“Tecnici Sisma Ischia”, focus sulla ricostruzione al Manzi
L’associazione che raggruppa professionisti isolani ha reso vivace la serata caratterizzata da un vivace argomento su tanti dibattiti che interessano la delicata materia
Si è svolto giovedì 16 gennaio alle ore 17 presso la sala congressi dell’Hotel Manzi un incontro dell’associazione “Tecnici Sisma Ischia” che raggruppa oltre 120 professionisti tra Architetti, Ingegneri, Geometri e Geologi interessati al problema della ricostruzione postsisma. Il gruppo, presente sul territorio ed organizzato da oltre un anno, ha dato vita a molteplici istanze di chiarimenti sia al Commissario Schilardi che ai Sindaci del cratere. E’ anche grazie alle sue iniziative e richieste che è stato possibile far aprire una pagina di FAQ all’interno del sito commissariale, le cui domande sono tutte o quasi di provenienza del gruppo, ed ancora l’iniziativa per la richiesta presso l’Amministrazione di Casamicciola Terme di definire un importo minimo unico pari a 100 €, uguale per tutte le richieste di istruttoria relative all’integrazioni di pratiche di condono per edifici interessati dal terremoto. La serata, che ha visto la partecipazione di molti professionisti, è stata caratterizzata, come sempre, da un vivace dibattito sui tanti argomenti che interessano la ricostruzione. L’oggetto introduttivo dell’incontro è stato quello di chiarire l’utilità e l’utilizzo da parte dei tecnici degli studi di microzonazione sismica di III livello. L’argomento è stato illustrato dalla Geologa Dott.ssa Filomena Miragliuolo che in modo esaustivo e chiaro ha definito i criteri per un corretto uso di tale strumento. In particolare si è posto l’accento sull’utilità che tale studio ha ai diversi livelli d’intervento. A livello territoriale, nella programmazione urbana (per amministratori e urbanisti), al fine di avere chiaro il territorio entro cui muovere direttrici di sviluppo e/o delocalizzazione e/o per l’individuazione di siti per la realizzazione di nuove opere pubbliche; a livello edilizio (per i progettisti) per usufruire di parametri utili nel calcolo strutturale.
Tale intervento è stato integrato da quello di strutturisti che hanno descritto le loro recenti e nuove esperienze in relazione al detto strumento, portando esempi di tipo pratico sull’utilizzo e lettura dei dati della microzonazione sismica di III livello. Da questo argomento si è naturalmente passati ad una serie di restrizioni che la zonazione ha introdotto e alla chiave di lettura che a queste restrizioni bisogna dare al fine di capire se e quando è possibile intervenire in quelle aree. Nello specifico l’attenzione di molti è ricaduta sulla ampia “zona di attenzione per instabilità di versante” individuata nel territorio di Casamicciola, tra la zona del “Rarone” fino all’area storica, diffusamente antropizzata ed edificata, di Piazza Bagni, dove sono presenti molte attività turistico-termali e un diffuso patrimonio immobiliare legittimo che, alla luce dell’art. 1, comma 2 dell’Ordinanza commissariale n. 7, non sembrerebbe recuperabile nell’immediato. Tale aspetto è stato già oggetto di richiesta di approfondimento alle autorità preposte ed agli stessi geologi, ma le indicazioni che ne sono scaturite sono contrastanti, tra chi ritiene che per intervenire sugli edifici bisogna analizzare caso per caso e chi invece propende per la indispensabilità di un ulteriore approfondimento di studio ed interventi pubblici di stabilizzazione per aree omogenee. Si è portato l’esempio di due attività o due edifici esistenti nella stessa area dove, sul primo interessato da dissesti da terremoto non si potrebbe intervenire se non dopo i detti interventi delle autorità competenti (Regione, Autorità di bacino ecc.), mentre il vicino non dissestato continua ad essere operativo ed abitato, la qual cosa darebbe luogo ad una palese contraddizione. Considerato che l’area è di interesse vitale per l’economia del territorio, appare evidente che tale preoccupazione è del tutto giustificata e, per il gruppo “Tecnici Sisma Ischia”, la risposta da parte della struttura commissariale rappresenta, insieme alla programmazione di recupero della zona del Majo, una priorità assoluta nel processo di ricostruzione.
