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Tentato omicidio a Serrara, concluse le testimonianze

ISCHIA. Si è svolta ieri mattina, presso la sesta sezione penale del Tribunale di Napoli, la nuova udienza del processo nei confronti di Domenico Iacono, accusato di tentato omicidio nei confronti del concittadino serrarese, quasi omonimo (ma non parente), Salvatore Iacono. Un’aggressione condotta mediante un “marrazzo”, oggetto affilato e potenzialmente contundente che viene usato dai contadini per recidere piante e rami. L’episodio risale al febbraio di due anni fa. Come da programma, sono stati ascoltati il dottor Tarsitano e il signor Giovan Giuseppe Trani, entrambi indicati come testimoni dalla difesa, sostenuta dall’avvocato Arturo Frojo. Il dottor Tarsitano, noto esperto di medicina legale, ha risposto alle domande delle parti, compresa la parte civile rappresentata dall’avvocato Lorenzo Bruno Molinaro, e il nodo del contendere si è rapidamente focalizzato  sull’idoneità dell’azione offensiva a cagionare i danni, con la difesa impegnata dal canto suo a dimostrare le limitate conseguenze effettive dell’atto.  L’esame inizialmente si era focalizzato sul colpo inferto alla regione occipitale della vittima, ma di fatto  Salvatore Iacono ha riportato ferite anche alla parte dorsale della mano destra e l’avambraccio. Lesioni che secondo la parte civile sarebbero invece compatibili con un tentativo di fuga. Proprio a questo tentativo si dovrebbero le limitate lesioni riportate dalla vittima altrimenti destinata, secondo la difesa di parte civile, a rischiare conseguenze ben più gravi. La difesa dell’imputato ha invece cercato di dimostrare che l’accaduto, comprese le ferite riportate da Salvatore Iacono,  è sostanzialmente il risultato di una colluttazione. Il dottor Tarsitano ha affermato che il colpo potrebbe essere stato inferto di fronte, mentre la tesi della parte civile è naturalmente quella secondo cui i colpi avrebbero attinto la vittima praticamente di spalle,  quando cioè  Salvatore tentava di fuggire all’aggressione. In particolare, verso la fine dell’esame, il presidente del collegio giudicante, dottor Palumbo, ha chiesto al consulente se l’oggetto usato come arma, la roncola meglio nota come “marrazzo”, utilizzata in un certo modo, avrebbe potuto cagionare un “exitus” letale, al di là delle circostanze particolari dell’episodio contestato. Il medico ha risposto che teoricamente l’oggetto avrebbe potuto farlo, e il giudice si è dichiarato immediatamente soddisfatto di tale risposta, ritenendo che non fossero necessarie ulteriori spiegazioni. Sul banco dei testimoni è poi salito il signor Giovan Giuseppe Trani, che ha spiegato di aver sentito Salvatore Iacono, proprio nei giorni prossimi a quello dell’aggressione, lamentarsi e inveire mentre constatava i danni provocati sul suo podere dalle operazioni di scavo condotte da Domenico Iacono. Tuttavia il teste ha riferito di non avere sentito fare alcun nome specifico da parte di Salvatore, mentre lanciava i suoi strali.

Alla fine dell’udienza, il presidente Palumbo d’accordo con le parti ha stabilito che nella prossima udienza sarà il pubblico ministero a discutere e a formulare le proprie conclusioni, mentre gli avvocati Molinaro e Frojo discuteranno nell’udienza di aprile. Poi, toccherà al collegio A della sesta sezione emettere il verdetto che porrà il primo sigillo giudiziario a questa vicenda partita da una denuncia presentata il primo febbraio 2016 da Salvatore Iacono: la successiva attività investigativa posta in essere dai militari dell’Arma dei Carabinieri  portò ad accertare che in quello stesso giorno l’attuale imputato Domenico Iacono causò un incidente stradale impattando contro l’autovettura di Salvatore. Un incidente che avrebbe così innescato una furiosa lite tra i due: secondo gli inquirenti, Domenico avrebbe colpito Salvatore alla testa con un corpo contundente, una roncola, attrezzo agricolo che nelle nostre contrade viene comunemente detto appunto “marrazzo”. La natura del contendere è proprio sulla dinamica del violento diverbio generatosi tra i due quasi omonimi. Secondo gli accertamenti dei Carabinieri, Salvatore Iacono, dopo essersi sottratto da eventuali ulteriori colpi, si recò presso l’Ospedale Rizzoli di Lacco Ameno, dove i sanitari lo medicarono giudicandolo guaribile in due settimane circa: la diagnosi fu quella di “trauma cranico con ferita lacero contusa del cuoio capelluto”, e altre ferite su mani e braccia. L’evento, tuttavia, non sarebbe da considerarsi un caso fortuito, una lite inconsulta generata da un comune incidente di circolazione stradale ma, secondo quanto emerso in seguito, si sarebbe verificato principalmente a causa di una precedente denuncia per abusi edilizi, inoltrata presso il comando dei vigili urbani di Serrara Fontana da Salvatore Iacono contro Domenico: quest’ultimo avrebbe compiuto opere che avrebbero direttamente danneggiato il podere confinante, di proprietà di Salvatore Iacono.

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