Tototruffa in salsa ischitana
Un 62enne di Pianura “ruba” dai profili social le foto e le informazioni su immobili messi in fitto ad Ischia da privati cittadini cedendoli a terzi e incassando cospicui anticipi. La polizia lo ha denunciato per sostituzione di persona e frode informativa. E adesso dalla Procura della Repubblica potrebbe arrivare il blocco dei conti correnti. Come è stato scoperto il raggiro “seriale”
Se non ci fosse la tecnologia di mezzo (all’epoca i sistemi erano decisamente più artigianali e forse proprio per questo pure più ingegnosi) si potrebbe parlare tranquillamente di una versione di Tototruffa di ultima generazione. Ma un classe 1961 residente a Napoli, e precisamente in zona Pianura, è riuscito a mettere in piedi un colossale raggiro – le cui dimensioni tra l’altro non sono del tutto chiare – sfruttando l’enorme appeal che la nostra isola esercita nel periodo estivo, ma senza disdegnare di piazzare qualche colpo nei periodi di bassa stagione. Il soggetto in questione, che intanto è stato identificato e denunciato all’autorità giudiziaria dagli agenti del commissariato di polizia di Ischia, guidati dal vicequestore Ciro Re, attraverso profili facebook ed instagram, proponeva appartamenti, case, monolocali e villette in fitto sulla nostra isola per i mesi di luglio ed agosto. Peccato solo che questi immobili non fossero i suoi né tantomeno li gestisse nella veste di mediatore immobiliare. L’uomo, attraverso una ricerca davvero minuziosa sul web, andava a reperire le foto e tutte le info necessarie sugli immobili in questione appropriandosene indebitamente e di fatto svolgendo un’attività parallela a quella posta in essere dai veri proprietari delle case, ossia cercare clienti disposti a fittare.
Le modalità con cui venivano messe a segno le truffe sono quelle più o meno abituali e conosciute. L’uomo comunicava con i potenziali clienti attraverso telefoni cellulari (intestati come sovente accade a cittadini extracomunitari e spesso senza fissa dimora) presentandosi fornendo sempre le sue reali generalità: se l’immobile visionato andava bene e si desiderava fittarlo, allora bisognava effettuare un bonifico che oscillava quasi sempre tra i 300 e i 400 euro a garanzia della “prenotazione” effettuata. Difficile dire quante truffe abbia collezionato il 62enne napoletano, quel che è certo è che gli inquirenti (che nel denunciarlo lo ritengono responsabile dei reati di sostituzione di persona e frode informatica) hanno appurato che i bonifici che venivano fatti dagli ignari turisti desiderosi di vacanza avvenivano su svariati conti correnti ubicati in altrettanti istituti bancari. A far scattare l’indagine sono stati due filoni distinti eppure paralleli: da una parte un cittadino ischitano ha segnalato alle forze dell’ordine che un suo immobile era stato illecitamente posto in fitto da un soggetto non meglio identificato (ne aveva riconosciuto le foto navigando nei “mari” del web), dall’altra un turista sbarcato a Ischia si era recato presso l’abitazione che pensava di aver preso in fitto ma si è trovato davanti il proprietario che gli aveva riferito di non stipulato nessun contratto, capendo così di essere rimasto vittima di una truffa.
Attenzione, però, perché questa storia a differenza delle altre analoghe potrebbe avere un risvolto clamoroso. Sembrerebbe che la Procura della Repubblica, su input del commissariato di polizia, potrebbe disporre il blocco dei conti correnti dello sfacciato truffatore (che tra l’altro si è scoperto adottare la stessa tattica criminosa anche nel periodo invernale, quando pare che concentri le sue attenzioni su Roccaraso e località limitrofe), e laddove questo provvedimento dovesse essere adottato dall’autorità giudiziaria si riuscirebbe in quella che di solito è una vera e propria “impresa”, quella cioè di far sì che ai derubati possa essere restituito il denaro illecitamente sottratto. Si tratterebbe di un qualcosa che magari – in prospettiva futura – potrebbe fungere anche da deterrente, per quanto spesso questi delinquenti i soldi sul proprio conto li lascino davvero lo spazio di un “amen”.