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Tortora: «Le intercettazioni sono inutilizzabili»

L’avvocato Genny Tortora, legale di fiducia del senatore De Siano insieme al collega Salvatore Pane, ha incentrato la formulazione delle conclusioni sull’inutilizzabilità delle intercettazioni che costituiscono il cuore dell’impianto accusatorio delineato dal sostituto procuratore Graziella Arlomede e Maria Sepe. Per il noto penalista, le intercettazioni telefoniche e ambientali disposte dalla Procura violano l’art. 266 del codice di procedura penale, inficiando il resto delle indagini, definite incomplete oltre che bisognose di ulteriori verifiche. La difesa ha lamentato la circostanza che il decreto autorizzativo dell’intercettazione telefonica e ambientale (posto a carico di Vittorio Ciummo e Oscar Rumolo) si fondava esclusivamente sulle notizie apprese da parte della Polizia Giudiziaria da “fonte confidenziale”, sebbene il Gip avesse evidenziato che non si era tenuto conto delle notizie riservate ricevute da fonte confidenziale, bensì dalla dettagliata documentazione acquisita. In altre parole, rimaneva inspiegabile la valutazione del Gip che ha eluso l’esplicito divieto posto dalle disposizioni degli artt. 203 e 267 c.p.p. in merito all’inutilizzabilità di “informazioni provenienti da fonte confidenziale” ai fini dell’adozione dell’attività di intercettazione. La difesa a questo punto si è ricollegata alla circostanza della messa in liquidazione della Lacco Ameno Servizi: nel verbale in cui il consiglio comunale aveva deliberato in tal senso non c’è alcuna disposizione con cui viene revocata il servizio dei rifiuti solidi urbani alla citata società, che viene liquidata per ragioni essenzialmente legislative. Eppure, tale fondamentale circostanza non si rinviene nella documentazione che la fonte confidenziale aveva consegnato alla polizia giudiziaria. Dopo aver ribadito l’inutilizzabilità del compendio delle intercettazioni, l’avv. Tortora ha accennato anche nel merito di esse, affermando che in ogni caso non esiste alcun incontro tra Ciummo e De Siano, quelli che l’accusa pretende essere gli organizzatori dell’associazione a delinquere. Non è mancato un breve diverbio tra Tortora e il pubblico ministero Arlomede: quest’ultima ha lamentato la presunta definizione di “processo politico” che il difensore di De Siano avrebbe usato, ma i due hanno immediatamente chiarito l’equivoco a margine dell’udienza. Anche l’avvocato Francesco Carotenuto, difensore di Salvatore Antifono, ha invocato l’inutilizzabilità delle intercettazioni e delle fonti confidenziali, e ha invitato il giudice a uniformarsi al giudicato del tribunale del Riesame, che aveva delineato l’ipotesi di reati determinati, ma escludendo l’associazione a delinquere.

FRA.FER

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