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Coppia accusata di spaccio, la parola all’accusa

ISCHIA. Ieri mattina, presso la sede ischitana del Tribunale in via Michele Mazzella, si è svolta una nuova udienza nei confronti della giovane coppia di ragazzi residenti a Serrara Fontana, arrestati un anno fa con l’accusa di spaccio di sostanze stupefacenti. I due furono tratti in arresto in seguito a una serie di controlli compiuti dagli uomini dell’Arma dei Carabinieri coordinati dal capitano Centrella nella notte tra il 9 e il 10 giugno 2017, controlli in seguito ai quali furono rinvenute alcune dosi di stupefacenti in possesso della coppia.  I due ventenni furono  dapprima tratti in arresto, che tuttavia non fu convalidato dal gip, il quale dispose la misura dell’obbligo di dimora nel comune di residenza per Francesco Iacono, e l’obbligo di firma quotidiana  per Federica Di Costanzo. Le restrizioni vennero poi revocate completamente lo scorso inverno, dapprima per Iacono e poi per la fidanzata.

Nell’udienza di ieri al cospetto del giudice Alberto Capuano, è stato ascoltato al banco dei testimoni il luogotenente De Luca, uno dei militari che procedettero alle operazioni di quella notte. I due ragazzi, conviventi in un appartamento di Serrara Fontana, vennero intercettati dai Carabinieri della Compagnia di Ischia, con l’accusa di spaccio. Il maresciallo ha ripercorso l’attività d’indagine: la coppia fu sottoposta a perquisizione e rivelò un certo quantitativo di cocaina. All’interno della borsa della ragazza fu rinvenuto un flacone, che originariamente conteneva il noto medicinale Vivin C,  con quattro dosi di cocaina, per un peso complessivo di 3,5 grammi. Le operazioni di perquisizione si estesero poi all’appartamento dove i due convivevano. Qui furono trovate altre sei dosi di cocaina, per un peso complessi di cinque grammi. I militari rinvennero anche una somma di denaro: cinque mila euro in contanti. Il tutto venne ovviamente posto sotto sequestro. Durante la deposizione il luogotenente dei Carabinieri ha anche riconosciuto alcuni dei biglietti colorati che furono trovati nell’abitazione, sui quali vi erano segnati i nominativi di alcuni soggetti. Elementi che per le forze dell’ordine erano sufficienti a configurare la flagranza di reato di possesso di sostanza ai fini di spaccio.

L’avvocato Roberto Iacono, difensore di Francesco Iacono, ha messo in evidenza come invece non si possa affatto parlare di spaccio, in quanto non è emerso alcun episodio di cessione di sostanza che potesse supportare l’accusa per tale reato. La difesa ha quindi contestato la relativa brevità dell’attività investigativa, in seguito alla quale non è stata accertata nessuna vendita di dosi, e l’accusa si poggia dunque soltanto sul quantitativo di stupefacenti rinvenuto. All’interno dell’abitazione, inoltre, non sono stati rinvenuti strumenti idonei all’attività di spaccio, per il taglio, il confezionamento e il peso delle dosi.  La prossima udienza, che si annuncia decisiva, si svolgerà il prossimo novembre, quando saranno ascoltati proprio i due imputati.

Francesco Ferrandino

 

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