Taxi e turismo, l’isola “sposa” il progetto di Barra

Dibattito, discussione e soprattutto riflessione ha suscitato l’editoriale pubblicato domenica scorsa sul nostro giornale ed a firma del dirigente dell’Agenzia Regionale per il Turismo: la riorganizzazione del settore è una pietra miliare per migliorare non soltanto l’immagine della categoria ma dell’intera isola

Le proposte di Mimmo Barra per migliorare un servizio indispensabile come quello dei taxi, ma anche lo scambio epistolare con i sindacati del settore con tanto di apertura di un fronte di discussione e riflessione. L’editoriale pubblicato domenica sulle nostre colonne a firma di un apprezzato e qualificato opinionista del nostro giornale quale lo stesso Barra non è certo passato inosservato, anzi ha suscitato molto dibattito in particolar modo tra gli addetti ai lavori. In una lettera che poi i is sindacati hanno trasmesso proprio a Barra si parla di regolamento unitario tra i sei Comuni, una tariffa unica, ammodernamento dei mezzi, tariffe calmierate. L’editoriale completo potete leggerlo sul nostro portale ilgolfo24.it,  nel frattempo abbiamo provato a raccogliere le impressioni di alcuni imprenditori isolani partendo da Elena Leonessa, Chief Financial Officier del gruppo Leohotels che così si è espressa: “Il dottor Barra ha completamente ragione nella sua analisi, siamo davanti a problemi atavici con i quali peraltro facciamo i conti da una vita. Di solito, quando vai su un’isola, le licenze di taxi che trovi si contano sulle dita di una mano: io in Grecia ne ho trovati pochissimi, addirittura lo stesso mezzo veniva condiviso con i parenti che facevano altri turni. Il problema è che noi abbiamo ormai una quantità di furgoni che ambiscono solo ai giri dell’isola e spesso si rifiutano di fare tragitti brevi anche se non è giusto fare di tutta l’erba un fascio. Noi, dal canto nostro, cerchiamo di offrire un servizio gratuito per i clienti dei cinque stelle che onestamente si sentirebbero travolti in un vortice, non tutelati: ma che sia chiaro, non è nostra intenzione rubare il lavoro ai tassisti”. Poi l’imprenditrice aggiunge: “La soluzione? Penso che, innanzitutto, quando un cliente scende da un aliscafo non dovrebbe trovare una fila infinita di taxi ma magari un infopoint e qualche fiore. Oppure si faccia una rivoluzione come successo al porto di Napoli: prima regnava l’anarchia, era terra di nessuno, adesso hanno sistemato le cose e mi pare che i risultati si vedano. Il colpo d’occhio, ripeto, è quanto di più fastidioso possa esserci, proviamo a posizionare i taxi altrove e predisponiamo un adeguato servizio di facchinaggio. E poi che gli operatori del servizio pubblico da piazza si presentino in maniera dignitosa: quel lavoro è un biglietto da visita, non è pensabile svolgerlo pensando di indossare maglietta e pantaloncini corti. Mi piace rimanere ottimista in chiave futura, ma è chiaro che per andare avanti e crescere occorrono le regole, altrimenti diventa come tirare su un cambino al quale non si insegna il rispetto per nulla”.

Elena Leonessa non ha dubbi: «Analisi da condividere nella sua interezza, è giunta l’ora di voltare pagina». Anche Giancarlo Carriero sulla stessa lunghezza d’onda: «Le proposte di Barra? Sono quelle che vado invocando da tempo». Marco Bottiglieri: «Andare incontro a una visione sempre più green»

Condivide il pensiero del nostro editorialista anche Giancarlo Carriero, proprietario dell’Albergo della Regina Isabella, che spiega: “Il progetto dei taxi del dott. Barra è esattamente lo stesso che ho proposto io qualche tempo fa. Non che ricerchi primogenitura dell’idea, ma lo sottolineo solo per dimostrare il mio totale consenso. Non occorre l’istituzione del Comune Unico (in cui personalmente continuo a sperare) perché si coordinino alcuni servizi, quali appunto i trasporti locali. E sarebbe appunto il caso di passare alla trazione elettrica, per tanti motivi. Del resto, noi l’abbiamo fatto da anni. E a questo proposito a tutti coloro che lamentano alti costi delle auto elettriche, rispondo sempre: ‘Ma vi siete fatti bene i conti?’. Tra incentivi, e costo di gestione quasi nullo rispetto alle auto tradizionali, ‘tagliandi’ molto più dilazionati e più economici, ma siete convinti che costi di più? Ognuno sa quanto spende l’anno di sola benzina, calcoli con cura tutto… Poi, ispiriamoci alla migliore App di gestione dei taxi esistente sul mercato (non faccio nomi qui, ma saprei quale copiare…), e facciamo in modo da rendere modernamente smart e friendly questo servizio. Tutto ciò risolve solo uno dei problemi dell’isola, ma da qualche parte bisogna pure iniziare. E lo risolve puntando su quello su cui insisto da sempre: la qualità e il rispetto dell’ambiente. Devono essere due temi fissi di qualsiasi iniziativa vorremo intraprendere”. A chiudere l’opinione di Marco Bottiglieri (Assoturismo Confesercenti): “Ho letto con estrema attenzione il commento su Il Golfo di Mimmo Barra e con esso anche la lettera del sindacato che racchiude i tassisti isolani. L’idea di istituire sulla nostra isola una cooperativa dove siano presenti tutti i soggetti titolari di licenza Taxi potrebbe essere una novità per altro già utilizzata in altri ambiti turistici che consentirebbe con l’applicazione della chiamata taxi di lavorare di più e meglio. Tra l’altro, far parte di una unica Coperativa isolana consentirebbe ai titolari di licenza Taxi di aver maggior peso specifico anche per i costi di gestione.  Ma soprattutto offrirebbe la possibilità di proporsi a case automobilistiche per la fattibilità di un progetto per un mezzo di trasporto personalizzato e adatto alle caratteristiche e peculiarità della nostra isola. Ma soprattutto un autoveicolo che vada incontro ad una visione sempre più green, un progetto per una mobilità sostenibile e sempre più attenta al territorio e all’ambiente…”.

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