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Terme a rilento. Fimiani, serve un rilancio

Gianluca CastagnaLacco Ameno – Sin dall’antichità gli uomini hanno fatto ricorso alle acque termali per curare i più svariati disturbi del corpo. Greci, etruschi, soprattutto romani. Medicina, ma anche mondanità e socializzazione, questo offrivano le terme di Roma durante lo splendore dell’Impero. Arrivati i barbari a ufficializzarne la fine, anche le terme ne seguirono le sorti. L’Islam e il Cristianesimo, così refrattari all’idea del piacere, ne soffocarono la frequentazione. Ma le cure termali furono comunque pienamente riscoperte in epoche successive e ottennero i dovuti riconoscimenti della scienza medica del tempo, che le promosse a efficaci terapie in numerosi trattati di medicina.

Oggi non si contano gli studi scientifici che accreditano le qualità delle acque termali come strumenti di prevenzione e cura di numerose patologie. Ciò che manca è la giustificazione del meccanismo d’azione. Insomma, andiamo alle terme perché dopo stiamo meglio, ma non sappiamo (scientificamente) dire perché. Terapia o effetto placebo? Una proposta interessante di studio è arrivata al convegno sulle acque termali di lunedì scorso dal dottor Antonio Fimiani, noto posturologo, medico specialista in Fisioterapia e Idrologia medica. Da tempo Fimiani è Direttore Sanitario di centri termali e fisioterapici, oggi a capo delle Terme di Ischia, le antiche terme comunali passate ai privati dopo anni di tribolata gestione pubblica.
Per lo specialista, esisterebbe un buco nero nella metodologia di studio. Studiamo gli effetti chimici delle acque, ma non quelli fisici. E’ dunque possibile interagire con il corpo grazie alla pelle, vero e proprio radar naturale per il nostro equilibrio chimico-fisicole, grazie alle caratteristiche fisiche delle acque termali, alla loro memoria fatta di frequenze a bassa intensità. Una proposta di indagine che, approfondita, potrebbe ridare una credibilità scientifica più forte a un settore in sofferenza. Col dottor Antonio Fimiani abbiamo riflettuto su questo nuovo concetto di terme e sullo stato del termalismo isolano.

Termalismo - Fimiani (foto terza dove ve pare)In cosa consiste la sua proposta? Come può aiutarci a superare i limiti della metodologia di studio sulle acque termali?
«Lavoro al sistema neuromuscolare dal 2000, ho semplicemente portato le mie acquisizioni scientifiche nella logica del termalismo. Il nostro corpo ha i suoi meccanismi che lavorano normalmente: quello endocrino, quello muscolare …l’interferenza dell’acqua va ad attivare dei veri fenomeni di autoriparazione. Dopo un ciclo di cure, infatti, si registrano puntualmente variazioni ematiche, perché partono delle stimolazioni cutanee per il circuito endocrino. Bene, perchè non pensare che noi, fatti d’acqua, possiamo dialogare con l’acqua termale attraverso la cute? Abbiamo sbagliato metodologia, dobbiamo concentrarci sulle qualità fisiche dell’acqua. E’ una proposta di indagine che faccio qui, in questo contesto, alla presenza di professori universitari, per suscitare un interesse verso questa nuova direzione, per tirare fuori dei protocolli di ricerca che ci aiutino a spiegare meglio l’effetto delle acque termali».

Una vera e propria medicina, dunque.
«Certamente. I romani non viaggiavano giorni per far curare i loro soldati senza una ragione. Medicina di tipo integrativo e cumulativa. E’ già stato dimostrato, ad esempio, che l’associazione tra cure termali e farmaci potenzia il miglioramento delle condizioni di vita del paziente, permettendo di ridurre l’assunzione di farmaci, il verificarsi di fastidiosi effetti collaterali, e abbassando di conseguenza anche la spesa farmaceutica».

Qual è il valore del mercato termale nell’economia isolana?
«Il termalismo è stato sempre il valore aggiunto dell’isola d’Ischia. Almeno fino agli anni ’90 lavoravamo sette, otto mesi all’anno. Oggi col venir meno della possibilità di usufruire delle cure termali al di fuori delle ferie o periodi di malattia, e con il crollo del mercato tedesco, la nostra stagionalità si è contratta enormemente. Ecco perché è necessario ridare una credibilità terapeutica alle acque, riaffermarne il valore. Precisare, ad esempio, che la cura delle essere fatta alla sorgente, all’emergenza, visto che la caratteristica si perde dopo 10 minuti dall’emergenza. Un approfondimento scientifico sulle acque porterà sicuramente un beneficio al termalismo isolano».

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Quali sono i punti di forza delle nostre terme?
«L’acqua, il sottosuolo. Un elemento di forza non solo per il termalismo, inteso nelle terapie inalatorie, nella fangoterapia etc. Le acque termali di Ischia possiedono un’ importanza enorme per la natura, per il fondo marino, per la salvaguardia della biodiversità».

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Che bilancio possiamo fare della stagione termale sulla nostra isola? Che anno è stato il 2015?
«L’andamento del 2015 non è stato certo migliore rispetto al 2014. Ci aspettiamo una ripresa e stiamo lavorando per questo».

Termalismo - Fimiani 2 (foto secondaria in basso)Quante aziende termali ci sono sull’isola e quali caratteristiche deve possedere uno stabilimento per erogare le cure? Sono tutte idonee, da un punto di vista professionale, per venire incontro alle esigenze della clientela?
«Le rispondo molto “politicamente”: se l’azienda possiede l’autorizzazione a stare aperta, vuol dire che avrà tutti i requisiti a posto. La concorrenza sleale? Dal punto di vista curativo in senso stretto non esiste, perché la cura deve essere fatta in modo idoneo, altrimenti non è efficace. Non posso rispondere diversamente perché mi interesso solo della fangoterapia.».

La legge 323/ 2000 la soddisfa?
«E’ una legge che ci include tra i trattamenti terapeutici. Siamo dentro, l’importante è non uscirne altrimenti siamo finiti»

Cosa può fare il termalismo per contrastare la disoccupazione? Perché non si riesce a destagionalizzare sul serio?
«C’è bisogno di una nuova, maggiore credibilità. Registriamo una difficoltà, da un punto di vista scientifico, a documentare la validità delle cure termali, per cui il mercato è rimasto in panne. Questa mia proposta, che vuole fare luce sui meccanismi di azione delle acque, apre sicuramente uno spiraglio. Potrebbe rappresentare un’inversione di rotta perché ci fornisce un motivo in più per ragionare diversamente, portandoci molto lontano».

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