LE OPINIONI

Sotto Tiro di Mizar Procida

Si tratta dell’isola che amo, non ho problemi ad affermarlo. Vi approdai per la prima volta nel 1951 per studiare al Nautico. Imparai a conoscerla ed amarla girandola in largo ed in lungo quasi tutti i giorni degli anni scolastici dalle 14 alle 16 in attesa del vaporetto per tornare ad Ischia.

Era diversa dalla mia isola. Meno verde ma con tanti orti. I prodotti erano generosi ed abbondanti e tra carciofi, cappucce e verze ammiravi i limoni grossi e succosi. Le Grazielle di Lamartine erano tante.

Dopo la scuola per lunghissimi anni, in giro per il mondo, la persi di vista. La ritrovai negli anni 80 trasformata. Troppe costruzioni, tante auto, aria irrespirabile, orti ridotti all’ossicino. Coste accettabili e ristoranti eccezionali che riuscivano ancora a proporti piatti con ingredienti locali ed una arte culinaria centenaria e fantastica. Una cucina veramente tipica.

Nel 2021 un gruppo di giovani amministratori ha la brillante idea di partecipare vincendola alla corsa di luogo della cultura italiana per il 2022.

Una euforia bellissima pervade tutti i procidani ed incomincia la corsa ai programmi per allietare chi la visiterà nel 2022. Penseranno i procidani anche al dopo? Procida ha poca ricezione alberghiera ed è necessario mettere su un albergo diffuso ben organizzato e senza improvvisazione.

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Procida potrebbe accodarsi ad Ischia emettendo una ordinanza per il divieto di uso di saponi non bio al 100% avendo già deciso di essere plastic free. Procida ha un finanziamento notevole per ristrutturare il Nautico che è la vera ricchezza di Procida. Se al corso di studio aggiungesse nel Carcere da ristrutturare un istituto di completamento di tutto ciò che comporta per il raggiungimento dell’apice delle carriere di capitani di coperta e di macchina sicuramente si creerebbero posti di lavoro e nuova ricchezza.

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Il comparto nautico e velico è già notevole ma non stonerebbe un laboratorio di ricerche di appoggio al Regno di Nettuno magari in insieme alla stazione Dohrn di Ischia. Ed infine una isola libera da auto e motorini. Solo bici elettriche e per le persone che non possono usarle un servizio di taxi e mezzi pubblici elettrici a guida del Comune. Da studiare. L’occasione di essere uscita dal guscio, compressa tra Capri ed Ischia, la può proiettare a differenza del declino turistico di queste due isole verso un futuro sicuro. Il treno buono non passa mai due volte.

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