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«Terzo condono solo agli immobili colpiti dal sisma? Il decreto non è Bibbia»

“Inutile stupirsi se in mezzo a tutta questa roba ci scappa anche qualche regaluccio, come l’allargamento del condono edilizio per Ischia. Abilmente mascherato anch’esso dietro due righe. Neanche a farlo apposta, indecifrabili per i più: «Per la definizione delle istanze di cui al presente articolo, trovano esclusiva applicazione le disposizioni di cui ai capi IV e V della legge 28 febbraio 1985, n. 47». 66 Altro che signori del cambiamento Quel testo è pieno zeppo di norme intricate e indecifrabili ai più”. Queste le parole di Sergio Rizzo che ieri in un editoriale su Repubblica ha definito come un ‘regaluccio’ l’articolo 25 del decreto emergenze, quello relativo al condono edilizio. Ad intervenire il sindaco di Lacco Ameno Giacomo Pascale che mette un freno alle polemiche. “Sul terzo condono se ne sta parlando in modo eccessivo e fuorviante. Il decreto ‘emergenze’ che contiene anche le norme sulla ricostruzione in seguito al sisma dello scorso anno, non è nato per il condono”. Il primo cittadino ci spiega la genesi di questo provvedimento. “Noi sindaci – spiega – siamo stati costretti ad accendere un faro particolare sul terzo condono perché lo Stato è partito dall’assunto di non riconoscere un euro di contributo se non prima aver sanato l’immobile. Appare verosimile pensare, quindi, che con questa impostazione, condivisibile o meno, ci sono persone che non avrebbero avuto diritto né ad un rimborso per la ristrutturazione del proprio immobile danneggiato dal sisma, né ad un eventuale nuovo immobile, in caso della sciagurata ipotesi di delocalizzazione. Da qui l’esigenza di contemplare le leggi del terzo condono. Di certo avremmo potuto lasciare a piedi chi ha già subito il trauma del sisma ed i danni che ne sono derivati”.

Pensa, poi, il sindaco di Lacco Ameno al presente: “Visto che viene chiesto di fare in sei mesi ciò che per decenni non è stato mai fatto, i Comuni devono rapidamente capire come intervenire: quali immobili sanare, come procedere alla sanatoria, con quali norme. Ovviamente in un’eventualità del genere viene in rilievo il terzo condono: molti degli immobili ammalorati dal sisma sono infatti gravati da istanza ai sensi della legge 326/2003, o sono persino soggetti a tutte le tre leggi di condono. Come sindaco di Lacco Ameno avevo proposto l’applicazione della 326 all’intera Regione Campania, poi in seconda battuta all’intera isola d’Ischia, poi ai soli comuni colpiti dal sisma, infine è stata limitata ai soli immobili danneggiati. Il decreto non è la Bibbia: una volta pubblicato, si apre una speranza affinché le forze politiche possano agire in Parlamento in sede di legislazione per chiudere questo annoso problema pur partendo dalle norme post-sisma. È qualcosa che mi sembra così semplice, da far sembrare banale il solo parlarne ancora”. “Una cosa deve essere chiara”, incalza Giacomo Pascale: “Esaminare la pratica di condono, non significa porre in essere una sanatoria. Il decreto legge che deve essere convertito entro due mesi valida il terzo condono limitatamente ai fabbricati colpiti dal sisma non certo per tutti gli immobili dei Comuni di Casamicciola, Lacco Ameno e Forio d’Ischia. Questo deve essere chiaro a tutti. Soprattutto a coloro che pensavano che con questo decreto potessero riaprirsi i termini”.

In attesa che il decreto sia discusso il Parlamento per la conversione gli amministratori di Ischia non restano a guardare. “Siamo già al lavoro per predisporre le opportune proposte di emendamenti da richiedere a tutte le forze politiche chiamate a convertire il decreto in legge nei prossimi 60 giorni. In tale delicato e gravoso compito, continuiamo a sentire forte la responsabilità di dover garantire il massimo per la comunità rappresentata, affrontando questa nuova difficile fase con il massimo impegno tecnico e politico, competente, puntuale e credibile. Convertito il decreto, occorrerà invertire la marcia e cominciare ad attuare convintamente una pianificazione armonica e sicura per i nostri fragili territori, affiancando con determinatezza ed autorevolezza il Commissario di Governo, la Regione Campania, la Città Metropolitana di Napoli e il MiBACT, ciascuno per quanto di competenza. Continuiamo ad avere fiducia nelle Istituzioni e confidiamo che il metodo della più ampia condivisione con le amministrazioni locali venga applicato oltre l’adozione del decreto. La strada da percorrere per la completa ed adeguata ricostruzione è ancora lunga e tortuosa, ma non ci fermeremo e l’affronteremo con rinnovata energia”. E ha concluso Pascale con un auspicio: “Il testo del decreto ci soddisfa nel metodo e nel merito. Ho apprezzato il fatto che siano state recepite le proposte del territorio. Noi sindaci, come rappresentanti del territorio, abbiamo fatto sentire la nostra voce e dato parola alle esigenze delle nostre comunità. Mi auguro che questo modello possa ripetersi in futuro perché la collaborazione tra Istituzioni non può che fare bene e portare a proficui risultati”.

GIOVANNA FERRARA

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