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Tentarono un furto da Bottiglieri, condannati a nove mesi

ISCHIA. Non ha fatto sconti il giudice Capuano nel leggere il dispositivo della sentenza. Per i due imputati Domenico Palumbo e Carmine Rizzo alla fine è arrivata una condanna a nove mesi di reclusione, proprio come aveva chiesto il pubblico ministero nella discussione conclusiva del processo, svoltasi nell’udienza di ieri presso la sezione ischitana del Tribunale. I due erano accusati di aver tentato un furto ai danni della nota gioielleria e oreficeria Bottiglieri di Corso Vittoria Colonna a Ischia. I fatti risalgono a quasi cinque anni fa, ma gli autori del tentativo furono identificati e rintracciati dalle forze dell’ordine soltanto un anno dopo. I due avevano messo in atto il loro tentativo fingendosi clienti della gioielleria: mentre uno dei due rimase fuori dal negozio, a far da “palo”, l’altro aveva fatto ingresso nell’esercizio commerciale chiedendo alle commesse informazioni varie sui prezzi di diversi oggetti preziosi esposti nella vetrina. Una strategia probabilmente già collaudata, adottata allo scopo di distrarre i presenti per poi piazzare la zampata con destrezza: come poi è emerso dal processo, fu la figlia del titolare a sventare il tentativo da parte di uno dei due, il quale aveva già afferrato furtivamente alcuni oggetti. La ragazza riuscì ad accorgersi in tempo dell’intenzione, togliendo tempestivamente i preziosi dalle mani dell’individuo e  dando contemporaneamente  l’allarme: i due, colti in flagrante e letteralmente con le mani nel sacco, riuscirono a fuggire dileguandosi nella folla del corso principale di Ischia. Tuttavia l’episodio era stato ripreso dalle videocamere di sorveglianza e il titolare del negozio, Marco Bottiglieri, le inviò ai Carabinieri e alla Polizia affinché potessero essere identificati gli autori del tentativo. Il noto commerciante fece di più, diffondendo le immagini registrate presso i propri colleghi, mettendoli in guardia da possibili nuove “incursioni” della coppia. E in effetti, nei vari negozi ischitani si registrarono diversi ulteriori tentativi di furto, ma anche in questi casi senza riuscirci: grazie all’allarme lanciato da Bottiglieri e alla diffusione delle immagini, i vari commercianti sventarono le minacce, anche se ogni volta gli autori riuscirono a far perdere le proprie tracce sino al termine della stagione turistica. Tuttavia, come nei vecchi romanzi d’appendice, i due tornarono “sul luogo del delitto”, sempre tentando lo stesso “schema” d’azione: un anno dopo, nell’estate del 2014 un commerciante notò gli imputati nel proprio negozio, intenti a guardarsi intorno per poi uscire. Il titolare diede l’allarme, e stavolta le forze dell’ordine riuscirono a rintracciare e a fermare la coppia, che poi fu rinviata a giudizio. Il processo si è chiuso dunque ieri: nonostante la richiesta di assoluzione da parte della difesa, che in via gradata aveva invocato il minimo della pena, il giudice Capuano ha dato lettura della condanna, accompagnata dall’inflizione di una sanzione pecuniaria pari a 600 euro. L’episodio ha dunque messo in rilievo l’importanza decisiva della videosorveglianza, grazie alla quale Carabinieri e Polizia hanno potuto immediatamente imprimere una sicura direzione alle indagini, ma anche della collaborazione e della condivisione sul territorio delle informazioni tra gli esercenti.

Francesco Ferrandino

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