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I tormenti di Enzo Ferrandino e l’amletico dilemma: “Quo vado”?

ISCHIA. Proviamo a fare il verso al film di Checco Zalone, partendo dal suo titolo. “Quo vado”, dove vado (ovviamente con tutte le imperfezioni di questo mondo). E’ la domanda che si starà ponendo ininterrottamente da sabato pomeriggio il sindaco d’Ischia, Enzo Ferrandino, che si ritrova a dover gestire una gatta da pelare di quelle che fanno davvero paura. Il primo cittadino è ormai circondato, letteralmente accerchiato: i quattro consiglieri comunali di Vivere Ischia – Carmen Criscuolo, Pasquale Balestrieri, Massimo Trofa e Maurizio De Luise – hanno infatti firmato un documento che suona come una condanna inappellabile, prendendo ufficialmente le distanze dal capo dell’amministrazione comunale di Ischia. Tutto questo crea fibrillazione, dal momento che con i sei consiglieri di minoranza che sono dall’altra parte della barricata il sindaco si trova davvero spalle al muro: in questo momento i potenziali avversari sono dieci e ricordiamo che basterebbero nove firme per mandarlo a casa. E col consiglio comunale ormai alle porte, quel fatidico 12 giugno rischia di suonare come un campanello d’allarme nient’affatto preoccupante. La domanda infatti è: cosa accadrà quel giorno nella sala consiliare del municipio? Qualsiasi cosa decidano di fare, i dieci consiglieri comunali la faranno congiuntamente? Allo stato, la risposta da dare ad un quesito del genere non può che essere affermativa, fermo restando che la politica è in continua evoluzione e questo non ci stancheremo mai di ripeterlo.

E allora, ritornando al punto di partenza: dove va Enzo Ferrandino? La prima mossa che pare abbia messo in campo il sindaco è quella di provare a bussare alla porta della minoranza, cercando – sia pure per interposta persona e non direttamente – qualche ammiccamento. Purtroppo, però, per lui i segnali sono tutt’altro che positivi anche perché dall’altra parte della barricata adesso l’adrenalina è salita e sono tutti uniti e compatti, serrando le fila in attesa di capire che piega prenderanno gli eventi. Enzo ha giocato d’azzardo già in prima battuta, nominando la giunta anche senza Rosanna Ambrosino e affidando anche le deleghe ai nuovi assessori. Forse, dovrebbe spingersi ancora oltre. Magari, prima di aspettare che un plotone di esecuzione possa “giustiziarlo”, avrebbe bisogno di giocare ancora una volta d’anticipo. Come? Nel modo più semplice e se vogliamo anche più scontato, ossia rassegnando le sue dimissioni dal momento che non ha più una maggioranza all’interno del civico consesso. A quel punto, avrebbe venti giorni di tempo per capire se riesce a trovare nuovamente i numeri per riprendere in mano le redini di una situazione attualmente disperata.

In fondo, andando a ritroso nel tempo, Enzo potrebbe vivere la stessa situazione che già vide protagonista il suo predecessore Giosi Ferrandino, che si ritrovò di punto in bianco senza i consiglieri comunali del duo costituito da Luigi Boccanfuso e Luigi Telese. Insomma, in buona sostanza il primo cittadino dovrebbe azzerare la giunta ed iniziare una serie di consultazioni. Una strada, questa, che di fatto farebbe trovare fuori dai giochi il duo composto da Luigi Di Vaia e Paolo Ferrandino, che di recente hanno lasciato la poltrona “sicura” di consiglieri per sedere su quella sempre più “pericolosa” di assessori. In molti ricorderanno che all’epoca giosiana si ritrovarono fuori dai giochi Luigi Boccanfuso, Ottorino Mattera e Luigi Telese, poi la storia racconta com’è andata a finire. Ma onestamente, se dovessimo sbilanciarci in un pronostico, stentiamo a credere che Enzo Ferrandino abbia l’ardire di avventurarsi su una strada del genere, francamente ci crediamo molto poco, fermo restando che in politica tutto quello che appare impossibile ci mette poco a diventare probabile, poi possibile e infine si concretizzi. E’ chiaro che, in questa fase delicata, i riflettori sono puntati anche sui sei consiglieri di minoranza, che fin qui mantengono il basso profilo e presumibilmente lasciano che la faida interna si consumi dilaniando l’amministrazione. Ma siamo sicuri che in questa contesa stiano davvero svolgendo il ruolo di “spettatori non paganti”? E che, soprattutto, abbiano la voglia di continuare a farlo? Tanti, troppi interrogativi, che ruotano tutti attorno al principale: quo vado?

Gaetano Ferrandino

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