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Luciano Castaldi: «Noi siamo un’altra cosa rispetto all’attuale quadro politico»

FORIO – A poche ore dalla presentazione delle liste di Ignazio Di Lustro, domenica sera è stata la volta di Luciano Castaldi. Il leader di “Forio nel futuro” (che sarà sostenuto anche dalla lista “Meravigliosa Forio”) ha inaugurato la propria campagna elettorale a Panza, nella centralissima piazza San Leonardo. Quella della frazione non è stata una scelta casuale: Panza è stata considerata, per troppi anni, un bacino dal quale attingere soltanto prima di una tornata elettorale. E quindi Luciano Castaldi, attraverso il suo primo comizio, ha voluto restituire centralità alla popolosa frazione del Comune di Forio, che non è affatto un territorio di serie B. Prima dell’intervento del candidato a sindaco, si sono susseguiti quelli di alcuni compagni d’avventura dell’ex assessore alla cultura, che hanno esposto sinteticamente i motivi della loro discesa in campo e la loro idea di paese.

È stata dunque la volta di Luciano Castaldi, che ha esordito salutando con affetto l’amico Vito Pero. «Il primo pensiero va a Vito Pero, un nostro amico che sta combattendo una difficile battaglia, e a lui non facciamo mai venir meno il nostro sostegno, sotto tutti i punti di vista. Un ringraziamento speciale va al fratello, l’avvocato Francesco Pero, che nonostante le difficoltà e il momento delicato ha voluto partecipare a questa campagna elettorale. Lo fa in prima fila, da candidato, con i suoi contributi di idee, di valori, con la sua competenza, con la sua professionalità. Un ringraziamento a voi tutti per questa partecipazione così libera, così all’insegna dell’amicizia.   Abbiamo voluto sottolineare che il nostro programma elettorale è incentrato sulla persona, sulle persone, sulla famiglia, sui bambini. Vogliamo un paese a misura di bambino. E se siete qui, e se ho una mela in mano, è per richiamare San Tommaso d’Aquino, grande filosofo della Storia, forse il più grande. Egli amava inaugurare l’anno accademico indicando una mela ai suoi alunni. “Questa è una mela” – diceva – “e chi non è d’accordo può andare via”. Se voi oggi siete qui, è perché sapete distinguere la differenza che c’è tra una mela e i coccodrilli, tra le nostre liste e quelle degli altri».

«Noi – ha sottolineato Castaldi – non siamo un’altra coalizione, noi siamo un’altra cosa rispetto al quadro politico. E lo potete sperimentare giorno per giorno attraverso il nostro stile, attraverso la nostra vita personale, attraverso la nostra storia personale, attraverso il nostro impegno. Quello di Mario D’abundo, quello di Daniele, quello di Maria, quello di tutti i nostri candidati. Quello di Vincenzo Savarese, una vita nella barricata dei valori, nella barricata dell’onestà, nella barricata del popolo di Forio, del popolo di Panza. Diceva il grande scrittore inglese Chesterton: “Verranno tempi in cui spade saranno sguainate per dimostrare che l’erba è verde a primavera”. Quei tempi sono arrivati, cari amici. Perché se oggi dobbiamo batterci per difendere il diritto di natura, per difendere il pisellino dei nostri bambini maschi e la farfallina delle nostre bambine femmine, è evidente che c’è qualcosa di sbagliato nella nostra società. E se oggi siamo qui, cari amici, a dirvi che è una stagione politica ormai superata dalla Storia, che non è possibile che dal 1976 sempre gli stessi matusalemme si propongono alla vostra attenzione, è evidente che qualcosa non va nella nostra Forio».

«Ci hanno lasciato un paese privo di servizi, senza depurazione, senza un piano urbanistico» ha aggiunto Luciano Castaldi. «Ci hanno lasciato con le scuole che cadono a pezzi, ci hanno lasciato un paese a rischio sismico senza un piano di Protezione civile. Ci hanno lasciato un paese senza parcheggi, invaso dalle auto, senza vigili urbani. Abbiamo voluto iniziare da Panza perché qui, trenta secoli fa, è iniziato a battere il cuore della civiltà sulla nostra isola, a Punta Chiarito. E noi vogliamo tornare a sentire quel battito, ad iniziare da Panza attraverso l’istituzione del parco archeologico di Punta Chiarito. Trenta secoli di storia, che hanno forgiato una civiltà e che ci distingue, questa civiltà, anche dalle altre proposte politiche oggi alla vostra attenzione. Ci distingue una concezione della vita e del mondo che ci ha consentito di costruire l’Arciconfraternita quattro secoli fa, di costruire la bellissima parrocchiale di San Leonardo. È una concezione della vita che ci distingue dagli altri, che cono appiattiti, che pensano solo egoisticamente al potere fine a sé stesso, che non hanno visione del territorio. Questo ci separa dagli altri: da una parte c’è la mela, dall’altra ci sono i coccodrilli. È una civiltà, la nostra, che merita di essere riproposta, perché rappresenta un giacimento di idee da proporre anche in chiave turistica. Il turismo: l’unica nostra industria, l’unico nostro sostentamento».

Luciano Castaldi si è poi scagliato direttamente contro il sindaco Francesco Del Deo. «Abbiamo un sindaco che è stato presente unicamente nei funerali e nelle processioni. Per il resto vuoto assoluto, al di là dei numeri che stanno dando con i manifesti. Noi vi invitiamo ad aggiungere ai loro numeri, se possibile, il 10, che nella smorfia napoletana rappresenta i fagioli. Siamo ormai stanchi della loro pasta e fagioli, siamo stanchi del rancido menù che ci propongono da quarant’anni. Il mio non vuole essere un intervento politico, il mio vuole essere un intervento di invito a condividere con noi questo percorso. Non vi chiedo il voto, non vi chiedo il consenso. Vi chiedo di condividere il sogno di una Forio diversa. Il sogno di mettere al centro la natura, la persona, il diritto alla vita. Non tutti gli uomini sognano allo stesso modo. C’è chi sogna di notte, navigando nei ripostigli polverosi della sua mente, e scopre al mattino la vacuità di quelle immagini. C’è poi chi sogna ad occhi aperti, e quell’uomo è un uomo vero, perché sta recitando il suo sogno ad occhi aperti. È il sogno che noi vogliamo recitare insieme a voi. È il sogno delle mie figlie, che non mi chiedono i biglietti per andare sulle giostre, mi chiedono di attaccare le poesie ai nostri muri, nei nostri vicoli. Questo è il sogno di una Forio diversa, una Forio che va verso il futuro. È la Forio di Auden, di Pasolini, di Visconti, di Peperone, di Zivelli, di Mariolino, di Luigi Patalano, del parroco d’Abundo, di Onofrio Calise. Questo è il nostro sogno, il sogno ad occhi aperti di chi sa infiammare i cuori. E noi vogliamo infiammare i cuori di Panza, dei panzesi, dei foriani. Viva Forio nel futuro, viva Meravigliosa Forio. Per vincere, e non per partecipare».

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