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Taxi, la denuncia di Serpico: «Sull’isola non c’è voglia di cambiare»

Nostra intervista al segretario provinciale di Unimpresa/Mobilità sugli operatori del servizio pubblico da piazza da sempre al centro del mirino: tanti i temi trattati, partendo però da un punto fermo

Proprio su queste colonne qualche settimana fa avevamo dato ampio spazio a idee e proposte su come ripensare la categoria dei tassisti isolani. In quell’articolo avevamo dato voce a vari esponenti dell’isola che,a seguito della triste vicenda legata all’aggressione di un tassista lacchese nei confronti di un collega ischitano,hanno detto la propria su un tema divenuto ormai scottante. Sicuramente il clamore sull’accaduto è stato tanto, ma adesso quello che conta è andare avanti cercando di imparare dagli errori per non ripeterli più. Per tale motivo, abbiamo voluto ascoltare la voce dei sindacati nella persona di Raffaele Serpico, segretario provinciale Unimpresa/Mobilità che da tempo si occupa dei tassisti insieme a Pasquale Ottaviano, presidente del Sitan/Atn. Nell’intervista che vi proponiamo Serpico ha analizzato vari aspetti legati al presente come le licenze e le tariffe, ma ha anche parlato del futuro della categoria auspicandosi che un giorno, anche grazie al Recovery Fund,l’elettrico possa essere una realtà concreta nel mondo dei trasporti:

Ripensare la categoria dei tassisti: non vorremmo essere inclementi ma non crede sia arrivata finalmente l’ora? E lei, volendo dire la sua da addetto ai lavori, da cosa comincerebbe?

«È da tempo immemore che io mi batto per un miglioramento della categoria, ma a Ischia temo che non ci sia mai stata la volontà di cambiare la situazione. Ora mi spiego meglio. Circa vent’anni fa eravamo pronti per l’approvazione di uno statuto isolano tra i comuni con l’obiettivo della gestione unitaria del servizio taxi su tutto il territorio isolano. A questo statuto si sarebbero dovuti affiancare degli strumenti tecnici e organizzativi, ma alla vigilia dell’approvazione il progetto si bloccò improvvisamente senza alcuna motivazione. Evidentemente sull’isola all’epoca hanno prevalso contrapposizioni municipali e ideologiche. Ancora adesso queste componenti rendono difficile un’inversione di rotta. Nel pratico, io vorrei istituire una conferenza tra i sindaci dell’isola con all’ordine del giorno il problema dei trasporti della mobilità a Ischia. L’obiettivo sarebbe quello di andare tutti di comune accordo verso un cambiamento della categoria dei tassisti everso una seria analisi sull’annoso problema del traffico che sull’isola è ormai insostenibile, soprattutto nei mesi estivi. Aggiungo, inoltre, che sarei per l’attuazione sull’isola delle varie modifiche della Legge 21 che prevedono la disciplina delle applicazioni delle nuove piattaforme tecnologiche e la disciplina del noleggio con conducente con l’istituzione del registro elettronico nazionale e del foglio di servizio elettronico. Queste sono novità importanti che ci possono portare dalla fase attuativa a quella organizzativa».

«Dovrebbe esserci, un regolamento comunale che stabilisca che i tassisti devono vestirsi in un modo decoroso, essendo un biglietto da visita per i turisti. Poi sarebbe importante fare dei corsi di formazione per dare la possibilità ai tantissimi tassisti volenterosi di imparare una lingua e migliorare alcuni dei loro lati professionali»

Non crede sia giusto introdurre in una realtà turistica all’avanguardia come Ischia, almeno per il futuro – e considerando che i tassisti rappresentano un biglietto da visita per l’isola – una serie di paletti per ottenere la licenza, come ad esempio la conoscenza di almeno una lingua straniera o l’obbligo di essere abbigliati in una certa maniera?

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«In realtà esiste già una prova di accesso alla professione con dei precisi criteri di valutazione. Il problema è che questa sorta di esame deve essere più selettivo, non come è stato fatto in passato in cui le licenze venivano forse date con troppa facilità. Oggi su tutto il territorio isolano ci sono circa trecento tassisti e questa ‘flotta’ potrebbe essere importante per il comparto turistico se ben indirizzata. È ovvio che la conoscenza di una lingua straniera sia un elemento fondamentale per chi vuole svolgere la professione e credo anche che vada fatto un discorso di natura deontologica per quanto riguarda il vestiario. Dovrebbe esserci, in questo senso, un regolamento comunale che stabilisca che i tassisti devono vestirsi in un modo decoroso,essendo un biglietto da visita per i turisti. Inoltre, ci tengo a dire che sarebbe importante fare dei corsi di formazione in cui poter dare la possibilità ai tantissimi tassisti volenterosi di imparare una lingua e migliorare alcuni dei loro lati professionali. Investiremo su questo aspetto, magari d’inverno quando è minore il carico di lavoro».

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La priorità è ridurre le tariffe o visto che ormai la stagione si va sempre più assottigliando forse le licenze sono troppe?