E’ stato inoltre fatto notare la ridotta attenzione che le Autorità hanno nei confronti del gruppo e dei tecnici più in generale, considerato che l’intero processo ricostruttivo peserà totalmente sulle loro spalle. Al riguardo si è auspicato che la consultazione da parte delle Autorità preposte alla ricostruzione avvenga non solo su richiesta dei tecnici, ma rappresenti una modalità di routine nel processo di consultazione e concertazione indispensabile in casi complessi come questo e nella organizzazione della gestione delle problematiche connesse. Considerato il grande patrimonio in termini di conoscenze che i tecnici hanno del territorio e dell’edilizia dei luoghi, si auspicano che le iniziative intraprese dagli Enti siano almeno emanate sentito gli addetti ai lavori, anche per ridurre i tempi ed ottimizzare gli investimenti pubblici. Al riguardo sono state sollevate dai presenti una serie di osservazioni su aspetti normativi e amministrativi di non minore importanza. Una tra tutte è la questione dell’indispensabilità del finanziamento pubblico agli edifici soggetti a condono edilizio. Si è posto l’attenzione sul fatto che non si è a conoscenza di eventuali iniziative volte a mappare il patrimonio edilizio danneggiato per conoscere la consistenza planimetrica di ciascun edificio con la catalogazione di quelli con domande di condono interessati dal terremoto rispetto a quelli totalmente legittimi. Si è certi che questo rappresenterebbe un dato di grande attenzione, in grado di smuovere la ritrosia del Governo centrale rispetto alla ingiustizia perpretata nei confronti dei cittadini terremotati dell’isola d’Ischia e per ben due volte, sia nella Legge 130/2018 che nella Legge 156/2019. I tecnici ritengono che il numero di edifici con domande di condono è molto alto, che sfiora il 70% del patrimonio edilizio danneggiato e che con questi numeri non sarà mai possibile far decollare la ricostruzione, anche perché a questo fa eco il dato sulla scarsa capacità dei cittadini di autofinanziarsi e che pertanto, in mancanza di aiuti da parte della P.A., per un ampia parte dell’edificato, non sarà possibile alcun intervento.
Altro aspetto è la gestione delle procedure di condono nel comune con maggiori danni, Casamicciola, dove vi è la mancanza di un deliberato che disciplini in modo chiaro i parametri e i costi da sostenere per gli oneri e le indennità per ottenere le concessioni in sanatoria, così come avviene da anni nei restanti comuni isolani. Questo ha già in passato portato a contenziosi tra l’Ente ed i cittadini, che oggi, in presenza di un numero di richieste che arriverà in breve tempo a 3/400, porterebbe ad una situazione insostenibile, dilatoria e dall’alto costo sociale. Al riguardo l’Ing. Stani Senese, presente nella duplice veste di tecnico ed assessore, ha tenuto a rassicurare i presenti sull’assoluta disponibilità dell’Amministrazione a concertare iniziative con i tecnici al fine di rendere sempre più snelle le procedure di ricostruzione, tra cui quella di approvare in breve tempo una delibera ad hoc per normare i detti costi per i condoni edilizi. Infine non poteva mancare un passaggio sulla pianificazione nell’area maggiormente colpita del Majo. La recente Legge 156/2019, collegata alla Finanziaria 2019, ha introdotto un elemento di conflittualità con la precedente Legge 130 del 2018, la quale all’art. 17, comma 3, demandava al Commissario straordinario la prerogativa di far eseguire Piani di delocalizzazione e trasformazione urbana; la nuova Legge 156/2019, all’art. 24-bis, ha individuato, per la redazione del Piano di ricostruzione, un nuovo soggetto nella Regione Campania, generando probabilmente un conflitto di competenza. Sarebbe stato più opportuno, nell’interesse dei cittadini che hanno interesse a dar avvio alla ricostruzione in tempi rapidi, che un piano attuativo di interesse locale qual è questo, fosse stato demandato alla redazione da parte dell’Amministrazione locale, così come le norme urbanistiche prevedono per i piani attuativi come il P.U.C. ecc.
Foto Franco Trani