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Sotto il tiro di Mizar,Ischia 2030 l’utopia sostenibile

L’aspettativa di vita in Italia è di circa 84 anni. Io ne ho 80 e se mi va bene  ne dovrei vivere ancora 4. Mi sono sempre ritenuto un socialista progressista. Credo, qui lascio agli altri stabilirlo, che per oltre 60 anni sono stato  in linea con questa mia idea. Sto constatando in questi ultimi decenni un cambiamento radicale della società. Le ideologie sono tramontate e la maggior parte della gente per il prevalere di egoismi si è arroccata in se stessa preferendo il proprio tornaconto a quello più generale.

Questo si è verificato maggiormente nell’isola dove i ritardi storici sull’emancipazione culturale e sociali  sono sempre stati più lenti. Ischia anche essendo stata il luogo dove illustri personaggi al top del pensiero mondiale hanno avuto l’illuminazione per le loro opere non ha saputo trarne insegnamento. Mi riferisco a Bakunin,Ibsen, Boklin e centinaia di altri personaggi. La tendenza a non pensare si è anche trasferita negli ultimi due o tre decenni alla popolazione e di conseguenza agli amministratori locali ed ai politici. La fine della seconda guerra mondiale aveva data una spinta riformista e di rinascita a tutta la nazione.

Fino agli anni 90 del secolo scorso la crescita economica aveva data la speranza  che sarebbe stato possibile crescere anche civilmente e culturalmente. Invece abbiamo avuto un aumento di ricchezza troppo rapido che ha sconquassato le menti e le coscienze. Specialmente nell’isola. La ricchezza ci ha portato a pensare che con i soldi si poteva ottenere tutto. La crisi della seconda repubblica ci ha mostrato in questi ultimi tempi tutti i danni ed i limiti prodotti alla nostra terra. L’isola sta perdendo la sua identità.

Bisogna correre ai ripari ed una utopia sostenibile deve prendere il posto del caos nel quale  stiamo vivendo. Come? Per prima cosa mettere la protezione e la riqualificazione del territorio al centro di tutti gli sforzi. Il consumo del suolo deve essere poco e quel poco deve essere al servizio di opere che servano a fornire servizi essenziali per la comunità. La salvaguardia del mare deve avvenire con l’eliminazione dell’inquinamento da terra. Il caos del traffico va sostituito con una mobilità intelligente. Vanno eliminati i terreni incolti avviando una agricoltura a Km0 che contribuisca ad essere di supporto ad un prodotto turistico di qualità superiore. Questi tre aspetti sono di competenza delle autorità amministrative e dei vari livelli di governo esistenti sull’isola. Ai cittadini spetta conquistare più cultura ed educazione.

Ed è sugli amministratori che la pressione dei cittadini deve incidere. Come? Facendo aprire un centro di aggregazione sociale nel quale la cittadinanza va a discutere per partecipare alla creazione di un progetto che il popolo stesso deve portare avanti.

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