«La licenza è una concessione per l’esercizio di un servizio pubblico e può essere revocata solo per gravi motivi. Chiaramente va rinnovata nel tempo presentando dei requisiti tecnici e professionali. Per il comune di Napoli ho ipotizzato un contratto di servizio che si potrebbe pensare di fare anche sull’isola. Queste sono tutte ipotesi che fanno parte di un grande progetto di riqualificazione del settore, ma per metterle in pratica è necessaria la collaborazione di tante categorie del comparto turistico. Sulle tariffe bisogna avere innanzitutto trasparenza e onestà. In molti lavorano seriamente, ma a volte capita che ci siano delle tariffe oggettivamente troppo alte ed esose. Sarebbe necessario introdurre sull’isola d’Ischia il concetto di tassametro, così come si fa in tante altre realtà del nostro paese. Inoltre, in accordo con i sei comuni, si dovrebbero assolutamente stilare delle tariffe predeterminate in base al percorso che il cliente deve fare. Comunque, prima di arrivare all’adeguamento delle tariffe, sarebbe opportuno organizzare un’offerta complessiva dei trasporti. Rendiamo efficiente e facciamo lavorare a tempo pieno tutto il servizio. Se arriviamo a tutto questo, di conseguenza verrà fuori la necessità di adeguare le tariffe».

«In molti lavorano seriamente, ma a volte capita che ci siano delle tariffe alte ed esose. Sarebbe necessario introdurre sull’isola d’Ischia il concetto di tassametro, così come si fa in tante altre realtà del nostro paese. Inoltre, in accordo con i sei comuni, si dovrebbero assolutamente stilare delle tariffe predeterminate»

Un regolamento unico e anche la circolazione unica tra i sei Comuni degli operatori del servizio pubblico da piazza potrebbe essere la soluzione? E’ chiaro che chi è lontano da porti, approdi e zone centrale viene sfavorito. Ma se ne può discutere a suo avviso con i sindaci?

«Si, un regolamento unico isolano è la via maestra. Non c’è altra soluzione. Questo aspetto dovrebbe essere il primo punto all’ordine del giorno in un’auspicabile conferenza tra tutti i sindaci. È ormai da trent’anni che porto avanti questa proposta… Per quanto mi riguarda è ora di guardare avanti e avere coraggio perché questo servizio rischia di scomparire se non si fa nulla».

La questione ambientale è ormai al centro dell’opinione pubblica e non può più essere rimandata o sottaciuta. Bisogna agire ora. Non crede che Ischia debba fare una svolta green introducendo dei veicoli elettrici, magari con dei progetti seri che siano meritevoli dei soldi del Recovery Fund?

«Sono pienamente d’accordo e nel rispondere mi riallaccio alle parole che Mimmo Barra,dirigente dell’Agenzia Regionale per il Turismo della Regione Campania ha utilizzato in una recente intervista apparsa sempre su Il Golfo. È necessario dare avvio a un grande piano di rinnovamento del parco taxi così come oggi li conosciamo, puntando tutto sulla sostenibilità e sulla transizione ecologica. Per accedere ai soldi del Recovery è necessario realizzare dei piani ben precisi ed è per questo che invoco a gran voce una conferenza tra i comuni, gli esperti del settore e le categorie produttive dell’isola affinché si possa davvero pensare a una svolta green. Ad esempio, si potrebbe chiedere una sostituzione dei mezzi attuali con mezzi elettrici».

«Con l’aggressione di un tassista lacchese nei confronti di un collega ischitano abbiamo fatto una brutta figura davanti alla turista statunitense che, suo malgrado, si è vista coinvolta. Di certo l’immagine dell’isola ne esce compromessa. Sono sempre molto severo davanti a simili accadimenti ed è per questo che chiedo punizioni esemplari»

A seguito dell’aggressione verificatasi a Ischia nei pressi della banchina del Redentore, secondo lei come ne esce l’immagine complessiva dell’isola d’Ischia?

«Credo che sia stato un episodio gravissimo. Con l’aggressione di un tassista lacchese nei confronti di un collega ischitano abbiamo fatto una brutta figura davanti alla turista statunitense che, suo malgrado, si è vista coinvolta. Di certo l’immagine dell’isola ne esce compromessa. Sono sempre molto severo davanti a simili accadimenti ed è per questo che chiedo punizioni esemplari».

E quella dei tassisti? Per lei è stato un evento isolato o fa parte di una problematica atavica che Ischia si trascina da tempo?

«La categoria dei tassisti è composta nella stragrande maggioranza dei casi da persone che svolgono con grande serietà il loro mestiere. Sia a Ischia che nel resto d’Italia. Come in tutti i settori, però, ci sono sempre gli incivili e gli scostumati che, senza troppi ripensamenti, vanno puniti perché per colpa loro si rischia di additare anche gli altri e questo francamente non è giusto. La categoria dei tassisti è in crisi da tanti anni e non possiamo permetterci che si verifichino nuovamente episodi di questo tipo. Il prezzo da pagare è altissimo».

«In questi giorni ho preso lo scooter e per le strade dell’isola c’era un traffico allucinante. Questo è un problema che va avanti da troppi anni e in futuro deve essere assolutamente superato. La mia ricetta per migliorare la situazione nei prossimi vent’anni è di incentivare assolutamente il trasporto pubblico»

Chiudiamo con uno sguardo al futuro. Come vede l’isola da qui a vent’anni?

«In questi giorni ho preso lo scooter e per le strade dell’isola c’era un traffico allucinante. Questo è un problema che va avanti da troppi anni e in futuro deve essere assolutamente superato. La mia ricetta per migliorare la situazione nei prossimi vent’anni è di incentivare assolutamente il trasporto pubblico, non bisogna avere esitazioni su questo. Chiaramente se diciamo al cittadino di non usare l’auto, va da sé che gli deve essere offerta una valida alternativa. Ed è proprio qui la sfida dei nostri giorni per ridisegnare il mondo dei trasporti isolani, ovviamente in chiave elettrica».

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