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Terremoto, tribunale e condono: la ricetta di Severino Nappi per Ischia

Ischia è un luogo simbolo di molte questioni nazionali, a partire dal terremoto.

«È vero, il sisma è una vicenda emblematica. Ischia è stata ferita due volte: prima quando il mondo dell’informazione ha annunciato un catastrofe apocalittica che per fortuna in realtà non c’era, ma che comunque rischia di produrre danni durevoli, visto che non esiste una reale campagna di comunicazione volta a far comprendere che il sisma ha sì colpito determinate zone, ma che non esiste un pericolo reale che attenti alla sicurezza dei turisti e alla bellezza dell’isola. E’ stata ferita la seconda volta quando, una volta compreso che il sisma era molto localizzato, sono letteralmente scomparsi tutti. Tutti, tranne il presidente Berlusconi che ha voluto organizzare proprio qui a Ischia la grande kermesse di Forza Italia lo scorso ottobre. Gli sfollati vivono una condizione drammatica, non solo per l’assenza di risorse e di disponibilità, e c’è una vicenda ormai clamorosa che va definitivamente risolta: bisogna superare la fase emergenziale e mettere in campo misure che possano avviare la fase di ricostruzione, non solo per quanto riguarda il problema delle case distrutte.

Serve la nomina di Commissario alla bisogna.

«Certo, infatti questa è una battaglia che con il senatore De Siano e il consigliere Maria Grazia Di Scala stiamo portando avanti, perché vogliamo la nomina di un commissario che abbia la possibilità di operare in deroga a queste assurde regole urbanistiche, che ingessano in modo assoluto Ischia e in generale la Campania. Ecco perché va applaudito il coraggio del presidente Berlusconi il quale ha ribadito che noi faremo un condono. Esso è il primo passo di un disegno complessivo: quello di restituire dignità ai 70mila campani, molti dei quali ischitani, che si trovano marchiati con la patente di illegittimità e con la paura di vedersi abbattuta la casa a causa di regole ormai insensate. Il territorio subì il “sacco” diversi decenni fa, nel silenzio della politica, compresa la sinistra e i soliti moralisti d’accatto. Una battaglia fondamentale che in questa legislatura è stata combattuta solo da Forza Italia, e quando saremo maggioranza assoluta andremo oltre. Io sono primo firmatario del disegno di legge che affida ai comuni la discussione dei puc (piani urbanistici comunali), restituendo ordine nell’urbanizzazione e dignità a tante famiglie, senza costruire un metro in più, a partire dall’applicazione del condono 2003 che solo la miopia della sinistra ha fatto sì che in Campania non valesse».

Qual è la sua idea per ridare vigore al lavoro e all’economia isolana?

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«Sono ischitano d’adozione e conosco bene gli isolani. Essi non vogliono prebende o mancette, come è accaduto in Emilia Romagna dopo il sisma. Sono convinto che un’idea valida per far ripartire i consumi e quindi l’intera economia sia quella della sospensione triennale dell’Iva relativa ai consumi effettuati sull’isola. Questo sarebbe un segnale forte, anche rispetto al dramma del sisma, dando la possibilità ai laboriosi ischitani di poter ripartire. Ischia, che rappresenta il 50% del turismo campano, rappresenta una grossa fetta del Pil nazionale, non dimentichiamolo».

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Un’economia, la nostra, basata soprattutto sul lavoro stagionale.

«Questo è un altro tema che dimostra come Ischia sia una cartina di tornasole della situazione nazionale. Il Jobs Act è stato un fallimento, perché ci si è dimenticati che in Italia esistono milioni di lavoratori stagionali. La riduzione dell’indennità di disoccupazione è una storia inquietante che dimostra ignoranza dei problemi del paese. Nel 2015 posi la questione durante un convegno qui sull’isola, ottenendo la deroga che per due anni consentì di andare avanti con un maggiore sostegno. Adesso bisogna fare un passo ulteriore, definitivo. Per un verso, va garantita l’indennità stagionale, per l’altro vanno favoriti strumenti di crescita come quello che ho suggerito relativamente alla sospensione triennale dell’Iva. In questo modo si stimola l’allungamento della stagione turistica».

Il 2018, oltre che l’inizio di una nuova legislatura, è anche l’anno decisivo per le sorti del Tribunale di Ischia: a dicembre scadrà l’ultima proroga.

«Nella giunta regionale guidata da Caldoro io detenevo la delega per tale problema: facemmo di tutto per salvare la sede isolana, riuscendo a ottenere la proroga. Poi è arrivato il centrosinistra e non è stato fatto più nulla di concreto. La vera questione è che chi ha redatto le regole per l’accorpamento dei Tribunali pensa forse che Ischia sia una sorta di isoletta quasi disabitata,e non una città con 70mila abitanti d’inverno.  Si tratta dell’ennesimo attentato ai diritti dei cittadini. È assurdo pensare di spostare il Tribunale ischitano nella città di Napoli, anche perché non si capisce i trasporti come possano consentire un movimento di massa di queste dimensioni. Credo che sarebbe il caso, semmai, di istituire un Tribunale delle Isole.  In generale, in questa campagna dobbiamo convincere gli elettori del fatto che abbiamo bisogno di una classe politica capace e competente, che faccia le cose che servono, senza accarezzare il vento di protesta per poi non dare alcun seguito ad essa».

Francesco Ferrandino

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