CULTURA & SOCIETA'

Morte Bigazzi: anche Ischia dice addio al volto della Prova del Cuoco

Ospite della condotta Slow Food venne a Ischia nel 2003 per parlare di agricoltura, il ricordo di chi lo incontrò

Anche Ischia dice addio a Beppe Bigazzi, volto storico de La Prova del Cuoco, il famoso cooking show di Rai 1 condotto da Antonella Clerici. Nel 2009 era a Ischia, ospite dello Slow Food di Ischia e Procida e della ciurma D’Ambra che lo invitò a parlare di agricoltura. “Un uomo che conosceva e capiva a fondo i territori e i loro uomini ciao Beppe”. Scrive così Silvia d’Ambra tributando il saluto al volto Rai.

Giornalista ed esperto di gastronomia, con un importantissimo passato da dirigente di aziende di spicco, volto amato dal grande pubblico per “La Prova del Cuoco” con Antonella Clerici di cui, nel 2000, divenne pure co-conduttore. Valdarnese di nascita, Bigazzi, 86 anni, lottava da tempo contro grave una malattia. L’annuncio della scomparsa è stato dato dall’amico chef Paolo Tizzanini, del ristorante L’Acquolina di Terranuova Bracciolini, il comune dove Bigazzi era nato il 20 gennaio 1933. Tizzanini, con cui Bigazzi aveva condotto un programma su Alice Tv, ha scritto su Facebook: “A cerimonia avvenuta vi comunico la perdita di un amico fraterno, un grande uomo in tutti i sensi”. E a tributarne un ricordo sentito è anche il regista Gaetano Amalfitano che scrive, “ho un ricordo da vicino di Bigazzi a un convegno a Ischia dieci anni fa esatti insieme a Vissani, rappresentanti di Slow Food e altri al ristorante Il Focolare. Alla cena a fine giornata, mentre facevo una pausa di riprese, vidi che un uomo chiese a Bigazzi ,che era seduto a tavola ed era verso fine cena, di assaggiare un vino locale genuino, fatto da un contadino locale che non ne produceva in quantità commerciali, e di darne schiettamente un’opinione. Bigazzi accettò, e un altro uomo, credo il contadino, che stava lì accanto con in mano un bottiglione da 5 litri gli verso’ il vino nel bicchiere. Il contadino e l’altro uomo sottolineavano la cura, la tecnica usata, il tipo di uva, la genuinità del procedimento, eccetera. Ricordo la faccia di Bigazzi durante l’assaggio e poco dopo quando con imbarazzo dovette dire che quel vino, per quanto genuino, sano, per lui era un vino imbevibile, spiegandone il perché. Era una scena gustosa”.

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