Traffico di droga, testimonianza bis del Carabiniere
ISCHIA. Dinanzi la prima sezione penale del Tribunale di Napoli, continua il processo sul traffico di droga tra la Spagna, Napoli e l’isola d’Ischia in relazione agli ultimi due imputati, che scelsero il rito ordinario a differenza della maggior parte dei soggetti coinvolti, per i quali la vicenda giudiziaria si concluse un anno fa. Nell’udienza dello scorso marzo l’avvocato Michele Calise, difensore di fiducia di Pasqualina Siconolfi, aveva avanzato ulteriori richieste integrative, consistenti nell’esecuzione della perizia su una conversazione riguardante la posizione della sua assistita, in particolare in relazione agli episodi di furto commessi in data 19 e 22 settembre 2014 presso la Chiesa di Sant’Antonio da Padova e l’Istituto Scolastico “Enrico Ibsen” di Casamicciola Terme. L’avvocato Calise chiese inoltre al Tribunale di esaminare di nuovo il teste Ilaria Argentieri, il carabiniere che ha svolto le indagini e che ha relazionato in merito alle intercettazioni. Scopo del difensore della Siconolfi è di ottenere maggiori delucidazioni in merito all’aggancio alle celle telefoniche delle utenze in uso a Ruben Barbato in occasione dei trasporti di sostanza stupefacente contestati alla sua assistita: infatti il carabiniere Ilaria Argentieri, della stazione dei Carabinieri di Napoli Vomero, nel corso della sua lunga deposizione, fece riferimento alla presenza del Barbato in compagnia della Siconolfi, deducendo tale circostanza proprio dall’aggancio del suo cellulare ad una cella telefonica dell’isola d’Ischia. Il Tribunale accolse tutte le richieste integrative avanzate dalle parti: oggi dunque spazio alla nuova deposizione del Carabiniere. Intanto, due mesi fa furono rese note le motivazioni della sentenza a carico di tutti gli altri imputati, arrestati insieme a Pesce e Siconolfi nell’ambito della vasta operazione che smantellò il traffico di stupefacenti che transitava da Marano a Ischia, passando per il Vomero. In particolare, Ruben Barbato tramite il rito abbreviato, benché assolto in relazione al reato di associazione a delinquere, è stato riconosciuto colpevole di spaccio di sostanze stupefacenti e di furto aggravato e condannato alla pena di nove anni, due mesi e venti giorni di reclusione. Va dunque verso la conclusione anche l’ultimo “ramo” processuale scaturito dalla complessa attività investigativa.