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LE STORIE DI SANDRA Il Bar Grottino e la famiglia Del Prete

DI SANDRA MALATESTA

Io sono nata a pochi metri da Via Roma e dal Bar Grottino gestito fin dal 1953 da Nicoletta Gloria (da tutti chiamata Nicolina) e Pietro Del Prete (razza U’ Pulient figlio di Raffaele e Chiara) e dai loro nove figli tutti ragazzi e ragazze belli di lineamenti e dal cuore grande come i loro genitori. Nicolina si sposò in prime nozze con Pietro Ferrandino ed ebbero tre figli Rosetta (mamma delle mie amiche Maria, Nicoletta, Anna e Marta, Lauro) Mario e Carmela. Purtroppo Pietro morì a 33 anni e Nicoletta restò sola con tre figli. Poi dopo tempo si sposò con Pietro Del Prete e nacquero sei figli, Chiara (detta Rina) Raffaele, Susanna, Franco, Salvatore e Antonio. All’inizio il bar era un “Malanzeno” e vendeva frutta, poi passò alle bibite (gassosa in particolare) e poi divenne Bar. I figli grandi aiutavano sia nel bar che a crescere i figli piccoli. Una bella famiglia unita dall’amore e dal rispetto.

Il Bar Grottino divenne negli anni sessanta un ritrovo, diciamo una casa per tanti stuccatori e pittori provenienti da Giuliano, che, trovandosi spaesati, venivano accolti da Nicolina e Pietro con tanta dolcezza. Lo stesso fu per tanti militari che Nicolina trattava come figli comprando spesso per loro generi di prima necessità e ricevendo per anni riconoscenza dalle famiglie di questi giovani. Nicolina era una donna di pace, tranquilla e sempre al suo posto così come suo marito e i suoi figli educati e sempre sorridenti e io ricordo in particolare l’allegria di Rina (poi sposata Spignese) che sorrideva spesso e ci contagiava. Nicolina voleva sempre aiutare tutti e diceva spesso che dove si mangia in nove si può mangiare anche in undici. Il Bar Grottino era una tappa cercata da molti e spesso, arrivava anche Totonno Savarese che con la sua chitarra, e allietava le serate, oppure “Gerardino u capraio” che si metteva a riempire schedine nella speranza di vincere qualcosa. Intanto il gelato al limone preparato a mano facendo ruotare le pale di legno da Pietro, diventava famoso per la sua bontà.

Purtroppo i tempi non erano come oggi e tanti non avevano i soldi per il gelato. Cosi Pietro inventò il cono sporcato. Ne riempiva uno, poi ne passava un’altro sopra al limone e ancora un’altro e da uno ne faceva tre. Si respirava aria buona in quel Bar e tanti andavano anche per scambiare una parola. Oggi i figli tutti sposati hanno dato tanti nipoti alcuni con i nomi Nicoletta e Pietro e il Bar è gestito da Franco e Antonio che è anche artista e dipinge quadri bellissimi. La storia di Via Roma è legata anche al Bar Grottino e a quella dolce famiglia dal cuore grande e dai modi gentili. Io giocavo spesso con qualcuno di loro è in particolare con Salvatore che poi divenne vigile urbano, mentre Raffaele fa il sarto. Oggi i tempi sono cambiati ma il Bar Grottino per me è qualcosa di dolce che mi regala tenerezza e il mio gelato era sempre un poco più grande perché sia Pietro che Nicolina sapevano che poi con due cucchiaini portati da casa andavo a dividerlo con le mie amiche sedute felici su un muretto. Penso spesso che vedere i grandi come Pietro e Nicolina e altri dei miei vicoli, essere buoni e altruisti, mi ha fatto capire che è bello aiutare e condividere tutto. Ringrazio Antonio che mi ha ricordato tanto di loro e Anna Lauro la cui mamma è la prima dei nove figli di questa grande famiglia. Siete speciali vi voglio bene e quelle risate che spesso si sentivano dal vostro bar, erano una botta di vita per tutti noi: si perché l’allegria era parte di voi e con poco eravate ed eravamo felici…

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