CRONACAPRIMO PIANO

Terremoto e frana, il “mea culpa” e l’affondo di Bonavitacola

Il vicepresidente della giunta regionale in visita istituzionale a Casamicciola spara a zero su mancanze e omissioni legate ad alcuni aspetti dell’emergenza: “Comprensibili le critiche, scontiamo gli errori del terremoto. Per il porto di Casamicciola pronti a rimettere a bando le linee regionali, sono in atto condotte gravissime”. Parole che per la prima volta vedono lontani ed addirittura in contrasto netto l’esponente politico e il commissario per la ricostruzione Legnini

Il Vice presidente della Regione Campania Fulvio Bonavitacola è tornato ad Ischia. La sua,dopo il fallimento della ricostruzione post sisma e i disastri regionali sui trasporti, la sanità, è quasi divenuta una costante. Eppure oltre la presenza si stentano a vedere risultati. L’emblema del disastro, ahi noi, resta Casamicciola Terme. PdRI falliti, pianificazioni territoriale per il recupero del rischio idrogeologico inadeguato ed in ultimo, ma non per ultimo il porto di Casamicciola Terme, in operativo dal novembre scorso per scelte, oseremmo dire, tecniche e di opportunismo di parte.Il vicepresidente della Regione Campania in vista istituzionale a Casamicciola ha avuto toni durissime sulle mancanze e le omissioni legate ad alcuni aspetti dell’emergenza. Sul PdRi,il piano di ricostruzione post terremoto Bonavitacola prova a salvare la faccia, adducendo giustificazioni, ma sulla mancata operatività del secondo scalo isolano nel post frana non usa mezzi termini: Sul porto di Casamicciola sono in atto condotte gravissime – ha detto Bonavitacola – Siamo pronti a rimettere a bando le concessioni. Se le compagnie di navigazione non hanno navi adeguate al porto se le procurino. La capitaneria detta le regole marinaresche, la Regione Campania concede linee e corse “.Quasi un’ammissione sulla fallimentare operazione dragaggio del porto messa su con un poderoso, dispendioso quanto inutile apparato che vuole impegnate risorse economiche, fondi e commissario delegato agli eventi alluvionali Giovanni Legnini su una vicenda diversamente e proficuamente gestibile.Il Vicepresidente entra gamba tesa sulla questione del Porto di Casamicciola Terme. Lo scalo va immediatamente reso operativo, senza se e e senza ma. Trascorso beatamente l’inverno a far finta di nulla, oggi con l’approcciarsi della stagione estiva, il porto casamicciolese rappresenta il vero problema. Inoperativo alle navi traghetto da novembre i poteri forti hanno stabilito che le corse regionali da e per il porto di Casamicciola fossero sospese a passeggeri e merci, eccetto i fanghi alluvionali ed i rifiuti, con linee addirittura dedicate! Perché?

L’esponente di Palazzo Santa Lucia usa parole che per la prima volta lo dicono ideologicamente distante e addirittura in contrasto netto con il commissario delegato Giovanni Legnini

A parlare di gravità inaudita dei fatti è proprio Bonavitacola che non teme di entrare in contrasto coni toni rassicuranti ed il richiamo al “cronoprogramma rispettato” sul dragaggio ipotizzato da Giovanni Legnini. Prospettive diverse che per una volta rendono distanti se non in contrato Bonavitacola e Legnini stesso. Il vicepresidente si è detto pronto ad assumere misure estreme drastiche dinanzi a condotte omissive e fatti ritenuti “gravissimi”.Di fatto il porto di Casamicciola Terme non risulta chiuso. Non lo ha chiuso, con ordinanza il comandante del Circondario Marittimo, non lo ha chiuso il Locamare, eppure le compagnie di navigazione, operanti con navi traghetto per il trasporto merci e passeggeri, non servono più, da 5 mesi, il secondo scalo isolano. A pagarne le spese, ovviamente, la sola popolazione privati di servizi pubblici. Cittadini, pendolari, malati costretti a recarsi in terraferma per le cure indotti ad elemosinare una continuità territoriale che le autorità preposte non sono in gradi di garantire. In primis la Regione Campania e le autorità, sostenendo posizioni omissive in ordine agli obblighi delle società che svolgono servizio pubblico. A seguire, chi ha assecondato questa deriva con il pretesto di un Dragaggio del porto che nei fatti (siamo in Italia) non potrà mai avvenire in tempi celeri e certi. Cosi il porto di Casamicciola resta il porto senza regole certe per tutti e servizi offerti quando fa comodo. Ad ammettere il disastro è Bonavitacola stesso parlando della necessità di assumere provvedimenti risolutivi immediati.“Il porto di Casamicciola deve riprendere i collegamenti con i traghetti anche per le persone, come fa per altri trasporti. È gravissimo. Ci attiveremo immediatamente come regione Campania.Le regole nautiche sono dettate dalla Capitaneria, ci sono le ordinanze per le manovre e le operazioni commerciali, però la Regione dà le linee. Lavoreremo per una proposta condivisa per le linee concesse alle compagnie. Se le compagnie non hanno le navi adeguate dovranno provvedere… se ne dotassero – tuona Bonavitacola – noi dal canto nostro siamo pronti anche a rimettere al bando le concessioni ” con il mea culpa sulla missione dragaggio del porto, le parole di Fulvio Bonavitacola suonano anche come una ammissione di responsabilità sulla inadeguatezza del naviglio operante, su linee concesse da Palazzo Santa Lucia, nei porti isolani.

Infine, Bonavitacola difende l’operato della Regione ammette i ritardi e prova a trovare giustificazioni.” Sono giuste le proteste, civili, della popolazione per i ritardi accumulati, capisco”. Il braccio destro di Vincenzo De Luca offre la solita versione sul piano di ricostruzione affidato in ritardo e male alla Regione Campania e l’utopia della delocalizzazione dei quartieri colpiti dal terremoto e poi dalla frana di Ischia.Dimenticando, però, che dal 2017 da gestione di fatto è stata a trazione regionale:“C’è delusione sui tempi, ma se avessimo gestito il terremoto con le stesse tempistiche, la passione e la competenza, oggi saremo in una fase più avanzata punto ci siamo posti ai due commissari il messaggio è un commissario deve essere uno ed uno solo. Nel 2022 era eravamo arrivati ad un preliminare del piano di ricostruzione, scontravamo i ritardi e gli errori sulla legge per la ricostruzione di Ischia. Poi è arrivata la frana ed è chiaro che bisogna rifare il piano tenendo in considerazione anche questi aspetti. Stiamo lavorando per capire come e dove delocalizzare gli edifici che dovranno essere delocalizzati”.

Immancabile il passaggio sulle risorse economiche non sufficienti ad affrontare la crisi post catastrofe. Il vicepresidente della Regione parla di necessità di una integrazione delle risorse economiche: “Bisogna integrare le risorse economiche concesse ad Ischia. Non bastano!Ma questa è una battaglia politica con il governo di Roma per dare poi un messaggio chiaro all’esterno. Lavoreremo per dare ancora fondi da stanziare a favore delle categorie e del mondo dell’imprenditoria isolana.Sosteniamo quest’isola perché Ischia è anche l’immagine della Campania!”.

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