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Morte di Mariangela Maiello, il gip dice “no” all’archiviazione per quattro medici

La dott.ssa Rossella Mauro ha accolto la richiesta di proscioglimento soltanto nei confronti dell’anestesista rianimatore Concetta Di Meglio e del dott. Dario D’Antonio

Il gip del tribunale di Napoli, dr.ssa Rossella Marro, ha solo parzialmente accolto la richiesta di archiviazione del P.M. dr.ssa Giuliana Giuliano nell’ambito del procedimento penale a carico di sei medici dell’ospedale Rizzoli di Lacco Ameno. Dopo un’udienza camerale tenutasi a seguito dell’opposizione proposta dai difensori degli eredi Maiello, il gip Marro ha sciolto la riserva accogliendo la richiesta di archiviazione solo nei confronti della dottoressa Concetta Di Meglio, anestesista rianimatore, che era assistita dagli avvocati Antonio e Mitty De Girolamo, e del dottor Dario D’Antobio, difeso dall’avv. Edgardo Riccardi, i quali escono definitivamente di scena dal processo.

Nei loro confronti, infatti, il GIP ha ritenuto che “allo stato è possibile procedere alla archiviazione esclusivamente con riguardo alla posizione di Di Meglio Concetta Elena Anna, che partecipava in qualità di anestesista agli interventi chirurgici cui era stata sottoposta la persona offesa, e D’Antonio Dario, che, almeno allo stato, risulta avere partecipato esclusivamente all’intervento del 2 aprile 2018. L’ordinanza di archiviazione rispetto a queste due posizioni si giustifica in quanto non risultano emerse condotte imperite, negligenti o imprudenti in relazione alla esecuzione degli stessi interventi chirurgici in relazione ai quali peraltro l’indicazione era chiara, e pertanto ai predetti, che risultano aver partecipato esclusivamente ad essi, non risulta addebitabile alcuna condotta colposa”. Viceversa, nei confronti degli altri indagati (i dottori Francesco Pizza, Fabrizio Lojodice, Luigi Pipolo e Michele Cornacchia) il gip Marro ha rigettato la richiesta del PM, disponendo tutta una serie di approfondimenti d’indagine che dovranno essere compiuti in 70 giorni.

La vicenda processuale si instaurò a seguito del decesso, avvenuto l’8 aprile 2018 presso l’ospedale Rizzoli di Lacco Ameno, della signora Mariangela Maiello, ivi ricoverata più volte e sottoposta a due interventi chirurgici in un arco temporale a far data dal 2 aprile.

Nei confronti degli altri quattro indagati (Francesco Pizza, Fabrizio Lojodice, Luigi Pipolo e Michele Cornacchia) è stata disposta una serie di approfondimenti d’indagine che dovranno essere svolti in settanta giorni

I consulenti del pm, prof. Carlo Pignatelli, dott. Emanuele Capasso, dott. Francesco Diurno e d.ssa Gelsomina Mansueto, avevano escluso profili di responsabilità in capo ai singoli indagati, ma avevano pur tuttavia concluso che “un ulteriore ruolo nel ritardo fu esercitato da difetti organizzativi dell’ospedale Rizzoli le cui carenze ritardarono l’effettuazione dell’intervento chirurgico il giorno 8 aprile 2018”: anche su questo, oltre che sulle eventuali responsabilità dei sanitari, dovranno far chiarezza gli approfondimenti d’indagine indicati dal gip. Insomma viene in gran parte sconfessata la richiesta del pubblico ministero che scriveva nella sua richiesta di archiviazione che “nessuna delle condotte attive/omissive dell’equipe sanitarie è in rapporto di casualità con il determiniamo del decesso”, prima di aggiungere: “Giova infatti porre in rilievo che, in tema di responsabilità per condotte omissive, ai fini dell’accertamento della sussistenza del nesso di casualità, occorre far ricorso ad un giudizio contro fattuale, per verificare attraverso regole scientifiche di copertura se, dato per verificato il comportamento omesso, si possa sostenere che quest’ultimo avrebbe, con alto grado di probabilità, logica e credibilità razionale, impedito o significativamente ritardato l’evento o comunque ridotto l’intensità lesiva dello stesso. Nel caso di specie, non è possibile asserire che un intervento più tempestivo dell’equipe sanitaria avrebbe determinato una diversa evoluzione della vicenda clinica. Pertanto è necessario rilevare che manca il nesso casuale tra la condotta dei medici che eseguirono gli interventi del 2 aprile 2018 e la morte della paziente così come tra l’altro ulteriormente specificato dai consulenti nelle note di chiarimento, depositate in data 17 dicembre 2018”.

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Poi il sostituto procuratore Giuliana Giuliano ribadiva che “nelle note suddette i consulenti hanno specificato infatti che (… omissis) ‘sulla base di tale rapida modalità evolutiva del quadro clinico non è possibile stabilire oltre ogni ragionevole dubbio se uno differente condotta nel senso di un più precoce intervento chirurgico avrebbe potuto evitare lo shock settico peritonitico e il conseguente esito infasuto”. Da qui di chiedere il proscioglimento, ritenendo che non emergesse responsabilità per colpa professionale a carico dei sanitari che ebbero in cura la povera Mariangela Maiello. Una tesi però che non ha convinto il gip, il quale ritiene fermamente che su questa storia occorra fare ancora chiarezza, ritenendo che le zone d’ombra siano ancora tante.

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