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LA “ CANTATA DEI PASTORI” SULL’ISOLA INGIUSTAMENTE DECLASSATA

Fino a quando il compianto Eduardo Canestrini è stato tra noi, le feste natalizie ce le allietava , quale sano divertimento, mettendo in scena la tradizionale rappresentazione teatrale de “La Cantata dei Pastori”. Lo faceva con la sua Compagnia, ed anni prima  coi suoi amici di palcoscenico  Giannino Messina e Mario  Di Liddo. Lo stesso facevano ad Ischia Ponte la Fisalugo con Giovan Giuseppe Cervera  ed a  Casamicciola presso il Pio Monte della Misericordia Rino Gamboni, pace all’anima loro.  In seguito è sceso in campo anche Gaetano Maschio a Forio continuando la tradizione. Poi nulla più. Su “La Cantata dei Pastori”, l’opera teatrale natalizia per eccellenza, è calato a Ischia, definitivamente il sipario, facendola cadere in un ingiusto dimenticatoio.  Per la verità, un tentativo  di riportarla in scena due anni fa al nuovo teatro Polifunzionale  di Via Morgioni, l’aveva fatto il figlio d’arte  Ernesto Di Liddo riuiscendovi sul filo di lana e rjiscotendfo alla fine un gran successo. Poi si è bloccato tutto. Perfino a Napoli, per la prima volta quest’anno non sarà rappresentat l’anticher opera natalizia,  suscitando le ire di Beppe Barra che fino allo scorso anno ne era stato acclamato protagonista con la regia di Roberto De Simone  al teatro Trianon che purtroppo è chiuso e che doveva riaprire i battenti proprio in occasione dell’imminente Natale. Beppe Barra che ad Ischia si esibisce almeno una volta all’anno, e della Cantata  dei Pastori, è prezioso custode,  ha dichiarato: “Sono rammaricato e deluso, perché quest’anno, dopo una consuetudine durata 40 anni, Napoli non avrà la sua Cantata dei Pastori» ha detto l’artista nel corso della conferenza stampa di presentazione della decima edizione del «Premio Napoli c’è» che si è  tenuta il  24 novembre scorso al Teatro di San Carlo. A raccogliere la delusione del’artista procidano con Napoli nel cuore, è statoi Rosario Bianco, editore dell’Espresso napoletano (edizione Rogiosi). Il mensile  si è fatto carico di una promessa: «La Cantata dei Pastori salirà sul palcoscenico del Teatro di San Carlo a dicembre 2015». A Ischia chi è in grado di rammaricarsi tanto e di rimanere deluso alla stessa maniera di Beppe Barra per la mancata rimessa in scena dell’amata “Cantata dei Pastori” ?  Guardandoci intorno, crediamo, proprio nessuno. Ed è un vero peccato, perché con tale atteggiamento, si contribuisce a declassare un’opera teatrale pregevole, di grande richiamo popolare e rappresentazione teatrale simbolo di una tradizione che solo  nei giorni lieti del  Natale, trova la sua spiegazione rituale, culturale e sociale. La Cantata dei Pastori ha una sua storia edificante dalla nascita. Scritta da Andrea Perrucci col pseudonimo di Ruggiero Casimiro Ugone nel 1698, fu pubblicata nel medesimo anno e rappresentata con la denominazione originale “Il Vero Lume tra l’Ombre, ovvero la Spelonca Arricchita per la Nascita del Verbo Umanato”. La trama narra il viaggio di Maria e Giuseppe verso Betlemme e delle insidie che i Diavoli frappongono loro per impedire la nascita di Gesù. I Diavoli capitanati da Pluto e Belfegor, saranno infine sconfitti ad opera degli Angeli guidati dall’Angelo Gabriele. e al termine, vi sarà l’adorazione dei vari e classici personaggi del presepe: pastori, cacciatori e pescatori. Tra i protagonisti della sacra rappresentazione viene inserito Razzullo, uno scrivano inviato in Palestina per il censimento, comico personaggio di popolano perennemente affamato. Fu successivamente rivista in numerose riedizioni e, alla fine del ‘700, vi fu introdotto un altro personaggio comico, Sarchiapone, un barbiere in fuga per aver commesso due omicidi. Col tempo, il tono dell’opera ha virato sempre più verso il comico e il profano, tanto che nel 1889 la sua rappresentazione fu temporaneamente sospesa. Poco tempo dopo, riprese alla grande. Fino allo scorso anno è stata messa in scena, come abbiamo detto sopra, durante il periodo natalizio dalla compagnia teatrale di Peppe Barra. La Radio Nazionale, che all’epoca si chiamava Eiar e trasmetteva dalla sede di Torino, sul secondo programma, l’attuale Radio 2, la sera del 24 dicembre, Vigilia di Natale del 1955, mandò in onda in sceneggiato radiofonico, La Cantata dei Pastori del Perrucci interpretata da attori del tempo quali Achille Millo, Anna Miserocchi, Ubaldo Lay, Riccardo Cucciolla, Antonio Battistella, Mario Colli, Roberto Bertea, Massimo Turci, Aleardo Ward con la regia di Anton Giulio Majano. Il 26 dicembre di due anni fa, ossia il 2012, è stato trasmesso su Rai 1 un cartone animato basato su La Cantata dei Pastori , sceneggiato da Nicola Barile e coprodotto da Rai Fiction e Mad Entertainment. Naturalmente, questi sono solo pochi esempi di un curriculum che nella storia ha fatto grande la Cantata dei Pastori, un’ opera mirata del ‘600 che non conosce tramonto. Soltanto Ischia pare la snobbi a tutto vantaggio di “Natale in Casa Cupiello” di Eduardo De Filippo, un lavoro teatrale andato anche sullo schermo, che si rifà al Natale soltanto nelle scene di un piccolo presepe con qualche battuta collegata come “Te piace O’ Presepio ?” e una grottesca sgangherata processione casalinga col canto “Tu scendi dalle stelle” eseguito dai presenti (Eduardo De Filippo, Lucariello-Luca De Filippo e Pupella Maggio). L’opera è famosa e bella, ma non merita di essere preferita alla Cantata Dei Pastori, per storia, popolarità e messaggio religioso. I personaggi creati dall’autore sono quasi tutti gli stessi che compaiono nel presepe napoletano che siamo abituati a vedere e ad apprezzare: dalla natività agli angeli, dal pescatore, al cacciatore, dal pecoraio a Benino, dai pastori delle più svariate espressioni alle pecore ed ai Re Magi. Insomma atmosfera piena di un Natale coinvolgente, tutto sentimento e tradizione che nonostante la “frenata” forzata di quest’anno, lo stesso non teme la conc

michelelubrano@yahooo.it

 

 

 

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