Tesi ed antitesi sul parcheggio della Siena

Tiene ancora banco il caso della struttura in perenne costruzione all’ingresso di Ischia Ponte. E dopo le precisazioni dell’architetto Pino Mattera, ecco la replica di Franco Borgogna

Ringrazio l’arch. Pino Mattera per le precisazioni che ha voluto offrire a Il Golfo, a riguardo del Parcheggio della Siena. Questo ci dà modo di confermare che la vituperata stampa locale una funzione ce l’ha: quella di stimolare anche i più riottosi dei protagonisti a fornire quelle risposte che non vorrebbero dare mai. Ma andiamo alla sostanza delle precisazioni fornite dal Direttore dei lavori: Mattera sostiene che non risponde al vero che la Commissione per il Paesaggio abbia espresso parere contrario all’installazione di pannelli fotovoltaici. Io ho testimonianza diretta di chi era presente in quella commissione che sostiene esattamente il contrario. La verità la appureremo quando finalmente, a seguito dell’accesso pubblico agli atti, visioneremo documenti e verbali. Che non risponda al vero che i pannelli fotovoltaici saranno ricoperti di verde ma che verde sarà invece il pergolato su cui verranno incorporati i pannelli colorati di grigio, non cambia la sostanza delle critiche, anzi l’aggrava. Insostenibile poi quanto affermato da Mattera sul “minuscolo impianto fotovoltaico, di poche decine di metri quadrati”. Anche i bancari sanno che a nulla servirebbe un impianto sottodimensionato rispetto al fabbisogno energetico della struttura.

Quanto alla contraddizione tra il progetto della tesi di laurea di Mattera, rispetto al progetto per il parcheggio, osservo: ho citato un’intervista mai smentita dall’interessato (anzi la conserva gelosamente) in cui dice cose molto precise e, di certo, non potevo andare a consultare anche i grafici allegati alla tesi. Il terreno che secondo lui era “abbandonato e polveroso” e che quasi quasi Santaroni avrebbe salvato dall’inedia, era diventato così per l’azione sciagurata di privati (coadiuvati dalla totale inerzia dell’Amministrazione comunale). Ipotizzare, come l’architetto aveva fatto nella tesi di laurea, un parcheggio in terra battuta, a raso, e in mezzo a filari di piante, non è esattamente la stessa cosa che progettare un Parcheggio su tre (anzi quattro) piani. Quanto alle sorgenti termali che sarebbero state sconvolte, è materia ancora tutta da accertare e comunque il progetto aveva, a supporto, la relazione geologica di una stagista dell’Università di Roma, senza titoli accademici e con scarsa esperienza specifica. Non c’erano studi seri e sondaggi. Tutto questo, dalla lettura delle carte la cui lettura viene pubblicamente chiesta, emergerà in maniera netta e chiara.

Exit mobile version