Torna Sant’Anna tra polemiche, limitazioni, green pass e tre barche allegoriche in gara: protagoniste Ischia, Procida e Capri
Nostalgia e ricordo di chi dal 1952 ad oggi ha scritto la storia della festa a mare agli scogli di Sant’Anna, da Giacomo Deuringer e Franco Postiglione a Geppino Cuomo, dai vari Nerone, Funiciello, Canestrini ad Andrea di Massa e Ciccio Boccanfuso fino a Peperone, Rotolo, Luca Mazzella, Gaetano Maschio quest’ultimo vincitore del primo premio della festa di Sant’anna edizione 2009. 2011 e 2015 e 2019. Le origini secolari della festa con la chiesetta dedicata a S.Anna da cui prese il nome tutta la zona circostante fino agli antichi scogli a mare
Ecco la Festa delle eterne polemiche e delle chiacchiere al vento, proprio come un irrinunciabile rituale dove chi segue non riesce a fare a meno di dire la sua, spesso contro. A otto giorni dal suo ritorno la Sagra riprende con Salvatore Ronga e collaboratori alla direzione artistica, dopo il forzato stop dello scorso anno 2020 a causa della pandemia. Saranno solo tre le barche addobbate che sfileranno la sera di lunedì 26 luglio prossimo nello specchio d’acqua aragonese. Le presenteranno una la nostra isola, una ancora l’isola di Capri e un’altra ancora l’isola di Procida.
Sarà una gara per il premio Sant’ Anna 2021 esclusivamente fra le sole isole partenopee. Mancheranno i tradizionali costruttori di barche allegoriche degli altri comuni della nostra isola a cominciare da Gaetano Maschio da Forio vincitore del primo premio nelle edizioni del 2009, 2011, 2015 e di quella ultima del 2019. Il lato religioso della festa subirà anch’esso uno stop per via della sospensione della messa alla chiesetta di S.Anna privando così il nuovo Vescovo di Ischia Pascarella della sua “prima volta” all’antico e storico Tempietto. Anche per questo Sant’Anna è subito al centro di stucchevoli discussioni dove per altro un sondaggio in stile referendum contro o pro ha stabilito attraverso un campione di voto che 90 persone sostengono che la festa non debba aver luogo mentre 32 persone si sono espresse per il Si alla festa di quest’anno edizione 2021. In sostanza si è trattato di una prova di dissenso-assenso nei confronti di una Sagra che tutto sommato, monca di oltre una decina di edizione passate per interruzione sulla tabella di marcia annuale, rappresenta dal 1932 l’anno in cui fu fondata sulla scia della storia antica, l’appuntamento festivo più atteso dell’anno, sia laico che religioso.
Ci crogioliamo nella confusione delle idee e nella contraddizione degli atteggiamenti ispirati al modo di comportarci col terribile nemico senza volto che è il Covid-19 che da circa due anni ci sta condizionando la vita e che in migliaia di casi se la è irrimediabilmente anche presa. Il problema c’è e non è stato ancora risolto mettendoci in sicurezza. Ci stiamo difendendo con la vaccinazione di massa e con la mascherina. Solo che non tutti sono su questa difensiva ritenendo che la prudenza, il senso della responsabilità e quant’ altro serva per stare lontani da possibili contagi, per altro in questi giorni anche in ripresa, non rientrano nella sfera dei loro ragionamenti negazionisti. Sciogliamo le campane e facciamole suonare a festa, sembra vogliano dire coloro che non seguono la via della prudenza sposando il presente con gli inviti alla ripartenza e sfidando l’incertezza dell’immediato futuro che i “misurati” pensano non prometta bene. Quindi da che parte stare ? I provvedimenti contro gli assembramenti che si formano senza freni in molte delle occasioni di incontro ordinarie e straordinarie a tutti i livelli sociali nella nostra isola, in Campania, in Italia, in Europa e nel mondo intero, sono automaticamente elusi e disattesi senza che le autorità che li hanno decisi abbiano la forza o la volontà di farli rispettare.
Confusione di idee e contraddizioni su tutta la linea sono alla base del momento particolare dove non si capisce dove si vuole andare a parare. La chiesa le sue feste patronali le vuole favorire e riprendere con tutte le precauzioni del caso, ma non vediamo come può evitare gli assembramenti nelle ore più partecipative della Festa specie alle processioni, anche se ridotte. Purtroppo la televisione mostra esempi di affollamenti sconvolgenti fra la gente che segue feste e spettacoli in piazza e manifestazioni sportive tipo quella ultima della Coppa Europea di calcio, dove l’Italia con la sua squadra ha vinto impazzendo di gioia tra…abbracci e lacrime di commozione. Tutta roba pro-covid menata a piene mani. Ora qui sull’isola il prossimo appuntamento festivo e popolare con assembramenti a mare ed a terra inevitabili, è la Festa a Mare agli Scogli di S’Anna, vecchia sigla che in pratica significa Festa di Sant’Anna che ricorre il 26 di luglio giorno della solennità della Santa protettrice delle partorienti per un antico episodio storico capitato ad una nobildonna della corte aragonese sul Castello d’Ischia e dimorante nel periodo estivo nella Torre dirimpettaia che i posteri dopo chiameranno Torre di Michelangelo o di S.Anna.
