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Discarica abusiva al Cretaio, ascoltati i testi dell’accusa

Ieri mattina, presso la sezione ischitana del Tribunale di via Michele Mazzella, si è svolta una nuova udienza del processo riguardante il sequestro della discarica abusiva di Cava Pozzillo. Quattro gli imputati:  Luciano e Antonio Messina, Michele Calise e Luigi Mazzella, per attività di gestione dei rifiuti non autorizzata.  Dinanzi al Giudice Pietro Rocco sono stati ascoltati tre testimoni: l’agente della polizia municipale di Casamicciola Luigi Di Costanzo, il componente delle guardie ambientali della Kronos Antonio Castagna e il Maresciallo Fulvio Angelino. La vicenda, come alcuni ricorderanno, ha origine il 7 settembre 2012, quando le guardie ambientali comunali della Kronos effettuarono un controllo  in località Croce Cretaio dove un veicolo era stato sorpreso a scaricare rifiuti di materiale edile in un terreno privato, il cui ingresso è situato nei pressi del ristorante “Il Focolare”. Dopo aver provveduto al sequestro penale del furgone, il giorno successivo i Carabinieri, la polizia municipale di Casamicciola e le guardie ambientali, accompagnati dal tecnico comunale, si recarono nuovamente sul posto per il sopralluogo di rito. Il terreno su cui il furgone era stato sorpreso a sversare i rifiuti risultò essere di proprietà di Luciano e Antonio Pietro Messina.

Il tecnico comunale, geometra Crescenzo Di Noto Morgera, potè così appurare che erano recentemente stati tagliati diversi alberi, anche di alto fusto, i cui tronchi risultavano ancora giacenti sul terreno. Erano stati inoltre effettuati diversi sbancamenti e riporti di terreno, che avevano determinato  un livellamento ampio ed innaturale rispetto alla zona circostante, ma la cosa più importante era stato il rinvenimento di grandi quantità di materiale edile di risulta, sversato nell’alveo naturale sottostante  denominato “Cava Pozzillo”. Di fatto, esso era stato adibito a discarica per tutta la parte confinante con la proprietà dei Messina. Lungo i margini dell’alveo risultavano ben visibili i solchi tracciati dal deflusso delle acque, mentre il terreno in alcune parti già iniziava a staccarsi, mentre altro materiale di risulta era depositato nel resto dell’appezzamento, anche in cumuli di grosse dimensioni. Fra l’altro, su una parte del terreno appena asfaltata, le forze dell’ordine avevano rinvenuto diversi automezzi parcheggiati, alcuni dei quali col cassone colmo di materiali di risulta. Uno scenario molto simile, dunque, a una vera e propria discarica organizzata, ma ovviamente senza autorizzazioni, e per giunta presso un alveo atto a raccogliere le acque piovane.

L’area venne interamente sequestrata ai sensi dell’articolo 354 del codice di procedura penale. Ieri mattina durante la deposizione testimoniale, Antonio Castagna, appartenente al nucleo operativo ambientale della Kronos, ha sostanzialmente confermato quanto riportato nella relazione di servizio stilata il 7 settembre di cinque anni fa. Fu l’agente della polizia municipale Di Costanzo (anch’egli sentito ieri) a segnalare l’autocarro carico di materiali edili di scarto, celati alla vista da un telone blu, che da via de Rivaz si dirigeva verso la parte alta di Casamicciola. Impegnato nel servizio di viabilità, l’agente chiese alle guardie della Kronos di intercettare e seguire il furgone per verificare dove fosse diretto e dove avrebbe dovuto essere eventualmente sversato il materiale. La vettura delle guardie ambientali seguì l’automezzo con circospezione, fino a che questi imboccò la stradina posta nelle immediate vicinanze del “Focolare”. Da quel punto in poi, il Castagna e il collega Josè Navarro proseguirono a piedi l’opera di sorveglianza. Dopo duecento metri, videro il conducente del furgone sostare in prossimità della cava, scendere dal mezzo, rimuovere il telone e scaricare attraverso il ribaltamento del cassone posteriore tutto il materiale, composto prevalentemente da calcinacci, materiale di risulta proveniente da scarti di lavori edili, tubi di plastica, vetro e ferro.

A quel punto le guardie ambientali uscirono allo scoperto, identificando il conducente del furgone (intestato a Michele Calise ma guidato in quel momento da Luigi Mazzella)  e chiamando sul posto la polizia municipale e i Carabinieri della locale stazione. Anche il Maresciallo Fulvio Angelino, che ha testimoniato ieri mattina, ha confermato i fatti sopra descritti. L’avvocato Biagio Di Meglio ha posto alcune domande al maresciallo circa gli accertamenti effettuati  per l’attribuzione della proprietà del terreno ai Messina. Angelino ha affermato che il tecnico comunale aveva proceduto alla verifica. Adesso restano da ascoltare anche due testi della difesa: il giudice ha stabilito che le relative testimonianze saranno rese il 16 ottobre, insieme alle conclusioni. Ma sull’intero processo grava la pesante ombra dell’imminente prescrizione: i fatti contestati risalgono infatti al settembre 2012, e anche volendo considerare alcuni periodi di sospensione senza decorrenze dei termini, il procedimento è comunque a rischio.

Francesco Ferrandino

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