesso piccoli, finanziamenti da destinare alla redazione del documento. Ci si vuol riferire alla Delibera della Giunta Regionale n.665del29/11/2016 finalizzata alla predisposizione, applicazione e diffusione dei piani comunali di protezione civile (importo di €.7.000.000,00) per consentire anche ai Comuni della Regione Campania che non sono già stati destinatari di finanziamento, di dotarsi di un piano di protezione civile aggiornato e conforme alle vigenti linee guida nazionali e regionali. Si volevano attivare tutte ”le iniziative necessarie a garantire le risorse economiche utili a che i comuni della regione Campania, che non hanno beneficiato del precedente finanziamento,si dotassero di un piano di protezione civile aggiornato e conforme alle ultime e vigenti linee guida nazionali e regionali”. Nel febbraio del 2013, in occasione della Delibera della Giunta Regionale n.146 del 27/05/2013, relativa al precedente finanziamento di €. 15.000.000,00, la Regione Campania aveva anche pubblicato le linee guida per la redazione dei Piani di Emergenza Comunale. Non risulta che il Comune di Casamicciola abbia richiesto di aver accesso ai fondi stanziati dalla regione Campania sia nel 2013che nel 2016”. Un atteggiamento omissivo, dunque, che sarebbe stato anche reiterato.