CRONACAPRIMO PIANO

Ricatti sessuali, archiviate le accuse alla “Lady Web” ischitana

Il provvedimento è stato firmato dal giudice per le indagini preliminari Linda Comella che ha accolto così la richiesta precedentemente formulata dal pubblico ministero

Inutile girarci intorno, fu una vicenda che fece scalpore, come può succedere soltanto in una località piccola e circoscritta come Ischia. Gli ingredienti, in fondo c’erano tutto: sullo sfondo una donna, la sua identità misteriosa (o meglio fasulla) sui profili social, il modo in cui aveva adescato personaggi anche abbastanza in vista sulla nostra isola, presunte foto osè che sarebbero state utilizzate proprio a scopo estorsivo, l’intervento delle forze dell’ordine, una serie di sequestri e la successiva attività di indagine. Insomma c’era davvero di tutto per scatenare discussioni, ipotesi e inciuci ed infatti per diversi giorni nel febbraio del 2017 non si discuteva di altro.

Ebbene, a distanza di due anni si chiude nel migliore dei modi per l’indagata la vicenda che occupò a lungo non soltanto le cronache locali ma a un certo punto anche quelle nazionali. Nel mirino la donna che all’epoca fu accusata di una serie di gravissimi reati tra cui stalking, sostituzione di persona e ricatti sessuali on line, che era assistita dagli avvocati Antonio e Mitty De Girolamo. Il giudice per le indagini preliminari Linda Comella ha infatti accolto, ritenendola “pienamente condivisibile”, la richiesta di archiviazione del pubblico ministero Claudia Maione, che ha dettagliatamente motivato il proprio convincimento. Nella sua memoria, il pm infatti riassume i fatti e scrive, riepilogando gli stessi:  “Le indagini, condotte dal commissariato polstato d’Ischia, ebbero origine dalle querele presentate il 13.1.2017 da due persone (una donna ed un uomo) entrambe residenti a Forio. Nella querela presentata dalla donna la stessa rappresentava di essere destinataria da tempo di messaggi privati inoltrati tramite facebook e social network in cui l’anonimo interlocutore la ingiuriava ripetutamente, avvertendola di una relazione extraconiugale che il marito aveva in corso con una tale Irene De Luise. La donna riferiva di ricevere, inoltre, nello stesso periodo continue telefonate da numeri a lei sconosciuti e messaggi provenienti da diversi account, tutti di analogo contenuto al punto che la stessa era stata costretta a richiedere il blocco del suo profilo. Nel corso di una di tali telefonate la donna precisava di essere riuscita a salvare il numero chiamante, che forniva alla PG”. E questo forniva un primo indizio agli inquirenti per aprire quella che era una inevitabile attività investigativa.

Sempre la dott.ssa Maione aggiungeva: “In pari data anche l’uomo presentava analoga denuncia rappresentando di aver da tempo intrapreso una conoscenza, tramite facebook, con una donna di nome Irene De Luise, inizialmente consistita solo nello scambio di messaggi su social network e poi anche in conversazioni mediante utenza cellulare fornita dalla donna. Il denunciante riferiva di essersi reso conto nel corso di tali contatti che, in realtà, il profilo utilizzato da Irene De Luise era un falso profilo, creato utilizzando fotografie prelevate da profili di altri ignari utenti di facebook. La P.G. procedente verificava l’intestazione dell’utenza indicata dai denuncianti e pertanto – su delega del PM – veniva disposta attività di perquisizione presso l’abitazione dell’indagata, volta alla ricerca di materiale  informativo o dispositivi cellulari nei quasi potesse essere inserita la scheda abbinata all’utenza.

Nell’occasione il dirigente e gli ufficiali ed agenti di PG del commissariato d’Ischia, recatisi numerosi presso l’abitazione dell’indagata, rinvenivano unicamente il fratello, il quale aveva la disponibilità delle chiavi dell’appartamento e su un pc ivi ubicato venivano rinvenuti alcuni files simili a quelli inoltrati alla donna che aveva sporto la denuncia. In quella sede si accertava che l’indagata e suo marito si trovavano in viaggio su una nave da crociera. Pertanto veniva disposta perquisizione a carico della stessa tramite il comandante della suddetta nave, mentre era ormeggiata nel porto di Palma di Maiorca.

Il caso fece scalpore nel 2017 perché a finire nella rete di una presunta identità falsa sui social furono anche professionisti e commercianti molto in vista sul territorio isolano. La donna, difesa da Antonio e Mitty De Girolamo, era accusata di ricatti sessuali on line, stalking e sostituzione di persona

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All’esito della perquisizione veniva sequestrato materiale informatico di vario genere che tuttavia non veniva nell’immediatezza analizzato”. Dopo la ricostruzione storica dei fatti, che analizziamo in maniera più analitica in un altro servizio giornalistico contenuto in pagna, il pubblico ministero così concludeva: “Rilevato che la mera intestazione dell’utenza telefonica all’indagata, in assenza di ulteriori elementi validi di riscontro (tra cui rinvenimento della scheda abbinata all’utenza adoperata, l’accertamento sull’effettivo utilizzatore della stessa, sui reperti informatici in sequestro, previa verifica delle connessioni e degli indirizzi IP adoperati per la condivisione dei files) non può da solo costituire un elemento sufficiente a poter sostenere l’accusa in giudizio, in relazione ai reati contestati, tenuto conto altresì del decorso del termine per lo svolgimento di ulteriori indagini e che non risultano provati pregressi rapporti di conoscenza tra le parti che possono aver motivato una volontà persecutoria da parte dell’indagata, chiede l’archiviazione del procedimento”.

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Una richiesta alla quale si è adeguata il gip dott.ssa Comella andando a scrivere i titoli di coda su una controversa ed intricata vicenda. In una nota ufficiale diffusa agli organi di stampa i difensori dell’indagata, gli avvocati Antonio De Girolamo e Mitty De Girolamo, che hanno rappresentato l’indagata sin dalle prime battute della vicenda (compresa l’udienza davanti al Tribunale del Riesame) hanno manifestato “la propria soddisfazione per l’esito positivo di un iter giudiziario che ha avuto un notevole clamore mediatico nella fase iniziale, presumibilmente dovuto al coinvolgimento nella vicenda di noti professionisti e commercianti foriani,  e che invece – dopo un’attenta valutazione operata sia dal PM che dal GIP – si è concluso in una bolla di sapone!”.

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