Per questa festa ormai imminente per i pochi giorni che mancano dalla data canonica del suo svolgimento, c’è chi si è dato da fare per bloccarla o quanto meno boicottarla, almeno nel consenso e chi invece prega che la festa abbia regolarmente luogo e faccia contenti, superando altri possibili ostacoli dell’ultima ora, tutti coloro che da sempre la sostengono. Dal sondagio-cmpione di voto di cui abbiamo fatto menzione sopra, si evince che esiste una maggioranza indicativa che non vuole quest’anno la Festa di S. Anna per i problemi pandemici che l’isola sta affrontando giorno per giorno che ricadono tutti sull’andamento in generale non brillante dell’economia locale già sofferente. Gli organizzatori del referendum affermano che non ci sono le condizioni di sicurezza anti-covid, per cui va da se che anche quest’anno la Festa di S, Anna debba saltare. Al Comune la pensano diversamente e vanno avanti con il programma concordato con i dirigenti delle Forze dell’ordine Antonietta Ferrara per la Polìzia di Stato e Cipresso per la Capitaneria del Porto di Ischia e rilanciano l’idea del Green Pass, con cui si identificano le persone in buona salute idonee ad assistere alla festa e far parte dell’ “assembramento autorizzato” dei trentamila spettatori che ogni anni si assiepano sul ponte, sugli scogli e sulle imbarcazioni presenti ai lati dello specchio d’acqua aragonse dove si svolge la festa con la tradizionale sfilata delle barche addobbate.
Solo che quest’anno i trentamila alla festa non ci saranno e sarà un miracolo se saranno in poche migliaia. Infatti, a valutare bene la situazione, le limitazioni decise con la verifica dello stato di salute fra tamponati, vaccinati e non, di chi si recherà nel tardo pomeriggio a Ischia Ponte per assistere alla Festa di S.Anna edizione 2021, scoraggeranno moltissima gente, ischtani e turisti, a prendervi parte, invogliati così a disertare la Festa e trascorrere la serata di mezza estate in altro modo ed in altro luogo. Il Green Pass imposto non sarà richiesto a chi intenderà “godersi” la festa da mare su barche ancorate a ridosso della scogliera e al largo intorno alla pista di sfilata dal lato di Cartaromana se saranno autorizzate a posizionarsi in quel tratto di mare ambito. Non vi sarà ressa per le ristrettezze messe in atto che consentiranno l’ancoraggio solo ad un numero limitato di barche e quindi anche di persone con la mascherina. Un vero grande disagio per ciascuno che se costretto a muoversi senza libertà, difficilmente sarà disposto a subire tanto. A questo punto non è un azzardo ipotizzare che per la prossima Festa di S. Anna edizione 2021 si profila un clamoroso flop.
Al di là di ciò che accadrà fra otto giorni al Borgo, la storia ci ricorda con nastalga i protagonisti del passato e come sia diventata famosa fin dall’ origine la zona di S. Anna con gli scogli a mare e la chiesetta da dove inizierà tutto. La chiesetta, elemento primario del racconto storico, fu costruita nel 1502 per volontà di donna Laura Sanseverino che convinse suo marito Innico d’Avalos II capitano della guardia sul castello e governatore dell’isola, di intercedere presso Re Ferdinado d’Aragona affinchè ne concedesse il consenso e i fondi. Ottenuto il benestare reale per la costruzione, la chiesetta vide presto la sua luce e fu destinata al culto anche per tutti gli abitanti della zona del Ninfario. Fra gli arredi sacri della piccola chiesa figurava anche un prezioso quadro di autore anonimo donato alla chiesetta dalla stessa Donna Laura Sanseverino raffigurante l’ immagine di S. Anna nello stesso giorno in cui la chiesa-tempietto fu consacrato ad opera del Vescovo dell’epoca Mons Donato Strineo, chiamato in quella storica circostanza a celebrare anche il battesimo della piccola Costanza D’Avalos nata nella Torre vicina, ed attesa figlia dei coniugi D’Avalos. La venuta al mondo della piccola Costanza D’Avalos segnò la storia della chiesetta che fu subito dedicata a S.Anna per effetto della presenza di quel quadro e delle incessanti preghiere di Donna Laura alla Santa durante tutto il periodo della sua difficile gravidanza. Le preghiere di Donna Laura furono esaudite e da quel parto così a rischio nacque una splendida bambina Costanza, chiamata la “figlia della Torre”. Era il 26 di luglio del 1503, proprio il giorno di Sant’Anna. La lieta notizia raggiunse i casolari vicini, il nascente Borgo di Celsa e le famiglie altolocate sul Castello. Si gridò al miracolo e i ringraziamenti a S. Anna non furono mai abbastanza. Fu festa quel giorno per la famiglia dei D’Avalos che volle fosse festa anche per il popolo di Ischia che aveva seguito con trepidazione il travaglio di Donna Laura. Così ebbe inizio e si sviluppò la riconoscenza e la fede delle donne partorienti ischitane alla Sant’Anna della Chiesetta. Fede, preghiea e speranza per venire al mondo in nome di Sant’Anna.
Foto Giovan Giuseppe Lubrano Fotoreporter
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