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“Terra, solchi di verità e giustizia”, Lacco Ameno in piazza per dire no alle mafie

Gianluca Castagna |  Lacco Ameno – Pioggia, vento e freddo hanno provato a fermarla, ma il 21 marzo la Primavera dell’anti-mafia è fiorita anche sull’isola d’Ischia. A Lacco Ameno, una delle migliaia di piazze di tutta Italia e d’Europa, dove si è celebrata la XXIII Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti della mafia e della criminalità organizzata.
Ci sono i ragazzi delle scuole, dell’IC “Vincenzo Mennella”, accompagnati dai genitori, dalla preside Assunta Barbieri, dai docenti e dalle associazioni del territorio. A cominciare dal presidio isolano di Libera, con le sue bandiere dai colori vividi e i suoi attivisti pieni di energia e di determinazione nel coltivare quella sensibilità civica e sociale in grado di promuovere comportamenti finalizzati al rispetto della legalità e della giustizia, alla tutela del patrimonio comune, alla memoria viva che deve tradursi in responsabilità e impegno da parte di tutti.

C’è il sindaco di Lacco Ameno Giacomo Pascale e la delegazione del Cudas Ischia, al cui fianco si è sempre schierato il presidio isolano di Libera intitolato a Gaetano Montanino nelle tante iniziative messe in campo sul territori. Ma ci sono soprattutto striscioni, foto, disegni, cartelloni, volti e voci che raccontano un dolore che non passa in un abbraccio ideale verso madri, padri, figli, fratelli di chi è stato ucciso dalle mafie. C’è Emilio D’Anna, oggi residente a Lacco Ameno e figlio di un piccolo imprenditore edile, Vincenzo D’Anna, ammazzato nel 1993 perché si rifiutava di pagare il pizzo alle associazioni criminali del napoletano. Con lui altri 970 nomi di vittime letti ad alta voce da alunni, insegnanti, genitori, esponenti della società civile nella palestra comunale ‘Valentino Aceti’ di Lacco Ameno, dove il corteo, partito da piazza Santa Restituta, è arrivato in tarda mattinata dopo aver attraversato le vie del centro. Un interminabile, doloroso rosario civile, quello recitato in palestra, per far rivivere ancora queste vittime innocenti, per non farli morire mai. Ma anche per dare un po’ di sollievo a un’amarezza diffusa tra i sopravvissuti alle stagioni sanguinose delle mafie, se è vero che il 70% dei parenti delle vittime ancora non conosce la verità.

«Ripetere quei nomi –ha sottolineato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella – costituisce anche un impegno. Per lo Stato e le sue Istituzioni, anzitutto, che sono chiamati a contrastare con sempre crescente energia le organizzazioni mafiose vecchie e nuove. Accanto a questo, sono necessari un allargamento della coscienza civile, una partecipazione attiva dei cittadini, un impegno convergente delle formazioni sociali, un radicamento della cultura della legalità».
“Terra. Solchi di verità e giustizia”. Questo il tema che ha accompagnato la XXIII Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, organizzata in tutta Italia dalla rete di Libera e il cui epicentro della mobilitazione nazionale è stato quest’anno individuato a Foggia, città sfregiata da una della mafie più potenti di Puglia. Certo, oggi si uccide di meno, o almeno con modalità meno visibili. Ma anche se assente dai fatti di cronaca nera più efferata, la criminalità continua a condizionare il nostro sviluppo, la nostra crescita, la nostra economia, il nostro rapporto con la terra, la parola chiave di questa Giornata.

«La mafia uccide, il silenzio pure» ha ricordato la Dirigente Scolastica Barbieri. «La nostra scuola è stata scelta come luogo di lettura per ricordare quelle vittime che sono un monito alle coscienze di tutti. Non si tratta solo di storie individuali o familiari: sono le storie dei nostri territori che, messe insieme, come hanno fatto i ragazzi, raccontano un pezzo di Storia del nostro Paese. Sono molto orgogliosa dell’entusiasmo e dell’impegno con cui hanno aderito a questa Giornata. Rafforzando la consapevolezza che per contrastare le mafie e l’illegalità occorre certamente il grande impegno delle forze di polizia e di molti magistrati, ma prima ancora bisogna diventare una comunità solidale e corresponsabile, che faccia del “noi” non solo una parola, ma un crocevia di bisogni, desideri e speranze. Le giovani generazioni, in questo progetto di sviluppo della sensibilità civica e sociale, avranno un ruolo da protagonisti».  Libero Grassi, don Peppino Diana, Angelo Vassallo, Annalisa Durante, Rita Atria, Federica Taglialatela, Giuseppe Impastato (vicenda rievocata proprio dalla preside, che ha raccontato il suo viaggio con Libera a Cinisi). Sono solo alcuni dei nomi che reclamano con forza, attraverso la voce dei ragazzi e i loro racconti, la centralità dell’impegno contro la violenza, i soprusi e gli affari delle mafie.
«Come sostenemmo all’epoca dell’apertura del Presidio di Libera sul territorio di Lacco Ameno è importante trasmettere il messaggio della legalità» afferma il sindaco Giacomo Pascale. «Oggi questa marcia avviene in tutta Italia. Lacco Ameno dice no alle mafie e l’aspetto più positivo è che vi partecipano i ragazzi delle scuole». «Ischia non è un mondo a parte» continua Pascale, «fa parte dell’Italia e corre tutti i rischi. Basti pensare alla diffusione dello droga e dello spaccio, da sempre legati agli interessi della criminalità organizzata. Ciò significa che non bisogna abbassare la guardia. Anche se l’isola è apparentemente più calma e tranquilla di altre aree della Campania, i pericoli di infiltrazione esistono, ecco perchè diventa importante promuovere la cultura della legalità a 360°. Illegalità, dal mio punto di vista, significa tante cose: anche sopraffazione, mancata solidarietà verso chi soffre, lasciare indietro chi è meno fortunato. Una cultura della legalità va praticata prima ancora che predicata».

I settori dell’urbanistica e dell’edilizia giocheranno un ruolo di primo piano nella ricostruzione post-sisma. Come impedire che nelle falle di vulnerabilità si possano infilare interessi mafiosi? «E’ una questione articolata e complessa. Anzitutto l’amministrazione chiede le norme, che al momento non ci sono. La ricostruzione deve passare attraverso la valutazione specifica dell’aspetto sismico, per capire se in quelle aree a normativa sismica vigente, si può realizzare la ricostruzione. Quando, entro fine mese, saranno consegnate al Governo, al Commissario e ai sindaci le relazioni sugli studi effettuati da INGV e CNR/IAMC, è lecito attendersi una disciplina in merito alla demolizione e alla successiva ricostruzione. C’è poi la questione annosa degli immobili assoggettati alle tre leggi sul condono edilizio: ecco, noi chiediamo che abbiano la pari dignità degli immobili regolarmente assentiti. L’infiltrazione di eventuali appetiti sulla ricostruzione è una materia a cui prestare molta attenzione, anche se penso che l’isola d’Ischia, per la dimensione del terremoto, i danni subiti, e il tipo di ricostruzione, non dovrebbe correre certi rischi. Ciò non toglie che gli Enti preposti, a tutti i livelli, vigileranno perché ciò non avvenga. A cominciare dai sindaci.»

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